IL LUPO, UNA DELLE TANTE CREATURE TEMUTE MA SPESSO PRESENTI NELLA SIMBOLOGIA E NELLA STORIA UMANA.
In copertina una mia opera: Lupus in fabula, digital, 2017.
Il mondo antico ci ha lasciato numerose testimonianze poetiche e letterarie che descrivono la visione della natura da parte dell’uomo. Da una parte la natura è vista come selvaggia, spontanea; dall’altra, come addomesticata, organizzata, ammansita. Da una parte il paesaggio incolto, le foreste impenetrabili, o le forze della natura che si scatenano, dall’altra l’orto, il giardino, la piacevolezza di un ambiente ricreato dall’uomo. La natura selvaggia che spaventa mentre la natura organizzata che addolcisce e ritempra lo spirito. Forse, l’ancestrale paura del lupo che accompagna l’uomo dalle origini della sua storia risiede proprio nel fatto che esso, creatura della natura selvaggia e spontanea, compie periodiche incursioni nei ben ordinati paesaggi umani, rammentando con la sua presenza ai pastori quanto sia fragile il dominio dell’uomo sulla natura, e quanto essa possa prepotentemente manifestare il suo aspetto più ostile e spaventoso. Il lupo tuttavia non è soltanto il mostro dalle fauci spalancate che fa strage di greggi. Nel mondo romano una lupa è collegata alla notissima leggenda di Romolo e Remo, che, abbandonati dopo la nascita, furono allattati appunto dalla celebre fiera. La figura del lupo nelle favole, nei racconti e nei libri, nei fumetti come il famoso lupo Alberto e nei cartoni è il simbolo di un vivere selvaggio sempre sullo scivoloso confine fra il male assoluto e una libertà anarchica, ribelle e temibile. È il lupo di Perrault che mangia Cappuccetto Rosso, è quello di San Francesco cattivo solo perché affamato e poi ancora la leggenda del lupo mannaro, terribile spauracchio per i bambini disobbedienti. Bisognerà aspettare l’età contemporanea perché anche il lupo, come molte altre creature a lungo viste soltanto come pericolose per l’uomo, appaia con una dignità nuova proprio nel momento in cui la sua stessa sopravvivenza risulta minacciata e venga sentito come tassello prezioso e insostituibile del mosaico multicolore di specie diverse che popolano la terra, ritornando a proporre in modo nuovo il suo ruolo antico di tramite, non più spaventoso, fra la natura selvaggia e quella addomesticata dall’uomo. Il ritorno dell’animale rappresenta una notizia positiva anche per l’ecosistema. Sembra infatti che i superpredatori, come i lupi, ma anche i leoni o gli squali, siano in grado di migliorare e stimolare la biodiversità.