Momenti di vuoto

Può succedere durante il percorso della malattia di vivere emozioni mai provate. Tra queste i momenti di vuoto. Io li definisco così.

Li ho sperimentati.

Non si sa che fare. Non sono dubbi, o paure. Certo, ci sono anche quelli, ma sono un’altra cosa. I momenti di vuoto sono proprio il nulla, il vuoto.

• Leggere? Non riesco. Non capisco cosa leggo, neanche il libro più semplice, o già letto, risulta comprensibile.
• Dormire? Non ho sonno, ho dormito a lungo, e non ho più sonno.
• Guardare la TV? Non funziona. Non trovo programmi che mi piacciono, i telegiornali mi mettono ansia, non riesco a seguire la trama dei film…
• Vedere amici, chiacchierare? Non ho voglia. Non voglio vedere nessuno, né farmi vedere in queste condizioni.

Io mi innervosivo, mi preoccupavo. Pensavo mi si fossero bruciati i neuroni, forse a causa della chemioterapia.

Le persone intorno a me scalpitavano, cercavano di farmi reagire, di stimolarmi, ma inutilmente.

Quei momenti sono durati giorni, e sono sembrati eterni.

A un certo punto ho accettato quel vuoto, l’ho vissuto. E mi si è aperta una strada.

Dopo, molto dopo, ho capito che in quei momenti il mio corpo, le mie cellule, stavano lavorando, elaborando per conto loro e non volevano essere intralciate dal mio concetto razionale di dover fare qualcosa.

Quei momenti di vuoto erano una forma di meditazione, non voluta, ma necessaria.

Accogli i momenti di vuoto, se capitano. Rendili più confortevoli con un po’ di musica, con un profumo che ami o seguendo i consigli dell’aromaterapia.

Accetta. Escludi quella parte razionale che chiede di essere sempre impegnati in qualche attività e condanna come perdita di tempo ascoltare il vento e guardare il nulla. Se puoi, passa questi momenti all’aria aperta: la natura ha un enorme potere benefico, ma non pensare a passeggiate o attività fisiche.

Accetta e accogli quel vuoto: è solo apparente. Si riempirà dei tuoi sogni più belli.