Stefania Mana

Semplicemente, rallentare

2018-11-23 15:43:22

Rallentare, un verbo che fatichiamo a prendere in considerazione.

Un po’ perché nella nostra cultura una persona lenta è spesso considerata pigra o fannullona. Un po’ perché viviamo in una società frenetica, dove se hai più cose da fare sei più figo, se esci per ultimo dall’ufficio sei più impegnato e dedito. Scadenze, notifiche, appuntamenti, lista delle cose da fare e tabelle di marcia fanno parte di noi. Noi, sempre più stressati e di corsa.

Ma rallentare, a volte, è necessario, ed è anche bello.

Due cose mi hanno fatto riflettere.

  1. Sentire la mia voce, al mattino, che ripeteva ad Adelaide (treenne) – Dai, che altrimenti arriviamo in ritardo! Veloce, che ci sono le maestre che ti aspettano! – e osservare le sue espressioni. Ho iniziato a puntare la sveglia mezz’ora prima, così possiamo fare tutto con più calma e serenità.
  2. La gravidanza di Gaia, la nuova sorellina di Adelaide. Nonostante abbia lavorato fino all’ultimo, seguito corsi e partecipato a una fiera col mio bel pancione, ha pensato a tutto il mio corpo. Eh già, perché nei nove mesi sia il corpo che la mente rallentano, invitando al riposo. Le onde cerebrali sono più lente, la memoria è meno efficace, ma si intensifica l’attività dell’emisfero cerebrale destro, l’area del cervello deputata all’inconscio e alle emozioni. In pratica il corpo prepara la donna a diventare mamma e a rispettare i ritmi lenti di una nuova creatura!

La vita è una serie di cambiamenti spontanei e naturali. Non opporre loro resistenza: questo crea solo dispiacere. Lascia che la realtà sia realtà. Lascia che le cose fluiscano naturalmente in avanti in qualsiasi modo loro piaccia.
Lao Tzu

Questi cambi di velocità servono per riflettere, godersi il presente e farsi le giuste domande.

Chi siamo? Qual è il nostro perché in ciò che facciamo? Quello che abbiamo fatto fino adesso è quello che desideriamo o è il momento di cambiare qualcosa?

Se capitano momenti in cui è necessario rallentare, accogliamoli e ringraziamo.

Ne verrà fuori sicuramente qualcosa di buono e migliore. Un po’ come la Tartaruga di Bruno Lauzi, che ha trovato la felicità solo nel momento in cui ha smesso di correre come un siluro e andando piano ha scoperto boschi di carote e mari di gelato!

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