Storia antica e medievale

Scopri il passato e conosci il presente

Storia antica e medievale

Scopri il passato e conosci il presente

IL PLANISFERO PIÙ ANTICO DEL MONDO?

2020-03-06 18:23:41

Un affresco nella città del falco, Hierakonpolis, in Egitto, ha lasciato gli studiosi divisi tra diverse ipotesi, tra cui una, in special modo misteriosa ed affascinante...

Tra il 1898 ed il 1899 l'archeologo ed egittologo inglese Frederick William Green scoprì una parete affrescata all'epoca molto ben conservata, nella tomba classificata con numero 100, durante una campagna di scavi a Nekhen, in Egitto.

La particolarità della rappresentazione di questo affresco nella città del falco, Hierakonpolis, come era chiamata dai Greci Nekhem, ha dato luogo ad accese discussioni in campo accademico e non.

Per prima cosa partiamo dalla sua datazione che è certamente da collocare tra il 3500 ed il 3200 a.C. , ovvero addirittura in piena epoca predinastica, la prima fase di quella che è la classica suddivisione della storia egizia.

Da tenere presente a riguardo di questa epoca è che il clima e la situazione ambientale dell'Egitto era molto diversa dalla successiva, che abbiamo in mente come stereotipo.

Ovvero l'Egitto era molto meno arido delle epoche successive e di come è al giorno d'oggi, e ampie porzioni di territorio che ora è desertico erano in realtà ricoperte da una savana boscosa, dove la fauna e la flora erano molto più rigogliose.

Fatta questa premessa, andiamo ad esaminare quale è il contenuto di questo misterioso affresco e le caratteristiche della sua collocazione.

La tomba che ospita l'opera pittorica è di forma rettangolare con delle dimensioni di 5,10 m. x 2,24 m. ed è separata in due spazi da una parete divisoria. All'epoca in cui Green condusse gli scavi la sepoltura era stata saccheggiata, e gran parte del corredo funerario era stato rubato, restavano comunque dei vasi, degli utensili di selce e delle conchiglie.

Nonostante questo l'eccezionalità dell'affresco ci fa capire che ci troviamo di fronte alla sepoltura di un personaggio importante, che è stato ipotizzato che potesse anche essere un antico re.

La pittura venne staccata da Green e inviata per la conservazione al Museo Egizio del Cairo, dove purtroppo non è stata però ben conservata a causa di un periodo di incuria durato fino al 1910.

Per nostra fortuna però F.W. Green aveva avvedutamente provveduto a fare una copia dell'originale a grandezza naturale (1,50 m. x 4,50 m.), e che è conservata al Griffith Institute di Oxford.

Ma cosa descrive questo affresco, ti starai domandando a questo punto?

Senza dubbio descrive una mappa che a sua volta è stata interpretata dagli egittologi in vari modi, che potremo correlare e tre teorie principali, tutte molto interessanti, ma delle quali quella dello studioso Leon Overbay (1920-2007) risulta la più affascinante.

Vediamo insieme quali sono queste ipotesi.

Gli archeologi francesi Jacques Vandier e Charles Boreux ipotizzarono che le scene descritte dall'affresco siano di una precocissima invasione delle terre del Nilo da parte di una potenza orientale proveniente dall'Asia.

La loro teoria è avvalorata da quella dell'egittologo Walter Emery che mette in relazioni le sei navi rappresentate sull'affresco con quelle del pugnale di Gebel-el-Araq, datato attorno al 3300 a.C. (e quindi possibilmente contemporaneo al nostro affresco), e dove sull'impugnatura spicca la rappresentazione di un personaggio importante, dall'aspetto di un Signore della guerra mesopotamico.

Una seconda ipotesi, che però potrebbe essere avvalorata dal fatto che proprio a Nekhen sono state ritrovate le teste di mazza dei Re Scorpione, rinvenute nel tempio di Horus, è quella della rappresentazione dell'unificazione delle Due Terre, con un evento violento di conquista. Infatti è in questo periodo che tradizionalmente viene attribuita a Narmer – identificato con Re Scorpione II, o al suo predecessore Horo Scorpione, la prima unificazione dell'Alto e del Basso Egitto.

Ma poiché in ogni caso restiamo nell'ambito delle ipotesi, basate su poche certezze tangibili, ma più che altro sulle osservazioni che possiamo fare nello guardare attentamente la rappresentazione dell'affresco in questione, quella che mi affascina di più e quella fatta dallo studioso e intrigante personaggio al secolo Leon Overbay, conosciuto anche come Leon “Flying Eagle”, una specie di Indiana Jones ante litteram, che ha visto in questo affresco la prima rappresentazione del globo terraqueo nella sua interezza, o quasi.

E ad osservare bene il disegno,  con mente aperta e senza pregiudizi di sorta, per certi versi non si potrebbe proprio dargli torto.

Notiamo come nella parte destra una parte di terre emerse, anche se disposte quasi orizzontalmente, ci può ricordare l'America, dove il Cono Sud presenta un disegno che fa subito saltare alla mente la posizione del Rio delle Amazzoni.

Nella parte sinistra invece, potremmo trovare una certa somiglianza più vaga con l'Europa e il Nord Africa, ma se facciamo mente locale alle mappe antiche fino all'epoca medievale e anche più oltre, non ci possiamo stupire di quella dose di stilizzazione che ci serve per arrivare alla conclusione che si potrebbe trattare di un planisfero.

Ovviamente con la quasi totale certezza che non scopriremo mai quale sia la vera natura della rappresentazione dell'affresco della tomba 100 di  Hierakonpolis, possiamo solo viaggiare con la fantasia riguardo a questa ultima affascinante ipotesi!

Io ho personalmente sfruttato questa idea come strumento narrativo nel mio ultimo romanzo Celtic Saga Libro III Le Sabbie del Destino. Ho però ricollocato l'affresco in questione nella capitale del popolo dei Garamanti, che nei tempi antichi occupavano grossomodo il deserto Libico e il Sahara Centrale, e avevano avuto grosse influenze e stretti contatti con il mondo egizio, tanto da aver avuto per una periodo il possesso del trono dei Faraoni.

Ma questa è un'altra storia... che puoi scoprire in un romanzo che ti porterà nell'Egitto al tempo di Cleopatra, e che puoi trovare su Amazon:

by Christian Biasi