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Povera lingua italiana: siamo nel 2020, ma è sempre più bistrattata

02/01/2020, 14:20

Fateci caso: la nostra lingua italiana non se la passa affatto bene. Basta leggere alcuni post pubblicati sui social per accorgersi che, purtroppo, gli errori grammaticali sono molto frequenti (talvolta anche imperdonabili!). Tra i propositi del nuovo mettiamoci quello di rispettarla di più.

Lingua italiana sempre più bistrattata dagli stessi italiani che dovrebbero invece rispettarla. I motivi sono tanti: oltre ad una scarsa alfabetizzazione, vi è un’invasione di neologismi provenienti soprattutto dalla lingua inglese e francese, un utilizzo sempre più strumentale della scrittura attraverso i social network, una scarsa attitudine alla lettura (tutti vogliono scrivere, ma pochi leggono libri).


Gli errori più frequenti


Se leggiamo qualche post o commento sui social network ci accorgiamo facilmente che almeno uno su due presenta degli errori grammaticali anche rilevanti. Altre volte si tratta di semplici imprecisioni che però rendono meno scorrevole un testo e che, con un po’ di attenzione, potrebbero essere evitate. 


Quali sono gli errori grammaticali più frequenti nella lingua italiana?


Partiamo dal primo, il più diffuso in assoluto tra gli italiani (anche tra quelli che si vantano di conoscere bene la loro lingua madre): l’apostrofo. Almeno il 70% degli italiani sbaglia a mettere l’apostrofo alle parole, soprattutto perché dimenticano la regola principale: si utilizza esclusivamente per le parole femminili (un’amica, un’idea) e non per quelle maschili (un ordigno, un amico).


Regna la più totale confusione su un altro segno altrettanto diffuso nella lingua italiana, ossia l’accento. Un italiano su due continua a sbagliare il troncamento della parola “poco”, che è “po’” e non “po’”.


Altra questione che lascia i fruitori della lingua italiana alquanto perplessi riguarda “Qual è?”, che va senza apostrofo (la maggior parte delle persone lo sbaglia).


Uno degli ambiti più “spinosi” della lingua italiana riguarda sicuramente l’uso del congiuntivo. Oltre il 60% degli italiani commette errori sul congiuntivo sia parlando che scrivendo!


Altri, invece, confondono spesso “dà” (verbo) con il “da” (preposizione), e tendono ad accentare altri verbi simili, come “fa” (fare) e “và” (andare).


Il 55% degli utenti inoltre è abituato (erroneamente) ad accentare le locuzioni “qui” e “qua” come fanno con “lì” e “là”.


C’è anche chi non sa se scrivere “purtroppo” o “pultroppo”: la prima formula è quella corretta, ma per molti non è così scontato come sembra.


Esiste parecchia confusione anche circa l’uso della “c” e della “q” nella lingua scritta. Ci sono parole che si scrivono senza la “q” e quindi con la “c”: evacuare, proficuo, promiscuo, innocuo, scuotere, ecc.


Molti non sanno distinguere invece il “ne” dal “né” (e anche se riesce a farlo, è molto probabile che confonda l’accento acuto con uno grave).


Altra nota dolente nella lingua italiana è la punteggiatura. Oltre al fatto che il punto e virgola sia scomparso, si nota anche una certa libertà nell’utilizzo degli altri segni di interpunzione. Ci sono invece regole precise al riguardo che andrebbero rispolverate e applicate. 


Che ne dite se quest'anno ci dedicassimo a riprendere in mano i libri di grammatica per darci un'occhiatina?