Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Bolzano è la provincia dove si vive meglio. La peggiore? Vibo Valentia

19/11/2018, 00:02

È Bolzano la provincia dove si vive meglio in Italia, seguita da Trento e Belluno. Balzo indietro della capitale: Roma retrocede di 22 posizioni. Male anche Venezia. Stabili Napoli (in terzultima posizione) e Palermo (al 106 posto). PUBBLICITÀinRead invented by Teads Fanalino di coda Vibo Valentia. Insomma la provincia altoatesina, come era stato nel 2017, si conferma luogo del miglior vivere. Si evince dall'indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane realizzata da Italia Oggi (in edicola domani) con l'Università La Sapienza di Roma, giunta alla 20esima edizione. La ricerca fotografa modelli virtuosi, criticità e cambiamenti in atto nelle province e nelle principali aree del Paese. Sono nove le griglie dell'analisi: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita, con 21 sotto dimensioni e 84 indicatori di base. ANSA Dalla quarta alla decima posizione si trovano tutte città che hanno recuperato rispetto all'anno scorso, salvo una, Treviso, che è passata dalla sesta alla nona posizione. Al quarto posto Siena, che ha recuperato sette posizioni (era undicesima), seguita da Pordenone, che passa dalla nona alla quinta, e da Parma, che ha guadagnato una posizione rispetto al 2017 (era settima). In forte ascesa Aosta e Sondrio, rispettivamente al settimo e ottavo posto, partendo dal diciottesimo e dal sedicesimo della passata edizione. Decima Cuneo, che ha guadagnato tre posizioni. Il 2018 è l'anno delle conferme, sia di alcune performance sia di alcune tendenze emerse nelle precedenti indagini: dallo sfumare del contrasto Nord-Sud in termini di buona qualità di vita legata al benessere economico, all'acuirsi del divario fra piccoli centri (in cui si vive meglio) e grandi centri urbani, in cui la vita è invece sempre un po' più difficoltosa. Fenomeno testimoniato, fra l'altro, dal brusco scivolone della capitale, scesa dal 67mo all'85mo posto della classifica. Elevato il calo anche a Bari (dal 96mo al 103mo posto) e a Firenze (dal 37mo al 54mo posto). Tendenzialmente, comunque, nei capoluoghi di regione la qualità della vita è aumentata, salvo che in sette città. Oltre che a Bari e a Firenze, a Catanzaro (dal 92mo al 95mo posto), all'Aquila (dal 68mo al 72mo), a Potenza, che ha perso 20 posizioni (ora è 64esima), arretramento simile a Venezia (al 62mo dal 41mo posto). Di Roma si è già detto, Torino ha perso una posizione, ed è 78esima. Stabile invece la qualità della vita a Napoli (108) e a Palermo (106), che si mantengono sui medesimi livelli del 2017. Come si vive in Italia? Nell'insieme, un po' meglio: nel 2018 sono infatti 59 su 110 le province in cui la qualità della vita è risultata buona o accettabile, rispetto alle 56 del 2016 e del 2017: si tratta del migliore dato registrato negli ultimi cinque anni. Stabile la situazione del Nord Ovest e del Mezzogiorno, in netto miglioramento quella del Nord Est e del Centro (Roma a parte). Le migliori performance sono delle piccole città: ottime le posizioni di Siena, Pordenone, Parma, Aosta, Sondrio, Treviso e Cuneo. Treviso, in particolare, risulta la provincia più sicura d'Italia. Trento, Bolzano e Bologna le realtà più positive per affari e lavoro. Parma, Siena, Trento e Piacenza quelle con la migliore offerta finanziaria e scolastica; Isernia, Pisa, Ancona, Siena e Milano quelle con il più efficiente «sistema salute». Maglia nera alla calabrese Vibo Valentia, in coda alla classifica in compagnia di Catania, Napoli, Siracusa e Palermo: cinque province ricche di bellezze architettoniche e naturali che tuttavia non riescono a fare il salto di qualità.

Rosa Borgia

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Giovane italiano inventa l’impianto che salverà il pianeta: trasforma i rifiuti in carburante a soli 29 euro

18/11/2018, 23:57

Si chiama Gianluca Gatto, è un giovane napoletano di 33 anni ed è l’uomo più ricercato dalle compagnie petrolifere di tutto il mondo, perché ha inventato un dispositivo casalingo in grado di trasformare i rifiuti domestici in biocarburante compatibile con tutti i motori diesel. Grazie al finanziamento ottenuto dall’Unione Europea è riuscito a costruire il primo prototipo funzionante dell’impianto, il quale, spera, sarà presto immesso sul mercato a un prezzo accessibile a tutti.*Ecco l’intervista di VesuvioLive a Gianluca Gatto:Ci spieghi in cosa consiste il tuo progetto e come funziona? Il dispositivo che ho inventato, e al quale ho dato come nome EcoParthenope, non è altro che un macchinario analogo a quelli già in grado di ottenere un combustibile a partire dalle biomasse attraverso l’attivazione di un processo chimico. EcoParthenope tuttavia presenta diversi vantaggi: prima di tutto è un apparecchio domestico, dunque di piccole dimensioni e compatibile con buona parte – non tutti – dei rifiuti organici che può dare un normale nucleo familiare. In secondo luogo, non sottrae risorse alimentari né terreni destinati alla coltivazione di generi alimentari per la popolazione: il Brasile, che è tra i primi produttori al mondo di bioetanolo, ha sottratto risorse alimentari alla sua popolazione, anche perché alcuni produttori hanno puntato sul bioetanolo perché rende più ricavi, provocando perciò un aggravarsi della situazione di fame e povertà nelle fasce più basse della popolazione. Se gli alimenti servono a produrre esclusivamente carburante, è ovvio che il prezzo di quelli destinati al consumo umano diventino più cari, poiché non si può agevolmente soddisfare la domanda di cibo. EcoParthenope, invece, utilizza gli scarti che sarebbero stati comunque gettati via, mentre quelli non compatibili con il macchinario andranno nel normale cestino della raccolta differenziata.Quanto costerà EcoParthenope?Il prototipo di EcoParthenope oggi costa diverse migliaia di euro, ma conto di riuscire a venderlo a prezzi accessibili a tutti affinché vi sia un vantaggio consistente per la popolazione. Ci sono varie compagnie petrolifere e aziende specializzate interessate al brevetto, se si verificheranno le condizioni adeguate il loro aiuto sarà determinante per la commercializzazione a basso costo nel breve periodo. In caso contrario sceglierò una strada diversa, più autonoma e, allo stesso tempo, necessariamente più lunga. Il mio sogno è quello di vendereEcoParthenope al prezzo di 29 euro, accessibile veramente a tutti.Qual è l’impatto ambientale del carburante prodotto con la tua invenzione?È molto minore rispetto a quello del normale gasolio, poiché la quantità di carbonio liberata durante la combustione era quella già presente nell’atmosfera quando si sono formati sia gli organismi animali che quelli vegetali, poi convertiti. Se un ordinario biodiesel riduce fino a quasi dell’80%le emissioni nette di biossido di carbonio (CO2), quello di EcoParthenope innalza ulteriormente quella percentuale, visto che non devono essere conteggiate le emissioni date dalla coltivazione e dal trasporto delle materie prime. Se, inoltre, dotiamo gli impianti di scarico di auto, moto e altri mezzi di appositi catalizzatoriabbassiamo sensibilmente anche i livelli di ossidi di azoto.Ci racconti come è nata la tua idea?In realtà non c’è una vera e propria storia dietro, si tratta semplicemente diun’idea che mi circolava in testa sin dai tempi del liceo, quando non avevo mai abbastanza soldi per la miscela nel motorino. Pensavo che sarebbe stato bello produrre carburante a basso costo utilizzando comune materiale di scarto, e scoprii che qualcuno, nel mondo, già riusciva a fare qualcosa di simile. A me serviva lo step successivo. In questo modo nacque la mia passione per la scienza, così mi sono laureato e specializzato nella facoltà diIngegneria Chimica all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

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Archeo-Geo Tour al castello Calatabiano

18/11/2018, 23:39

Il percorso inizia dalla storia geologica delle rocce risalenti a circa 40 milioni di anni fa che costituiscono l’antica rupe per poi giungere al castello, su una collina a 220 metri di altezza. In seguito viene raccontata la storia di questa antichissima fortezza bizantina e successivamente castello arabo-normanno che vanta 2300 anni di storia. Al termine del tour è possibile osservare il castello e il bellissimo paesaggio che lo circonda con il drone in tempo reale, attraverso un monitor o un visore.

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