Scrivere che passione

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Diario di Viaggio: perché è utile scriverlo

05/12/2019, 11:33

La scrittura di viaggio nasce dall’esigenza di fissare sulla carta luoghi, sensazioni ed emozioni vissute durante un viaggio. Da adolescente avevo un diario vero e proprio, scritto a mano su un quaderno dalla copertina colorata, arricchito di foto e fiori lasciati a seccare tra le pagine. Voi?

I primi racconti di viaggio risalgono all’epoca greca e latina ma per avere davanti un  reportage dobbiamo risalire al 1300, quando Marco Polo dettava a Rustichello da Siena il diario del suo viaggio in Cina.


Per avere un diario di viaggio vero e proprio dobbiamo arrivare al 1817. Era usanza che il debutto nell’alta società europea avvenisse, per la nobiltà, compiendo il Grand Tour, un viaggio che portava a visitare paesi e città e che aveva spesso l’Italia come meta d’elezione (Roma, Venezia, Firenze). Il celebre Viaggio in Italia di Goethe rientra proprio in questa usanza.


I diari di viaggio più conosciuti dell’epoca moderna sono senz’altro le scritture di Chatwin (Che ci faccio qui?-  Le vie dei canti – Patagonia) e Sulla strada di Kerouac.

Indimenticabili i reportage di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore che in un bellissimo libro “Ancora un giro di giostra” ha raccontato il suo ultimo viaggio e il congedo dalla vita.


Diario di Viaggio: caratteristiche


Un elenco di dati, informazioni, orari alberghi e hotel consigliati non è un diario di viaggio ma è una guida.


Il diario di viaggio osserva i luoghi nella loro conformazione territoriale, geografica; non può prescindere dall’osservazione delle persone e dalle loro abitudini di vita. In un diario di viaggio c’è posto per emozioni, pensieri, sensazioni.


Ho potuto sperimentare personalmente quanto la scrittura di viaggio, in particolare la scrittura che sente e racconta le emozioni, faccia bene e restituisca un’esperienza più intensa permettendo di approfondire la conoscenza di se stessi.