Silvia Simona Biolcati Rinaldi

- UNA SEMPLICE MACCHIA DI INCHIOSTRO - Alcune volte i viaggi più belli sono quelli che ci portano in posti sconosciuti, a lungo ipotizzati, sognati, ricreati nella nostra immaginazione anche con un certo timore e che alla fine, quando ci sei dentro, ti rendi conto che la realtà supera di gran lunga le aspettative e tutto quello che avevi fantasticato fino a quel momento, non tanto per il succedersi degli eventi, che avrebbero anche potuto in qualche modo essere previsti, quanto per l’entità delle emozioni capaci di provocare certi incontri, certi sguardi, certi gesti, sensazioni che sembrano essere rimaste lì sopite per anni e secoli e che improvvisamente, come allo sciogliersi di un potente incantesimo, ritrovano la luce del sole. Le emozioni quelle, è difficile riuscire a immaginarle o prevederle senza averle vissute davvero, almeno quanto è impossibile dimenticarle dopo, quando ti sono entrate nel profondo dell’anima e ti hanno percorso interamente le vene. Avviando il motore capii immediatamente che il mio viaggio su quella strada percorsa già molte volte sarebbe durato più del solito. Ero sola e dovevo affrontare quasi 400 km, la mia indole fin troppo riflessiva mi stava già chiedendo di sollevare un pochino il piede dell’acceleratore in modo da darle il tempo necessario per pensare, ragionare ed abituarsi alla nuova situazione alla quale la stavo sottoponendo, come se i mesi precedenti, dedicati alla preparazione e all’organizzazione di quello che sarebbe successo di lì a poco, non fossero ancora stati sufficienti. La verità è che non si è mai pronti a certe situazioni, e anche nelle condizioni più positive, anche se l’idea stessa di viverle ci riempie di emozione o di eccitazione, vorremmo rimandare quei giorni, quei momenti all’infinito, non fosse altro che per avere la certezza di tenerli lì cristallizzati per sempre. Nel mio caso però era l’incertezza che riusciva in qualche modo a rallentarmi e forse anche a spaventarmi. Normalmente il giudizio degli altri non mi aveva mai toccata più del dovuto ma questa volta era diverso. Avevo scritto km di parole che mi raccontavano, che parlavano di me senza nascondere nulla, fiduciosa in quel celebre aforisma secondo il quale "se parli col cuore la gente di cuore ti capirà". Dovevo prendere atto che questo concetto mio malgrado, applicato alla realtà non aveva mai reso buoni frutti, forse non avevo mai tirato fuori abbastanza cuore come credevo, forse avrei dovuto rischiare di più, ma l’incentivo che mi proponeva la società nella quale avevo vissuto fino a quel momento non era certo incoraggiante e anzi mi dava continuamente prova di andare in un'altra direzione. Quando scrivevo era tutta un’altra cosa. Con la penna non avevo timori, non avevo pudori, non avevo scudi o armature, non avevo mai cercato di proteggere o centellinare le mie emozioni per paura che venissero calpestate. Mi ero imposta questa regola: quando parlavo per mezzo di una penna sarei stata niente di più e niente di meno di quella che sentivo di essere, senza temere di deludere le aspettative di chi mi stava leggendo e in qualche modo questo sistema aveva sempre funzionato. Normalmente chi aveva deciso che valeva la pena prendersi l’onere di leggere le mie distese di infinite parole e dargli l’attenzione che secondo me meritavano sembrava armato dallo stesso spirito di autenticità che stava guidando anche me. Non so se fosse perché portavamo lo stesso cognome, per semplice curiosità o solo per noia, una piccola parte di me ad un certo punto cominciava davvero a pensare di essere brava con la penna e di riuscire a canalizzare l’attenzione di persone in grado di riconoscere le parole sincere, quelle che arrivano dritte e pulite come una freccia in un bersaglio. Fatto sta che Il gruppo che aveva creato Rodolfo e che adesso contava ben 170 membri non sembrava fare eccezione a questa regola. Tutte quelle persone non mi avevano mai incontrata di persona (... Continua sul mio profilo fb)

Silvia Simona Biolcati Rinaldi

Silvia Simona Biolcati Rinaldi

Leggo "quando il vento smetterà di soffiare a favore... e allora ci ritroveremo tutti col culo per terra, e un po' più soli". Tranquilla bambina, ALle mezze persone come te, che del vento han fatto il loro principale mezzo di trasporto, c'è sempre qualche ingenuo pronto ad offrire un posto prestigioso...e sempre senza averne alcun merito! Eventualmente ne riparleremo domani, quando la tua espressione sarà cambiata per le porte sbattute in faccia, e il tuo sorriso sarà tirato per lo sforzo di non rispondere alle provocazioni e alle assurde giustificazioni allegate alle pugnalate piantate sotto le scapole da chi credevi amico. Penso che nessuno dovrebbe elargire lezioni di vita, ma per lo meno prima di farlo smetti di essere semplicemente una femmina in cerca di appoggio e consensi e incomincia ad essere una donna che cammina con le sue gambe ...se ce la fai!!! Silvia-

1 2 3 4 5 6