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Solstizio d’inverno: significato esoterico e data
Con il termine solstizio d’inverno si indica l’evento astronomico che vede il sole raggiungere il punto di declinazione minima dal piano equatoriale, invertendo il suo moto apparente lungo la linea ellittica. La parola solstizio deriva dal latino “solstitium”, traducibile come “sole fermo” e usata..
proprio per rendere l’impressione che il sole si fermi in corrispondenza di questi fenomeni naturali, tanto che il solstizio di estate e il solstizio di inverno rappresentano rispettivamente il giorno più lungo e il giorno più corto di tutto l’anno.
Il solstizio d’inverno coincide, infatti, con l’estensione massima della notte e la durata minima del giorno, mentre superato questo evento la luce diurna aumenta gradualmente, fino al successivo solstizio d’estate, che cade in giugno.
Il solstizio d’inverno, che segna l’inizio dell’inverno boreale e dell’estate australe, non cade ogni anno lo stesso giorno ma può verificarsi nel periodo compreso tra il 21 e il 22 dicembre. La Terra, precisamente, impiega 365 giorni e 6 ore per completare la sua orbita intorno al sole ed è per questo che l’evento ritarda ogni anno di circa sei ore, fino a riallinearsi ogni quattro anni, in concomitanza con l’anno bisestile. Nel 2019 il solstizio d’inverno cade precisamente il 22 dicembre alle ore 04:19, mentre nel 2020 sarà anticipato al 21 dicembre, come è accaduto nel 2018.
Il solstizio d’inverno è da sempre avvolto da una moltitudine di significati simbolici diversi, prevalentemente legati alla condizione del sole che in questo giorno raggiunge la sua “oscurità” massima, per poi letteralmente aumentare la quantità di luce e calore diffusa sulla terra. È proprio il significato di rinascita ad aver popolato le principali leggende dei popoli antichi, che vedevano nel solstizio di dicembre la fine delle tenebre e l’arrivo della luce e che hanno spesso associato la data del 25 dicembre alla nascita di un dio o di una figura mitologica importante: secondo gli egizi, ad esempio, in questo giorno nasceva il dio Horus, mentre per i babilonesi era la festa del dio del sole Shamash. Questa civiltà era anche solita associare a questa data la leggenda di Tammuz, la divinità mesopotamica della vegetazione.
Secondi gli antichi greci, invece, il solstizio invernale coincideva con i festeggiamenti in onore di Dioniso, mentre nell’antica Roma all’adorazione di Mitra si associava la festa “Dies Natalis Solis Invicti” – letteralmente il giorno del Natale sole invincibile – che segnava l’inizio di una nuova stagione: da questa tradizione ha avuto poi origine la festa di Capodanno, che cade poco dopo il solstizio invernale.
Il dio Sole degli Inca, Wiracocha, ancora, veniva celebrato nella festa del solstizio d’inverno Inti Raymi che tuttavia cadeva il 24 giugno, essendo nell’emisfero sud. Spostandoci nel Messico precolombiano, invece, nel solstizio d’inverno nascevano il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli. Gli antichi popoli del Nord, infine, celebravano il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya. Sempre dando uno sguardo alla mitologia dell’Europa settentrionale, invece, il solstizio invernale coincideva con l’inizio delle nevicate che rappresentavano una sorte di benedizione per il futuro raccolto primaverile.