Patrizia Masciari

Mystic Mentor

Arteterapia e Venere di Botticelli

2019-06-27 11:48:32

Vi invito in un viaggio alla scoperta di una delle opere più conosciute della storia dell'arte italiana dal titolo "La nascita di Venere"

Patrizia Masciari

Mystic Mentor

La maggior parte degli esseri umani agisce e si muove col solo scopo di raggiungere la sicurezza a tutti i livelli: affettivo, lavorativo, economico, spirituale...Tuttavia questa tensione verso la sicurezza, paradossalmente può portare al suo contrario, all'opposto, all'insicurezza. Il nostro scopo deve essere riuscire a muoverci bene nell'insicurezza! Quando siamo in grado di vivere bene nell'incertezza possiamo addirittura gioirne: quello che Francesco di Assisi chiamava perfetta letizia. Quando arriviamo a sentirci a nostro agio nell'incertezza, ci si aprono infinite possibilità e le paure hanno allentato la loro morsa lasciandoci le energie necessarie per mettere in atto il cambiamento. Se, invece, rifiutiamo l'incertezza e la fuggiamo, essa sfocia nell'ansia, nel panico, nell'incontinenza emotiva e rabbia, può arrivare ad avere tratti di sospetto spinto alla paranoia: incertezza inaccettabile. Ecco, avere il sentimento che sia inaccettabile! Acquarello 50 x 70 autore Patrizia Masciari

Patrizia Masciari

Mystic Mentor

IPERICO: per parlare di questa pianta spontanea così preziosa cito uno scritto di Claudia Zedda ...è sua anche la splendida foto "Iperico: la pianta dei miracoli Le piante sono un po’ come le persone o come i libri, le si incontra sul proprio cammino solo quando è arrivato il momento. Ho visto l’iperico quando sono stata pronta, e così è stato: l’ho visto, l’ho riconosciuto, l’ho raccolto. Se ci penso mi sembra assurdo ancora ora. In quei luoghi ci passavo da una vita, e mai prima di quel momento avevo visto l’iperico. È stato un momento, è stato come se mi chiamasse, è stato come se solo allora lui avesse scelto di mostrarsi. Sembra sciocco no? Le cose sono andate così: ero in macchina un pomeriggio di fine maggio dell’anno scorso, arrivavo accaldata a Castiadas. Ricordo che chiacchieravo con il mio maritino di non so bene cosa. Iniziavo a rilassarmi, lo faccio sempre quando supero quel sentiero alberato che mi porta a casa. È stato un momento. All’improvviso una macchia di un giallo oro con spruzzi di ruggine mi ha chiamata. Abbiamo inchiodato. Era lui. Non ci credevo. L’ho guardato in contro luce: le foglie erano tutte forate. Ho stropicciato una foglia: un odore intenso. Era lui. Non ci credevo! Non so davvero come abbia potuto vederlo seduta in macchina, a velocità sostenuta, chiacchierando di tutt’altro. È probabile che dovessi vederlo e così è stato. Oggi quando parlo di lui, dell’iperico, e mi capita spesso di farlo, lo descrivo come una pianta spontanea che usano le fate per guarire, ma che solo le streghe riescono a trovare. Per individuarlo e per raccoglierlo si deve stabilire un legame forte, di passione e di rispetto con la terra che lo ospita. Cinque punte di stella, macchie scure di sangue sui petali, foglie piccole e perforate in tutta la superficie (o così sembra a prima vista). Per questo l’iperico di cui parliamo oggi si dice “perforatum”. La teoria della segnatura vide in queste lacerazioni una chiara indicazione relativa all’utilizzo di questo fiore: visto che era perforato in tutta la sua superficie probabilmente sarebbe stato efficace per la cura delle ferite. E così è."

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134