Impianti di scarico acque reflue…

L’immagine proposta in apertura è volutamente esagerata e provocatoria. Si tratta di un geyser naturale ed è evidente che ha poco a che fare con gli impianti di scarico.
Ma è utile per introdurre un fenomeno che ha come protagonista il flusso di scarico all’interno di una colonna e ciò che succede quando questo flusso di scarico giunge alla base della stessa colonna. Il fenomeno prende il nome di “onda di ritorno” oppure “onda di rimbalzo” e può spiegare in maniera scientifica ciò che succede nel seguente video (che per il momento ci sembrerà inspiegabile):

In un precedente articolo abbiamo affrontato un argomento particolare: il flusso di scarico e il suo comportamento all’interno di una colonna.
Abbiamo visto che un flusso di scarico, dopo pochi metri di caduta, si trasforma da flusso turbolento a flusso anulare.
Abbiamo anche detto (in un ulteriore articolo) che il flusso in caduta provoca un risucchio d’aria a monte (zona di depressione: risucchio attraverso lo sbocco della colonna sopra il tetto) ed uno schiacciamento dell’aria a valle (zona di pressione).
Nel tempo impiegato dal flusso a percorrere la colonna in caduta, la zona di pressione (a valle) e la zona di depressione (a monte) possono comportare problemi di sifonaggio (spinta o risucchio dell’acqua che costituisce la guardia idraulica) ai sifoni degli apparecchi sanitari allacciati rispettivamente a valle e a monte. 
Ma questi problemi sono normalmente evitati e resi innocui con una corretta progettazione e realizzazione dell’impianto. Viceversa il problema più grosso e di più difficile risoluzione (sono molti gli impianti che vengono realizzati senza i dovuti accorgimenti!) è rappresentato da quanto avviene nel momento in cui il flusso di scarico giunge alla base della colonna.

Cosa succede quando il flusso di scarico raggiunge la base della colonna?

Inevitabilmente si forma la cosiddetta “onda di ritorno o di rimbalzo”. In corrispondenza della base della colonna, l’acqua si chiude su sé stessa e il flusso anulare si interrompe bruscamente. All’improvviso la “zona di depressione” alle spalle si trasforma in una zona di forte pressione verso l’alto… quasi una piccola esplosione d’aria!
L’onda d’aria di ritorno può risalire facilmente la colonna e andare a coinvolgere i sifoni degli apparecchi sanitari più vicini: la pressione d’aria può essere così elevata da far uscire dai sifoni vere e proprie “bolle esplosive”, accompagnate da inevitabili schizzi d’acqua (si tratta dell’acqua che costituisce la guardia idraulica dei sifoni).
Il fenomeno prende il nome di “onda di ritorno o di rimbalzo” e spiega benissimo ciò che accade nel video di apertura. E’ abbastanza evidente che il wc in questione è un apparecchio installato al piano terra, nelle vicinanze della base della colonna di scarico. Quando un flusso di scarico proveniente dai piani superiori giunge alla base della colonna, l’acqua si chiude su sé stessa e provoca una spinta d’aria verso l’alto (onda di ritorno). Quest’aria in pressione risale la colonna e cerca la via di fuga più vicina: esattamente il sifone dell’apparecchio sanitario che è stato erroneamente allacciato nelle vicinanze della base della colonna (nel nostro caso il wc!).
Contrariamente a quello che si può pensare, casi come quello illustrato nel video non sono così rari. Basta fare una piccola ricerca su internet per averne la conferma. Quella che segue è una richiesta di aiuto che ho trovato su un blog dedicato agli impianti di scarico:
Alla luce di quanto abbiamo appreso sull’argomento “onda di ritorno”, saremmo in grado di offrire una spiegazione a quello che sembra un “fenomeno paranormale”? Credo che la risposta non possa che essere affermativa!

Ma come si può evitare il fenomeno dell’onda di ritorno?

Tutto deve necessariamente partire da una corretta progettazione. Per colonne di scarico di altezza limitata, l’onda di ritorno si traduce in una leggera spinta d’aria verso l’alto che non comporta particolari problemi agli apparecchi sanitari allacciati nelle vicinanze. 
Viceversa nelle colonne di scarico che coinvolgono un certo numero di piani (oppure quando l'altezza di piano è particolarmente elevata) è necessario adottare alcuni accorgimenti progettuali:

• Ventilazione parallela
• Circumventilazione
• Allacciamento degli apparecchi a rischio direttamente al collettore di scarico, anziché alla colonna di scarico, ad un’opportuna distanza dalla base della colonna

Naturalmente esistono anche altre alternative (braghe ventilate, ecc…), ma è importante capire che l’impianto di scarico acque reflue è un impianto fondamentale della nostra abitazione.
E’ vero…. sembra un impianto piuttosto semplice… un insieme di tubi che allontanano le acque sporche dalle nostre case. Ma le insidie sono sempre dietro l’angolo!
Ricordiamoci che quest’impianto è direttamente collegato alla fognatura: i sifoni, con la loro guardia idraulica, rappresentano spesso l’unico ostacolo che impedisce all’aria malsana e potenzialmente pericolosa della fogna di penetrare all’interno degli ambienti abitati. Sottovalutare un aspetto come quello dell’onda di ritorno, che può provocare lo svuotamento dei sifoni, significa avere un impianto potenzialmente pericoloso!
Nel 2002 il mondo ha tremato per la possibile diffusione di una pandemia di SARS (Sindrome Acuta Respiratoria Grave), con tasso di mortalità fino al 15% (in alcune località).
Secondo la “versione ufficiale” il virus sarebbe spuntato all’interno di un condominio in Cina, a causa di alcuni aspiratori che lo avrebbero risucchiato dalla rete di scarico all’interno degli ambienti abitati a causa di una tubazione rotta. Secondo la “versione ufficiosa” il virus sarebbe penetrato all’interno degli appartamenti a causa di un impianto di scarico realizzato senza sifoni!

A buon intenditor… poche parole!

N.B. Fonte di alcune immagini e video: web

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