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BOUDICCA LA DONNA CHE SFIDÓ L'IMPERO

2019-10-10 16:08:09

Boudicca era una regina degli Iceni nell'Inghilterra sud-orientale. La sua figura è passata dalla storia alla leggenda, e pur incarnando lo spirito di ribellione del suo popolo all'oppressione imperiale romana, forse rappresenta ancor di più quello della rivalsa delle donne contro i diritti violati.

Gli Iceni erano una popolazione celtica che occupava l'attuale contea di Norfolk, e parte del Suffolk, in Inghilterra, rimasta fiera indipendente fino all'invasione romana del 43 d.C. da parte delle legioni sotto l'impero di Claudio Augusto. Proprio a causa delle conseguenze di questi avvenimenti, la vicenda di Boudicca arriverà ad essere tragica e leggendaria.

Innanzitutto dobbiamo precisare che la grafia del nome che ho scelto è quella di Boudicca, come riportata dal testo originale di Tacito, mentre le altre forme come Boadicea o Budicca, si devono attribuire a delle trascrizioni errate degli amanuensi medievali.

Di Boudicca non sappiamo molto, e le fonti principali che ce ne parlano sono due:

Tacito con il ''De vita e moribus Iulii Agricolae'' e Dione Cassio con la ''Storia Romana''.

Ma confrontando le informazioni dei due storici romani con quelle che sappiamo al giorno d'oggi della cultura delle popolazioni celtiche nelle sue differenti fasi si sviluppo, potremo estrapolare delle scoperte o ipotesi molto interessanti e sorprendenti.

Punto di partenza della nostra indagine è la notizia che Boudicca nacque nel 33 d.C. in una famiglia di stirpe nobile degli Iceni, e che come riporta Tacito dall'età di sette anni fino ai quattordici visse presso un'altra famiglia dove apprese la storia, la religione, la tradizione, la cultura e l'arte militare dei Celti. Da questa informazione piuttosto essenziale possiamo già trarre notevoli sviluppi.

Per prima cosa salta agli occhi che la formazione di Boudicca non fosse di poco conto e comprendendo anche quella dell'arte della guerra del suo popolo, ci fa capire che fu istruita per diventare una capo o comunque una figura di spicco nella sua tribù, il che già ci presenta un aspetto molto interessante della condizione della donna presso le popolazioni celtiche, indicandoci che era di paritari diritti rispetto ai maschi, tanto da poter diventare capo e governante e ad avere un'istruzione anch'essa egualitaria, per poter far fronte a tali aspirazioni o doveri. Cosa impensabile nella cultura di altri popoli dell'epoca.

Questa aspetto dell'educazione di Boudicca ci fa capire che era stata mandata presso un'altra famiglia nobile, di stirpe regale probabilmente, e quindi di un'altra tribù, secondo l'usanza del forestage che era praticata a tutti i livelli della società celtica. Da ciò, visto la successiva alleanza in chiave antiromana degli Iceni con i Trinovanti, possiamo dedurre che questo periodo della sua formazione lo avesse passato presso la famiglia reale di queste tribù confinante, in cui, come era consueto durante il forestage, Boudicca aveva sviluppato forti legami di fedeltà e amicizia con i giovani futuri capi dei Trinovanti.

Durante il periodo del forestage di Buodicca avviene proprio l'invasione romana della Britannia e quando nel 47 d.C. lei torna alla sua famiglia e presumibilmente alla sua tribù, la conquista romana è entrata in una seconda fase, in cui si espanderà fino al fiume Humber, consolidando il potere imperiale nel centro e nel sud dell'isola.

Le tribù della Britannia Meridionale, compresa quella degli Iceni, a quel punto erano state assoggettate a forza, o si erano piegate alla potenza di Roma, stipulando trattati e alleanze, che erano sfruttati dai generali di Claudio, per proseguire nell'avanzata verso Nord.

Dopo il suo ritorno Boudicca sposa il nuovo re degli Iceni, Prasutagus, che era stato probabilmente messo sul trono dagli stessi Romani, dopo che nel 47 d.C. il re precedente Antedios si era rifiutato di consegnare le armi ed era stato deposto.

Con Prasutagos, Boudicca ebbe due figlie, e visse in una situazione normale di vita famigliare e di tribù fino al 60 d.C. quando morì suo marito. Gli Iceni fino ad allora avevano conservato una loro relativa indipendenza come stato cliente dell'Impero, ma, come spesso accadeva alla morte del Re alleato, i Romani volevano inglobare totalmente il territorio nei loro domini.

Qui i fatti accaduti sono stati riportati dalle fonti e interpretati, senza tenere conto della cultura celtica e dei suoi usi e costumi, e da questo errore però possiamo trarre ulteriori informazioni sulla nostra regina Boudicca.

É stato sostenuto che re Prasutagos avesse lasciato un testamento in cui dava in eredità il regno degli Iceni metà all'Imperatore (che nel frattempo era diventato Nerone) e metà a Boudicca e alle due figlie. Questo è assolutamente sbagliato o comunque inesatto.

Il ''regno'' perlomeno fino a quell'epoca, non era proprietà dei sovrani celtici, che anche se molto probabilmente si stava passando attraverso ad una mutazione dei costumi, tra un re eletto dall'assemblea dei guerrieri e confermato dai Druidi, a quello di dinastie ereditarie, era in realtà proprietà collettiva della tribù.

Quello che Prasutagos avrà lasciato in eredità, e che quindi sarebbe stato perfettamente divisibile secondo le parti che aveva stabilito, era il suo patrimonio, che sarà stato costituito da mandrie di cavalli, bestiame, ricchezze e altri beni mobili, che erano quelli che garantivano il suo status regale e di nobiltà, all'interno dell'articolato sistema sociale fluido dei Celti.

La trasmissione della regalità era quindi l'eredità patrimoniale, che faceva in modo che chi ne beneficiasse potesse essere re nella tribù, perché con le sue ricchezze poteva provvedere al benessere collettivo. Questo era il senso materiale della regalità presso i celti, che in altro articolo magari affronteremo anche rispetto a quello spirituale e di collegamento con il divino.

Nel 60 d.C. quindi i Romani, per una questione prettamente economica e culturale, poiché era per loro impensabile che una donna potesse ereditare e gestire un tal patrimonio, si appropriarono di tutti e beni lasciati in eredità da Prasutagos e quando Boudicca si fece avanti per protestare e difendere i propri diritti, secondo la tradizione delle leggi celtiche che li garantivano, la perseguirono con efferata crudeltà.

La regina degli Iceni fu spogliata e fustigata un pubblico, e le due figlie ancora adolescenti subirono abusi e violenza da parte dei legionari sotto i suoi occhi.

La descrizione di Boudicca che ci viene fatta da Dione Cassio è questa:

''Era una donna molto alta e dall'aspetto terrificante. Aveva gli occhi feroci e la voce aspra. Le chiome fulve le ricadevano in gran massa sui fianchi. Quanto all'abbigliamento, indossava invariabilmente una collana d'oro e una tunica variopinta. Il tutto era ricoperto da uno spesso mantello fermato da una spilla. Mentre parlava, teneva stretta una lancia che contribuiva a

suscitare terrore in chiunque la guardasse.''

Con quanto accadutole, e poiché dopo la violenza romana e il calpestamento dei suoi più elementari diritti (da non dimenticare che la violenza sulle donne presso i Celti era punita severamente, fintanto anche quella verbale oltre che fisica), Boudicca ebbe la forza e l'autorità di sollevare una tremenda ribellione contro i Romani. Non ci dobbiamo dunque stupire della descrizione di donna terribile di Dione Cassio, in quanto ci narra di una Regina scesa sul piede di guerra, spinta dall'amore per il proprio popolo, ma soprattutto dalla volontà di rivalsa per quello che erano stati i propri diritti fondamentali negati, e per il profondo dolore proprio e delle figlie.


Da lì tra il 60  e il 61 d.C. la rivolta che scosse l'Impero, con tre delle città più importanti dei Romani in Britannia distrutte, Camolodonum (Colchester), Londinium (Londra), Verulanium (St. Albans), e la battaglia vinta contro la Legio IX Hispanica.

Ma lo scontro finale delle forze di Boudicca contro le due legioni comandate dal proconsole Gaio Svetonio Paolino non arrise ai ribelli e la regina degli Iceni forse perse la vita nella battaglia stessa o come riportano nell'ordine Tacito e Dione Cassio, si avvelenò per non cadere nella mani dei Romani o si ammalò gravemente e morì poco dopo.


Una storia e una tragedia che nella realtà supera la finzione e l'inventiva dell'epica, e che ci da un ritratto di una donna che con coraggio ha portato avanti una delle prime lotte della storia che sono giunte fino a noi per la difesa dei propri diritti, di quelle delle sue figlie e del suo popolo, di fronte all'oppressione che riduceva a nulla le leggi e le consuetudini di una cultura che metteva sullo stesso piano di uguaglianza uomini e donne. Queste è secondo a mio avviso il profondo significato della vicenda della Regina Boudicca degli Iceni che è arrivata fino a noi attraverso due millenni di storia.

E tu che con pazienza sei arrivato a leggere questo articolo fino alla fine, cosa ne pensi?


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by Christian Biasi