L’inquietante verità sul femminismo sessantottino.

Non si capisce più niente, vero? Tu rifiuti il modello di maschio alfa, fai di tutto per rispettare le donne, anche per amarle… mai poi ti trovi di fronte a donne che ti rinfacciano di non essere abbastanza propositivo e magari di non cercarle abbastanza a letto.
Allora cosa dovresti fare? Tornare a fare il maschio alfa? A dire “tu sei la mia donna”, a sbatterla contro un muro? No, giammai, così verresti bollato come un maschilista. Il problema sembra complicato… e in effetti lo è!
La società non è ancora riuscita a proporre un modello maschile che tu voglia seguire, ma neanche per la donna esiste un modello di femminile che sia un femminile sano: accogliente e ricettiva, ma anche indipendente e sicura di sé.
Questi lati, che possono (e dovrebbero) convivere in una donna, spesso nella società sono divisi. C’è la donna accogliente e ricettiva che diventa remissiva e dipendente, e dall’altro lato c’è la donna indipendente, sicura di sé, che non ha bisogno di nessuno tanto meno di un uomo.
Una è ancora impregnata di condizionamenti pre-femministi, l’altra è all’apice del femminismo sessantottino anche perché, adesso che c’è una nuova valorizzazione della maternità (per es. con il valore dell’allattamento al seno) la wonder woman femminista è mamma perfetta e donna in carriera infallibile (= l’uomo non serve a niente!).
Il femminismo sessantottino è il prodotto di una società discriminante, che a sua volta sta creando una discriminazione!


Il maschio alfa non va bene, ma l’uomo che non guadagna abbastanza, che ha bisogno che gli si dica cosa fare va ancora meno bene. Nei 12 anni in cui mi sono occupata di queste tematiche, mi sono resa conto che l’unico modo per uscire da questa impasse è che ciascuno di noi, uomo e donna, sia in equilibrio con le proprie energie: il maschile e il femminile dentro di noi.
Tornando a noi, come tu hai rifiutato il modello di maschio alfa, le donne "forti" o attive che spesso attiri hanno rifiutato il modello di donna “debole”, sottomessa, passiva. Questo all’inizio crea l’attrazione tra di voi: lei vede in te un uomo, sì, ma sensibile, che quindi non cerca di sminuirla, di “dominarla”.
Tu vedi in lei una donna già forte che quindi non ha bisogno che tu ti occupi di lei e che anzi, sembra cavarsela così bene che magari aiuterà anche te a sentirti in pace con te stesso.
Perché siamo sinceri: se noi donne, ancora, siamo molto discriminate all’interno della società patriarcale, nessuno lo è di più di un uomo che decide di seguire un ideale di maschile diverso, che non sia tutto focalizzato sul possedere (soldi, macchine, donne…).
Cosa possiamo fare allora concretamente? Il primo passo, secondo la mia esperienza, è che tu scelga consapevolmente che tipo di uomo vuoi essere: spesso il rifiuto del modello del "maschio alfa" avviene in modo inconscio.
Magari come reazione a un padre troppo “padrone”, o semplicemente perché hai un lato femminile molto sviluppato (questo è vero se per es. sei un artista, musicista, o se sei molto chiamato da un percorso di ricerca interiore). Quando succede questo, è facile che il rifiuto sia totale, non meditato.
Allora intanto prenditi del tempo per riflettere, per scegliere cosa rifiuti del modello stereotipato di uomo e se invece c'è qualcosa che ti piace.
Se sei in coppia, scegli un momento per andare via da solo; già questo creerà un po’ più di equilibrio tra te e la tua compagna: le farai capire che hai delle cose che vuoi risolvere e che vuoi risolverle da solo.
Personalmente penso che siamo ancora lontani da una società in cui gli uomini come te, che si fanno tante domande piuttosto che fare tante affermazioni, vengano valorizzati.
Ma da donna che cerca di fare del suo meglio per far comunicare maschile e femminile, ti dico che abbiamo veramente bisogno di uomini come te.
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Ti auguro una buona giornata,
Susanna