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Scrivere: dal significato etimologico della parola al “senso” di una professione
Ognuno di noi ha a che fare quotidianamente con l’attività di Scrivere (chi per hobby, chi per professione). Ma scommetto che pochi si sono chiesti il significato originario e profondo del verbo “scrivere”. Vogliamo provare insieme a ricavare l’etimologia di questo termine così utilizzato?

Il verbo “scrivere” deriva dal latino “scribere”, che etimologicamente vuol dire “incidere”, “lasciare impressi dei segni”. Possiamo quindi immaginare l’atto dello scrivere come un atto scultoreo: il legno, la roccia, il marmo, rendono meglio la fatica di questa scrittura iniziale e, di conseguenza, l’attenta valutazione di cosa incidere.
La necessità di scrivere è quella di fissare la parola per poterla consultare e per poterci, appunto, dialogare.
Che sia una legge (“scribere legem”) o un contratto, che si tratti di versi poetici o di un racconto, l’incisione riguarda esclusivamente una parola importante e ricca, che superi i confini della comunicazione.
Anche i testi sacri delle principali religioni rispondono a tale esigenza.
La scrittura- anche se dall’incisione siamo passati alla digitazione- resta ancora oggi la custode migliore di ciò che crediamo un valore, un esempio, un prototipo di bellezza. Quel che resta di noi, infatti, sono spesso parole scritte.
Lo scrittore è proprio colui che sa individuare e scegliere le parole da salvare dal flusso indistinto della comunicazione mondana e dall’inesorabilità del tempo che scorre. L’altro polo della sua parabola è sempre il lettore, un nome che ha una storia interessante.
Ve la racconterò la prossima volta!