Valerio Attilio Rossi

Formatore,saggista, divulgatore digitale

Valerio Attilio Rossi

Formatore,saggista, divulgatore digitale

Valori: la giustizia sociale e l'importanza dell'azione collettiva

2019-07-22 09:18:06

Estratto dal libro "L'EURO - Come una moneta comune minaccia il futuro dell'Europa" di Joseph E. Stiglitz.Riporto fedelmente il testo di questo passaggio e di concetti che condivido pienamente da pag. 58 a pag.59. Una riflessione profonda sulle cause del fallimento della moneta unica.

"Alcune privatizzazioni, come quelle riguardanti i servizi di base, sollevano interrogativi in materia di valori: una società può reputare che l'accesso minimo all'acqua o all'energia elettrica rappresenti un diritto fondamentale, diritti e valori che un monopolista preoccupato solo di massimizzare il profitto potrebbe mettere in discussione.

I diritti dei lavoratori e la loro tutela sono ulteriori aspetti della contesa. Alcuni si sono chiesti se i programmi imposti ai paesi in crisi non siano andati oltre l'intento di migliorare i risultati economici. Non paga il calo di circa un quinto del costo del lavoro in Grecia, la Troika dà l'impressione di voler indebolire i diritti di contrattazione collettiva dei lavoratori, e questo avrebbe la conseguenza di un ulteriore calo delle retribuzioni.

Il linguaggio utilizzato da questi programmi è talvolta ambiguo e può ingenerare confusione circa le richieste effettive avanzate in ambito negoziale. Sussiste il timore che quanto imposto alla Grecia violi le norme fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro sottoscritte da quasi tutti i paesi. Ma, visto che la sindacalizzazione può di fatto aumentare la produttività, si teme anche che queste misure possano rivelarsi controproducenti.

Società diverse hanno valori diversi, idee diverse sull'andamento dell'economia e, a maggior ragione, sulla democrazia e su cosa significhi una società ben funzionante. Il Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, ha più volte enfatizzato l'importanza delle regole e il fatto che, se delle regole esistono, queste vadano rispettate.

Naturalmente, molti dei crimini più atroci sono stati commessi da coloro che sostenevano di aver semplicemente ubbidito a delle regole.(la sottolineatura è chiaramente riferita al genocidio degli ebrei durante la seconda Guerra Mondiale da parte dei tedeschi, ndr.)

Perchè una società funzioni bene, devono esserci regole giuste e il giusto grado di flessibilità che permetta di allontanarsene quando serve. Viste le nostre scarse conoscenze, non possiamo mai sapere con certezza se il nostro modello dell'economia sia corretto; esiste sempre la possibilità che le regole che avrebbero avuto un senso se il nostro modello fosse stato quello giustosiano invece sbagliatissime se il modello è sbagliato. E quando scopriamo di avere un modello sbagliato - o temiamo che lo sia -, forse perchè il mondo in primis è cambiato, dobbiamo avere la flessibilità per modificare i nostri comportamenti. Come è ovvio, società diverse avranno opinioni differenti su come trovare il giusto equilibrio tra regole e discrezionalità.

Ancora una volta, il problema principale è capire fino a che punto l'integrazione economica debba implicare la rinuncia, da parte di un paese, a prendere autonomamente le proprie decisioni. Se vi è ampio consenso su questi valori fondamentali, le divergenze sulle politiche da intraprendere potranno essere limitate. Ma se alcuni paesi ritengono che l'accesso minimo all'acqua o all'energia elettrica siano un diritto fondamentale, o che i lavoratori abbiano determinati diritti fondamentali in materia di azione collettiva, è naturale che si sentano profondamente scontenti se vengono imposte le loro politiche che vanno nella direzione opposta, e d è normale che sia così."

Mi sembrano delle riflessioni e una analisi puntuale della realtà europea che deve cambiare per evitare che la naturale diversità culturale e di valori fondamentali possa creare nel tempo sempre più divisioni piuttosto che convergenze.

In un mondo sempre più connesso vanno valorizzati i singoli valori di diversità al fine di poterli condividere e non come strumento di conflitto e di separazione che vanno nella direzione opposta al pensiero "europeo" più costruttivo e più lungimirante.

E' evidente che va ripensata la moneta unica e il suo valore all'interno dell'area denominata "Europa" altrimenti saranno sempre più politiche di "lacrime e sangue" governate da politici non eletti dal popolo ma da lobbies e gruppi di potere che guardano alla trasformazione di questo nuovo mercato e della sua moneta come di un solo scopo speculativo ed economico a favore dei soliti noti e di pochi che fanno parte dei cosiddetti "poteri forti".

Il mio pensiero, da studioso di economia e politica, è che i popoli abbiano quella dignità e coesione per cambiare le regole, in quanto, quelle attuali sono palesemente dannose e pericolose per il nostro futuro e quello delle future generazioni.

A disposizione per ogni commento e condivisione di idee e progetti per un vero cambiamento!

Valerio Rossi, studioso di economia e politica

22 luglio 2019