
Impianti intelligenti per un pianeta mig
Andare a dormire e risvegliarsi al mattino col mal di testa
Una possibile causa

Vi è mai capitato di risvegliarvi al mattino con la testa pesante o con un leggero mal di testa? Eppure, al momento di coricarvi, vi sentivate perfettamente in forma e dopo un bel sonno ristoratore… beh, nulla lasciava presagire un risveglio “sofferente”!
Quale può essere il motivo scatenante?
Una possibile causa, soprattutto se la camera da letto non è poi così voluminosa e avete dormito con la porta chiusa, potrebbe essere l’alta percentuale di anidride carbonica che si è accumulata nell’aria durante la notte.
Anche quando dormiamo continuiamo a respirare. Con la respirazione tratteniamo nei polmoni una certa percentuale di ossigeno e l’aria che emettiamo è invece più ricca di anidride carbonica. Via via che le ore passano, l’aria della nostra camera si arricchisce sempre più di anidride carbonica e ad un certo punto la concentrazione di questa sostanza supera i limiti del benessere.
Quali sono questi limiti?
L’aria che respiriamo all’aperto, stando alle nostre memorie scolastiche, è fatta per il 21% di ossigeno e il 78% di azoto, più altri componenti che tralasciamo. L’anidride carbonica (CO2) è presente per il 0,035%... cioè 350 parti per milione (ppm).
L’aria che emettiamo con la respirazione contiene solo il 16% di ossigeno e il 4% di anidride carbonica, cioè 4000 ppm!
Pertanto, quando respiriamo in un ambiente chiuso, l’aria diventa sempre più satura di anidride carbonica. Analizziamo la seguente immagine:
Praticamente con una concentrazione di anidride carbonica pari a 1000 ppm si ha già la sensazione di aria viziata. Secondo la norma tedesca DIN 1946-6 (Ventilazione degli ambienti), negli ambienti abitati non si possono superare i 1000 ppm di anidride carbonica. Con un dosaggio di soli 800 ppm la nostra capacità di concentrazione comincia a diminuire drasticamente. Superati i 1500 ppm si avverte pesantezza, malessere, ed è probabile l’insorgere del mal di testa. In un’aula scolastica, un ufficio, una sala riunioni, si possono raggiungere tranquillamente i 4000-5000 ppm!
Ebbene… non sorprendetevi… ma dormendo in una camera a porta chiusa, non è così difficile raggiungere al mattino una concentrazione di anidride carbonica pari a 1800-2000 ppm. Il mal di testa o il “cerchio alla testa” al risveglio diventano molto probabili.
Alcuni consigli per evitare di svegliarsi col mal di testa:
- Non chiudete la porta della vostra camera, andando a coricarvi
- Nella bella stagione o in climi miti, lasciate la finestra leggermente aperta
Se poi avete bisogno di tutelare la vostra privacy e non volete mettere in crisi il vostro impianto di riscaldamento o l’impianto di raffrescamento… la miglior soluzione è sicuramente l’impianto di ventilazione meccanica controllata, asservito ad un sensore della concentrazione di anidride carbonica.
Quando il sensore misura una concentrazione di CO2 superiore agli 800-1000 ppm (in base alle preferenze), l’impianto entra in funzione e provvede a rinnovare l’aria degli ambienti senza la necessità di aprire le finestre.
Questa soluzione, a mio parere, dovrebbe essere resa obbligatoria per tutti gli edifici scolastici, gli ambienti lavorativi e i luoghi pubblici soggetti ad affollamento.
Fonte immagini: web
Videocorso sulla Ventilazione Meccanica Controllata
Sul canale Tekno Training, alla sezione "Video", è disponibile un videocorso interamente dedicato alla Ventilazione Meccanica Controllata.
In questo articolo ho cercato solamente di spiegare uno dei problemi che possono insorgere nella nostra abitazione: quello della concentrazione di anidride carbonica, facilmente risolvibile con un impianto VMC. Ma il videocorso, della durata di quasi 6 ore, è strutturato per dare una risposta a ciascuna delle tantissime domande che possono riguardare questo impianto domestico:
- Perché dovremmo ricorrere alla ventilazione meccanica controllata?
- Come funziona?
- Che cos’è un recuperatore entalpico?
- Che cos’è un bypass termico?
- Come funziona un filtro elettrostatico?
- Meglio i ventilatori elicoidali o quelli centrifughi?
- Quante tipologie di unità vmc esistono?
- Perchè è meglio utilizzare le unità puntuali a flusso alternato in maniera sincronizzata?
- Meglio le unità puntuali a flusso alternato o quelle a doppio flusso continuo?
- Come si confrontano tra di loro le unità di ventilazione?
- Quali caratteristiche devono avere le tubazioni di un impianto vmc?
- Come si dimensiona un impianto vmc?
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Marco Colmari
Tekno Training - Formazione professionale termotecnica