Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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La bolognese Cea crea l’asfalto 100% riciclato: l’era dei cantieri “a scarto zero”

05/09/2020, 21:33

Nasce nei laboratori Cea sulle montagne bolognesi e da 35 anni di esperienza sul campo la prima soluzione all'insegna dell'economia circolare per cantieri edilizi a “scarto zero”: a firmare la miscela, certificata dall'ente tedesco Tüv, è la Cooperativa edile Appenino, realtà di Monghidoro che nel..

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Vicino Palermo, e più precisamente nel comune di Partinico, si trova una minuscola contrada che attira turisti e curiosi provenienti da ogni parte della Sicilia, e non solo. Si tratta del Borgo Parrini, una piccola frazione di cui si ha notizia già dal 1500, che negli ultimi anni è stata sapientemente ristrutturata e rivalorizzata dai residenti, secondo uno stile artistico che ricorda gli edifici di Gaudì a Barcellona. La storia di questo borgo inizia nel XVI secolo, quando i padri del Noviziato dei Gesuiti di Palermo, decisero di acquistare alcuni terreni agricoli nei pressi del paese di Partinico (proprio da qui nasce il nome “Parrini” che significa appunto preti). Queste proprietà furono gradualmente sfruttate dalla crescente Compagnia di Gesù, fino a raggiungere una certa rilevanza strategica per le opere dell’ordine. Agli inizi del ‘700, come in uso a quei tempi nelle campagne, i Gesuiti fecero costruire in quei terreni alcune strutture, tra cui un mulino, svariati magazzini, torrette di avvistamento per i campieri, abitazioni per coloni e braccianti, ed una chiesetta, che fu intitolata a Maria SS. del Rosario. Dopo la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, nel 1767, la proprietà del borgo passò in mano al principe francese Henri d’Orleans, duca d’Aumale, che ne volle sfruttare i fertili terreni per la produzione del moscatello dello zucco, un vino molto apprezzato nell’Europa del XIX secolo. Il nobile francese istituì una florida azienda agricola, nella quale lavoravano circa 300 operai, che trovavano alloggio proprio negli edifici del Borgo Parrini. Le uve coltivate qui, erano poi portate a Terrasini, dove veniva effettivamente prodotto il vino pregiato, che il principe esportava soprattutto in Francia e Germania. A partire dal secondo dopoguerra, come migliaia di altre frazioni italiane, la popolazione iniziò ad abbandonare il posto, per trasferirsi nelle grandi città, di conseguenza molti edifici rimasero disabitati per decenni. Negli ultimi anni, grazie all’intuizione di un imprenditore e dei pochi residenti, il borgo ha conosciuto una nuova vita. Alcune vecchie case sono state restaurate con uno stile che ricorda molto il modernismo catalano di Antoni Gaudì, con forme particolari, opere d’arte e colori sgargianti. Anche pavimentazioni e muretti sono stati ricostruiti secondo il nuovo stile, che attira così tanti visitatori in questa piccola Barcellona Palermitana. Oggi Borgo Parrini è diventato una meta da scoprire per tutti quei turisti che amano visitare luoghi bellissimi ma poco conosciuti, immergendosi in un’atmosfera quasi surreale, che ricorderanno per molti anni.

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Coronavirus: capperi anti-covid

03/09/2020, 21:13

Dopo la pubblicazione sull'"International Journal of Biological Macromolecules" della scoperta che la quercetina, contenuta in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio, è in grado di destabilizzare una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus Covid19, nelle isole....

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