Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Lo zucchero muscovado, anche noto come Khandsari e Khand, è poco conosciuto e spesso confuso con lo zucchero di canna: è di colore marrone parzialmente o totalmente raffinato dotato di un caratteristico sapore di melassa, essendo uno degli ingredienti principali. Possiede molte proprietà benefiche per il corpo essendo esfoliante, antisettico e antiossidante. Usato per facili scrub di bellezza per viso e corpo, ma anche come dolcificante in cucina. sono in molti a classificarlo all’interno degli zuccheri integrali. Questo tipo di zucchero è a tutti gli effetti del tipo di canna centrifugato e poi raffinato, e il suo livello di depurazione varia a seconda dei processi con cui lo si lavora. Al termine gli viene aggiunta anche la melassa. A differenza dello zucchero granulare, e quindi quello bianco o grezzo, quello muscovado possiede maggiori minerali, motivo per cui è considerato da molti più sano e più nutriente, ecco perché viene spesso scelto in cucina come ingrediente base per le produzioni dolciarie. Originario delle Filippine, il muscovado è leggermente più granuloso rispetto alla maggioranza degli zuccheri di canna. Questo tipo di zucchero è soprattutto integrale, ed essendo poco trattato, è ricco di principi nutritivi che solitamente si perdono nella raffinazione dello zucchero bianco e degli zuccheri di canna grezzi. Qui uno schema delle proprietà contenute: Calorie 383 kcal Fosforo (P) 3,9 mg max Sali minerali totali 740 mg max Potassio (K) 100 mg max Calcio (Ca) 85 mg max Magnesio (Mg) 23 mg max Ferro (Fe) 1,3 mg max E’ da tenere a mente che risulta ipocalorico rispetto ad altri zuccheri ed infine, se prodotto in condizioni controllate, ha valori nutrizionali migliori rispetto a zuccheri di questo genere o ad altri tipi solitamente utilizzati, specie se confrontato con quelli raffinati. Viene usato solitamente per le bevande (calde, come il caffè, e fredde, come spremute, succhi ed estratti), per il cibo (ad esempio nella macedonia) e per le ricette di pasticceria; ma non solo: una parte della produzione è destinata agli alcolici. Può essere sostituito dallo zucchero di canna nella maggior parte delle ricette riducendo leggermente il contenuto liquido totale.

Rosa Borgia

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Sono passati 34 anni da quel 26 aprile in cui avvenne un'esplosione nella centrale nucleare V.I. Lenin, a pochi chilometri da Chernobyl, in Ucraina. A causa dell'incidente l'aria fu pervasa da radioattività in quantità equivalente a circa 500 ordigni come quello sganciato su Hiroshima. E ancora oggi le radiazioni continuano ancora a danneggiare la salute di migliaia di abitanti in Bielorussia, Ucraina e Russi. Le conseguenze "persistenti e gravi" del disastro di Chernobyl, in Ucraina, rimangono ancora, come ha ricordato l'Onu nell'anniversario del disastro, il giorno in cui si celebra la Giornata internazionale in ricordo di quel che accadde. Quest'anno l'anniversario cade poche settimane dopo gli incendi che hanno bruciato nella zona di esclusione di 30 chilometri intorno all'impianto. Roghi che hanno destato allarme per il potenziale rilascio di particelle radioattive nell'aria, ennesima minaccia alla salute umana in piena pandemia da Covid-19. Del resto, in piena pandemia, il disastro nucleare è stato spesso chiamato in causa nei parallelismi su come la Cina abbia affrontato la crisi e abbia comunicato al mondo l'emergenza globale scatenata dal coronavirus. Perché a Chernobyl i disastri furono due. In parallelo alla calamità che, negli anni, ha causato svariate migliaia di tumori e decine di migliaia di sfollati, c'è stato il disastro, giorno dopo giorno, realizzato dagli ordini impartiti da Mosca dopo il "meltdown" della centrale intitolata a Lenin: direttive disposte dai massimi vertici sovietici, con tutta la trafila, a tratti surreale, della catena di comando di quella che allora era l'Urss, dalle riunioni d'emergenza del Politburo ai più oscuri e remoti funzionari della nomenclatura sovietica. Lo hanno dimostrato le centinaia di documenti segreti sovietici che i National Security Archives americani hanno pubblicato lo scorso anno per la prima volta integralmente: note, protocolli, resoconti del Politburo nei giorni successivi all'incidente. Quel che ne emerge non è solo un colossale tentativo di insabbiare le reali conseguenze del disastro, ma soprattutto una immensa operazione di "aggiustamento della realtà" che ha avuto un drammatico impatto diretto sulla salute degli stessi cittadini sovietici. A fronte di migliaia di persone che venivano ricoverate d'urgenza negli ospedali, le autorità sovietiche pensarono bene di cambiare al volo i limiti dell'esposizione a radiazioni nucleari. Dai documenti emerge che le autorità sapevano bene quale fosse la realtà: il numero degli ammalati cresceva a livello esponenziale, ma la maggior parte fu però rimandata a casa. Oggi l'area compresa entro i 30 km dal luogo dell'incidente alla centrale di Chernobyl è conosciuta come "zona di alienazione": il suo accesso è strettamente regolato e sulla carta ed è vietato viverci o svolgere attività commerciali. Un'eccezione riguarda i frequenti tour turistici organizzati da vari operatori, di un giorno o più giorni: nel 2019 Chernobyl ha ricevuto un numero record di 100 mila turisti, desiderosi di visitare il luogo della sciagura che ha ispirato l'omonima serie evento di grande successo Sky-Hbo. Livelli di radiazione in entrata e uscita dal sito vengono misurati sui visitatori che in alcuni casi indossano tute ignifughe e trasportano apparecchiatura di misurazione. E la "zona di alienazione" è anche diventata un importante rifugio di fauna selvatica

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Rosa Borgia

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Lost in Sicily

26/04/2020, 13:07

Lost in Sicily è il risultato di 3 anni di brevi ma intensi viaggi in giro per la Sicilia. In questo periodo in cui non possiamo andare a visitarli fisicamente accontentiamoci di guardarli dallo schermo. Buona visione a tutti 😎 😊

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