L’ISOLAMENTO SOCIALE: COS’E’, QUANDO SI MANIFESTA E COME USCIRNE.
In copertina una mia opera: The clown room, digital, 2019.
Da circa un paio di mesi stiamo sperimentando una serie di reazioni emotive, un forte disagio dovuto alla necessità di combattere un nemico non prevedibile. Per poter approfondire questo discorso bisogna innanzitutto tornare ai primordi della nostra specie quando in un ambiente pieno di pericoli in cui vivevano i primi uomini, la sopravvivenza era assicurata dalla possibilità di mantenere la vicinanza con altri esseri umani. Di conseguenza, la selezione naturale ha fatto sì che la nostra programmazione genetica preveda che noi siamo fortemente inclini a cercare gli altri e che la socialità produca, in automatico, un forte senso di benessere, attraverso un meccanismo che ha a che fare con il funzionamento del nostro cervello. A questa necessità/bisogno di socialità si accompagna, in maniera speculare, la paura di stare da soli. Da soli si correva il rischio di non sopravvivere. E questa paura innata si manifesta anche nell'uomo moderno perché è strettamente correlata, secondo percorsi ancestrali, alla possibilità di morire. A base genetica può essere considerata anche la ricerca del contatto che viene indirizzata essenzialmente a chi possa prendersi cura di noi (i genitori, il partner). Questo è quanto sostengono diversi ricercatori internazionali su Science in un'inchiesta in cui molti esperti esprimono le loro opinioni riguardo le possibilità e le conseguenze psicologiche che la situazione che stiamo vivendo potrebbe provocare.
Ma aldilà dell’isolamento momentaneo dovuto all’emergenza sanitaria, avvengono altre forme di isolamento volontario di cui si parla ancora poco. Tutti, in un certo momento della nostra vita, abbiamo sentito la necessità di stare un po’ da soli e di allontanarci un po’ da tutte le persone che ci circondano, il che è del tutto normale. Ma quando questo isolamento è indeterminato e la persona che ne soffre smette di avere qualunque tipo di relazione con il resto dell’ambiente che la circonda, la situazione diventa un problema al quale bisogna fare attenzione. In alcuni casi, i fattori scatenanti più comuni possono essere dovuti a gravi traumi di abbandono oppure può essere dovuto a condizioni insolite durante l’infanzia, come essere stati vittime di bullismo o essere stati sottoposti a un comportamento ultra protettivo estremo, il che ha impedito al soggetto di relazionarsi in modo normale con i propri coetanei, scatenando una mancanza di sicurezza e conoscenze per stabilire nuove relazioni da adulto. Chi vive in queste condizioni, di solito, deve affrontare diverse situazioni e problemi, tra cui il più comune e grave è la depressione. Oltre a ciò, diversi studi hanno dichiarato che le persone che vivono in isolamento sociale spesso hanno problemi di apprendimento e di attenzione e difficoltà nel prendere decisioni.
Ciò si deve al fatto che, quando non abbiamo una relazione con l’ambiente che ci circonda, il nostro cervello non riceve gli stimoli giusti e non lavora come dovrebbe. Per questo motivo, le persone che vivono in isolamento sociale possono sembrare alquanto impacciate e lente quando c’è da prendere una decisione. Molti esperti ritengono che se si sta vivendo in una condizione del genere e si è davvero convinti di volerne uscire, la prima cosa che bisogna fare è individuare gli ambienti sociali nei quali potremmo sentirci a nostro agio e iniziare ad esplorarli. Per uscire dall’isolamento sociale, è fondamentale aprirsi a nuove esperienze, imparare a uscire dalla propria zona di comfort ed entrare in situazioni nuove.