Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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CHE COSA PUÒ VIVERE NEI LAGHI DI MARTE?

26/09/2018, 21:06

Dopo la storica scoperta del lago di acqua salata sotto la superficie di Marte, gli esperti stanno fantasticando sulle creature viventi che potremmo incontrare in un luogo tanto ostile alla vita. A darci validi indizi è una categoria di esseri viventi terrestri: gli estremofili, ovvero creature che vivono negli ambienti più estremi. ANTICA GLORIA. Un tempo Marte era coperto d'acqua liquida e (in teoria) poteva essere pieno di vita. Oggi sappiamo che un po' di quell'acqua è rimasta, ma è difficile immaginarsela piena di pesci. Soprattutto considerando che l'acqua in questione si trova a 1,5 km di profondità, nei pressi del polo sud marziano. INOSPITALE. Se fossero teletrasportati in quel lago, quasi tutti gli animali terrestri morirebbero all'istante - anche a causa della temperatura di -70°C. I pochi superstiti, come i vermi in grado di sopravvivere al freddo artico, perirebbero invece per l'elevata salinità. Senza contare la mancanza della complessa catena alimentare in grado di sfamare i grandi organismi. Altri misteri del Pianeta Rosso su Focus 312, in edicola. | Focus 312 NON PER TUTTI. Ci sono però esseri viventi microscopici in grado non solo di sopravvivere a temperature glaciali, ma addirittura di prosperare circondati da una quantità di sale tossica per molti altri. Si tratta degli alofili, letteralmente, "amanti del sale". Molti alofili sono estremamente resistenti sia ai raggi UV, sia al freddo estremo. Alcuni - e tra questi il fungo Aspergillus penicillioides, il batterio Halanaerobium e gli archeobatteri - sono i terrestri favoriti in una gara di sopravvivenza nella salatissima acqua marziana. IL SALE DELLA VITA. Tuttavia, anche se intuiamo che il lago marziano è estremamente salato (altrimenti l'acqua si ghiaccerebbe), non possiamo sapere quale tipo di sale contiene. Un dettaglio non da poco: alcuni sali possono impedire il funzionamento di proteine, membrane e altri sistemi da cui dipende la vita. Mentre sulla Terra abbonda il "sale da cucina", sul Pianeta Rosso sono comuni i solfati, che alla vita che conosciamo non fanno bene. Il cloruro di magnesio e i perclorati potrebbero dare una spinta in più alla vita, favorendo l'attività cellulare, ma, probabilmente, non abbastanza. Molecole organiche su Marte: come ci sono arrivate? SOPRAVVIVERE... Per quanto molte specie terrestri potrebbero probabilmente sopravvivere nell'ambiente chimico del lago marziano, la temperatura non lo consentirebbe: è troppo freddo per permettere il funzionamento delle cellule. Per quello che ne sappiamo il limite è compreso fra i -20 e i -40 °C: al di sotto di questa temperatura, nessun organismo conosciuto è in grado di mantenersi attivo. Tuttavia, se Marte ha mai sviluppato la vita, è qui che ne troveremo le tracce. Nel lago marziano cercheremo dunque microrganismi in "letargo", e se avremo fortuna dovremo poi anche cercare di distinguere i marziani originali dagli ospiti arrivati dalla Terra a cavallo di un meteorite, di un'aurora o di una sonda spaziale. VIAGGIO NEL TEMPO. Come macchine spente, organismi monocellulari potrebbero essere rimasti per milioni di anni in quella camera di conservazione sotterranea. Ammesso che esistano, l'interruttore per il loro risveglio è un clima più favorevole, che potrebbe riattivare il loro motore della vita e l'inevitabile evoluzione che comporta. Ma questa sarebbe un'altra storia.

Rosa Borgia

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Porti, il governo conferma: Reggio e Villa sotto l'egida di Messina

26/09/2018, 21:03

Il governo M5S-Lega non intende fare passi indietro sull'annunciata riforma delle autorità portuali italiane. Dunque, il destino di Reggio e Villa San Giovanni sarà legato a quello di Messina. La conferma è arrivata oggi in commissione Trasporti nel corso della risposta fornita dal sottosegretario Michele Dell'Orco all'interrogazione presentata dalla deputata calabrese del Pd Enza Bruno Bossio, preoccupata per il trasloco nell'orbita messinese di due porti calabresi, peraltro non lontani dall'hub rappresentato da Gioia Tauro. L'esponente dell'esecutivo giallo-verde ha sostanzialmente ribadito, seppur in una sede istituzionale, quanto aveva annunciato nelle scorse settimane il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Presto nascerà una nuova autorità portuale, quella dello Stretto di Messina, alla quale faranno capo i porti di Messina e Milazzo per la Sicilia e di Reggio Calabria e Villa San Giovanni per la Calabria. “La nuova Autorità di sistema portuale dello Stretto – si legge nella risposta fornita dal sottosegretario all'interrogazione – che, oltre ai porti di Messina, Milazzo e Tremestieri già facenti parte dell'Autorità portuale di Messina, ricomprenderà anche i porti di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni, appare certamente aderente alle caratteristiche dell'economia marittima e ai flussi di mobilità richiamati”. Il riferimento è al porto di Messina, che nel 2017 ha movimentato circa 11 milioni di passeggeri. Dall'Orco assicura che la rivisitazione “verrà veicolata con il primo strumento normativo utile e con il necessario coinvolgimento di tutti gli enti interessati”. Nell'interrogazione Bruno Bossio chiedeva pure quale fosse il destino del collegamento veloce tra Reggio Calabria e Messina, considerato che la convenzione sottoscritta dalla società “Liberty Lines” scade il 30 settembre. Sul punto il sottosegretario ha assicurato gli uffici del Mit “hanno da tempo attivato tutte le procedure al fine di assicurare la continuità del servizio ed evitarne l'interruzione”.

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Sempre più visite in agriturismo, mercato da 1,4 miliardi: boom in Sicilia e Calabria

26/09/2018, 20:57

Non si arresta la crescita del settore dell'agriturismo in Italia. Confermando un trend che va avanti da almeno 10 anni, nel 2017 le aziende agrituristiche autorizzate sono 23.406 (+3,3% sul 2016), mentre i clienti sono arrivati a 12,7 milioni (+5,3%). Un settore, si legge nell'ultimo report dell'Istat dedicato al comparto, che nel 2017 vale 1,36 miliardi di euro, con una crescita del 6,7% solo sul 2017. Mentre continua a crescere il comparto, cambia, anche se lentamente, la fisionomia degli agriturismi che diventano più 'rosa', in grado di offrire una gamma più ampia di servizi oltre a vitto e alloggio e anche di ottenere certificazioni Dop e Igp per i cibi di loro produzione. Secondo il rapporto Istat, le aziende gestite da donne nel 2017 hanno registrato una maggiore crescita rispetto a quelli a conduzione maschile (+4%, contro il 2,9%), con un incremento soprattutto al Sud (+7,9%) grazie al +20,% della Sicilia ed al +16% della Calabria. Attualmente oltre un'azienda su tre è 'rosa' (il 36,2%), con la maggior concentrazione in Toscana, dove le 1.789 aziende rappresentano il 39,2% del totale. Ma gli agriturismi si evolvono anche migliorando la qualità della propria produzione, con quelli certificati Dop e Igp che passano fra il 2011 ed il 2016 da 791 a 2.533 unità. Allo stesso tempo, prosegue la tendenza a differenziare la tipologia delle attività agrituristiche offerte: "8.225 aziende svolgono sia alloggio sia ristorazione, 10.757 offrono oltre all'alloggio altre attività agrituristiche e 1.987 propongono tutte le quattro tipologie agrituristiche (alloggio, ristorazione, degustazione e altre attività)". In oltre il 55% dei casi, ormai vengono offerte anche attività di equitazione, escursionismo, trekking o fattorie didattiche. Se poi si guarda ai dieci anni precedenti, la sensazione è quella di un vero e proprio boom, con tassi di crescita tutti in doppia cifra: +32% il numero di aziende, +40% i posti letto, +66,7% le piazzole di sosta, +37% i posti a sedere e, soprattutto, una crescita del 54% del numero delle presenze.

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