Arte & Intrattenimento
Tindari e i laghetti di Marinello
Cari amici oggi voglio mostrarvi le immagini del Santuario di Tindari visto dai laghetti di Marinello e il mare intorno con acque veramente trasparenti.
Arte & Intrattenimento
Fuochi d’artificio
La festa della Vara si conclude sempre con uno spettacolo pirotecnico, dalla Madonnina del porto, che attrae cittadini e turisti da tutte le località vicine. Per esigenze di spazio io posso postarvi solo alcune foto, notate i riflessi sul mare. Spero vi piacciano
Arte & Intrattenimento
Storia e leggenda sull’Assunta, la Vara e i Giganti.
Cari amici vi auguro di trascorrere un sereno Ferragosto, e vi racconto la principale tradizione agostana della mia città.
La Vara di Messina è una enorme machina di forma piramidale che illustra plasticamente il momento dell’assunzione in cielo della Vergine Maria. Nella prima delle piattaforme che compongono la sua struttura, collocata su di un ciclopico ceppo munito di slitte, trovano infatti posto le raffigurazioni della Vergine morta circondata dagli Apostoli, secondo l’iconografia di origine Bizantina della dormitio virginis, mutuata dalle svariate redazioni apocrife del transitus Mariae, e salendo verso l’alto una rappresentazione dei sette cieli che l’Alma Maria doveva attraversare per giungere all’Empireo; questi cieli sono tutti sintetizzati dalla cortina delle nuvole che, dipartendosi dalla base della machina a mo’ di baldacchino della “Bara”, si innalzano circondate dal sole e dalla luna, concepiti come nel sistema tolemaico; ancora più su, in una terza piattaforma, troviamo un globo celeste con stelle dorate, raffiguranti forse le stelle fisse, e infine alla sommità, dopo l’ennesima cortina di nubi costellata come le altre da schiere di angeli, l’effigie di Gesù Cristo che tiene sulla mano destra l’Alma Mater, l’anima della Vergine assunta in cielo. All’interno della Vara, la struttura metallica campaniforme che ne costituisce l’ossatura ospita una serie di ingranaggi i quali, azionati manualmente da persone a ciò addette, determinano il movimento rotatorio, in orizzontale e in verticale, di tutte le figure e i personaggi, un tempo viventi ora statue, che affollano questa grande piramide rituale. Le origini della Vara, secondo le fonti più accreditate, risalgono al XVI secolo o addirittura al Quattrocento, e tuttavia le questioni relative alla paternità della ideazione della grande machina e alla sua datazione sono ancora oggi nodi critici irrisolti. La prima cronaca messinese che parla di una machina trionfale assimilabile alla Vara è quella di Colagiacomo d’Alibrandi il quale, nel descrivere i festeggiamenti e l’accoglienza tributati dal Senato e dal popolo messinesi all’Imperatore Carlo V, transitato nel 1535 per Messina dopo la vittoriosa spedizione contro Tunisi, si sofferma sul carro trionfale allestito in onore dell’Imperatore, nel quale carro la distribuzione dei personaggi e dei simboli cosmici è sostanzialmente analoga a quella della Vara. Quest’ultima dunque potrebbe essere stata preesistente al carro trionfale di Carlo V ed essere stata riadattata per l’occasione: l’Imperatore giunse infatti a Messina nel mese di ottobre. Viceversa qualche studioso ha avanzato l’ipotesi che la Vara derivi dal carro trionfale del 1535, per successiva trasformazione. Una parola definitiva alla questione pare sia stata posta da un’indagine di Domenico Puzzolo Sigillo, straordinario studioso messinese di storia locale, massone, che ha lasciato degli interessanti, ancorché ancora inediti, documenti per servire alla storia della Vara da lui raccolti in grande copia (era Direttore dell’Archivio di Stato), alternando alle trascrizioni d’archivio i riferimenti a una letteratura di stampo esoterico-tradizionalista, molto diffusa anche a Messina negli anni ’20-’30. All’interno di tali quadri di riferimento Puzzolo tentava cerca di dare corpo alla costruzione di un’identità di Messina attingendo a dottrine esoteriche tardo-medievali nonché a una genealogia della città assai sensibile agli aspetti misterici della sua fondazione, o comunque a quella che J. Seznec chiamerebbe la sopravvivenza degli antichi dei (nelle sue carte si cita a più riprese il raro opuscolo di Giuseppe Miraglia, Ubicazione dei tempii pagani nella Messina moderna, del 1903). Si snodano così nelle sue pagine minuziosissime indagini che ci restituiscono notizie attinte da atti notarili trascritti, relative a contratti di affidamento di lavori di svariata natura concernenti la grande machina della Vara e i due colossi Mata e Grifone. Attraverso tale percorso, che comprende e lega insieme vicende politiche, istanze esoteriche e grandi eventi cerimoniali e rituali della storia patria, Puzzolo Sigillo ci introduce all’enigma della Vara, non già bara o fercolo, sibbene lauda o sacra rappresentazione, piramide sacra risalente al XIII secolo.