Storia antica e medievale

Scopri il passato e conosci il presente

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LA PRINCIPESSA SCOTA E IL PRINCIPE GAYTHELOS

2019-11-19 18:18:08

Un'affascinante leggenda celtica, tramandata oralmente dai druidi e poi messa per iscritto nel XI sec., ci fa scoprire perché l'Irlanda venisse chiamata Scozia, come conferma anche Beda il Venerabile e, tramite l'archeologia, quali potrebbero essere i misteriosi intrecci con l'Antico Egitto...

Molto tempo fa, in una terra lontana, si narra che un principe e una principessa salirono al trono con una magnifica cerimonia per diventare Re e Regina della loro gente.

Ma il fato non sarebbe stato benevolo con loro due, né con la moltitudine di cortigiani e funzionari che li stavano festeggiando, poiché molti di loro sarebbero presto stati costretti a fuggire dalle loro case, in cerca di terre meno turbolente, al di là del “Grande Mare”.

L’agitazione politica che circondava questo matrimonio, e le sue implicazioni teologiche, impiegò quasi quattro anni a suppurare e ulcerarsi.

Alla fine, si verificò un sollevamento popolare che costrinse il re e la regina ad abdicare; ma la rivoluzione fu abbastanza pacifica da permettere loro di partire con il grosso della loro amministrazione e dei loro seguaci.

Centinaia di persone vennero costrette a prendere il mare in piccoli vascelli e salpare arditamente verso il Sole morente e una grande incertezza.

Si trattava di un’era in cui molte di queste acque erano ancora inesplorate ma, visto che tornare alle loro case significava morte certa, scelsero il mare nonostante i pericoli.

Alla fine, dopo tanti guai e tribolazioni, la coppia reale e la loro piccola flottiglia scoprirono una nuova terra che sembrava essere molto promettente. Allora questi esiliati decisero di fondare una nuova nazione molto lontano dalla lotta politica e religiosa della loro vecchia madrepatria, l’Egitto.

Il principe e la principessa di questa cronaca scozzese si chiamavano Gaythelos e Scota, ed è dai loro appellativi che si crede provengano i nomi dei popoli gaelico e scozzese.”

Tratto da

Leabhar Gabhála na hÉireannIl libro delle invasioni di Irlanda

Il racconto inizia con i più classici stilemi della fiaba: una principessa e un principe, l'incoronazione, la sala del trono e le cerimonie di corte. Prosegue con le avversità e l'esilio, per poi arrivare alla fondazione di una nuova patria, ma con grande sorpresa finisce per rivelarci che la terra di provenienza e quella di arrivo sono rispettivamente l'Antico Egitto e l'Irlanda celtica!

Follia e menzogna è stato detto di queste cronache medievali, che per molto tempo sono state ritenute dei falsi da considerare solo come degli orpelli folkloristici.

Ma oltre alla lungimiranza dei ''nuovi'' storici e studiosi che prima di buttare via qualcosa al giorno d'oggi, ne valutano qualsiasi possibile traccia con molta più attenzione e, avvalorandosi di altre discipline, arrivano con l'aiuto di altri esperti a delle conclusioni o scoperte prima di oggi inavvicinabili, così l'archeologia ci ha fatto scoprire qualcosa di molto interessante su questo possibile legame tra il mondo dei Celti d'Irlanda e il potente Regno dei Faraoni.

In base a questo, il racconto sulla principessa Scota e sul suo sposo Gaytheos diventerebbe per lo meno verosimile, o comunque la conseguenza di fatti storicamente realmente accaduti, facendoci scoprire come in realtà Scota potrebbe essere stata una delle figlie

niente popò di meno che del faraone Akhenaton, il consorte di Nefertiti e fautore dell'eresia amarniana, che avrebbe provocato uno dei momenti più instabili della vita politica e religiosa dell'antico Egitto, tanto da dare adito all'espulsione della principessa reale e del suo consorte.

Ma quali ritrovamenti archeologici ci fanno supporre una base di verità per questo mito?

Premettendo che nella tradizione orale della storia dei Celti, che veniva rigorosamente tramandata dai druidi, ci sono riscontri che confermerebbero la sua validità, come per esempio il fatto che al tempo di Giulio Cesare queste popolazioni avessero ancora memoria della presa di Roma da parte di Brenno ben quattro secoli prima, e che in Irlanda questi racconti rielaborati a livello di mito abbiano poi dato origine alle opere trascritte dagli studiosi medievali, quali Il libro delle invasioni di Irlanda, tra di essi, recenti scoperte archeologiche hanno fornito una fondata evidenza delle relazioni tra l'Isola di Smeraldo e le terre dei Faraoni.

Nel sito reale di Tara, l'antica capitale dei Re Supremi d'Irlanda, è stato ritrovata la sepoltura di un ragazzo di quindici anni risalente alla metà del secondo millenio a.C., corrispondente alla possibile datazione della leggenda, con una collana di perle in ceramica e altri ornamenti molto simili a quelli di fattura egiziana del tempo.

Da uno studio degli esperti del Trinity College di Dublino, pubblicato nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, si evidenzia che nel DNA degli antichi irlandesi vi siano tracce di connessioni con i popoli mediorientali, oltre che con quelli del bacino del Mediterraneo.

Questo fornirebbe anche una stuzzicante spiegazione per il ritrovamento in Irlanda di un teschio di scimmia nord africana, databile nella stessa epoca. Riguardo a questo curioso reperto, c'è da rimarcare che lo stesso dio egizio Thot era spesso rappresentato dalle sembianze di un babbuino.

Non ultima è da rimarcare la stretta interconnessione tra i vari popoli celtici, che va ben oltre a quanto spesso immaginato, e che era veicolata dagli stretti rapporti tra le varie scuole druidiche, anche su grandi distanze, nonché la consuetudine di arruolare grossi contingenti di guerrieri celtici da parte dei Faraoni, fin da prima della dinastia tolemaica, che aveva consolidato questa tradizione con l'istituzione della Guardia Galata, attiva fino al tempo di Cleopatra VII Tea Filopatore.

Molto probabilmente non arriveremo mai a trarre delle conclusioni storicamente definitive in questo e in altri numerosi casi di intreccio tra Storia Antica e Mitologia, ma possiamo in ogni caso intuirne una correlazione ben più stretta di quanto si poteva precedentemente supporre, e non da meno, possiamo avere l'evidenza di una ben più ampia base di verità riguardo al mito di Scota, che non una semplice opera di fantasia come era stato bollata in precedenza.

Resta a mio avviso il fascino di questa leggenda che trovo ancor più accresciuto  da questi elementi di fondamento dati dall'archeologia e dagli studi più recenti, e che sono stati di grande utilità e stimolo anche per la stesura del mio ultimo romanzo Celtic Saga Libro III Le Sabbie del Destino.

Ti ringrazio dell'attenzione che hai donato a questo articolo e ti invito a seguire il mio canale  Storia antica & medievale.

Un sentito ringraziamento va anche al vero storico professionista, Filippo Scicchitano, che, anche se indirettamente, ha ispirato la scrittura di questo articolo ad un appassionato di storia come me. Ovviamente ti invito a seguire il suo splendido Canale di Cam.TV dedicato alla Storia in modo molto originale e caleidoscopico!

IMMAGINE 4

Author: JohnJDuncan  Description: Hill of Tara 

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Lia_Fail.jpg

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by Christian Biasi