Matteo Scano

Platone e la corruzione delle anime

2019-09-10 18:41:55

Partendo da alcuni passi della "Repubblica" di Platone, un'analisi sulla condizione delle anime moderne e la loro corruzione.

'' Dobbiamo ora rivolgere l'attenzione alla presente condizione dell'anima, che vediamo incrostata da mali innumerevoli, come Poseidone, il dio del mare, la cui forma originale può a malapena essere distinta, giacché le parti originali del suo corpo sono state spezzate o corrose, o completamente sfigurate dalle onde. Si sono poi aggiunte incrostazioni, erbe , pietre e conchiglie per cui ora Poseidone assomiglia a qualunque altro essere e non più a se stesso.''


Platone; La Repubblica.

Il passo mette in luce il modo in cui l'anima umana può perdersi, può lasciarsi coprire da incrostazioni.

Le nostre incrostazioni sono le ideologie, le sollecitazioni pubblicitarie, il disinteresse culturale. L'anima odierna è insomma persa tra le onde e gli scossoni del conformismo planetario. Non è tuttavia vuota, come spesso si sente dire, ma semmai sovraccarica; inondata di merci e pulsioni controllate, di desideri indotti e di opinioni manipolate che la esortano a essere sempre meno se stessa e sempre più congruente all'apparato tecno-capitalistico.


Si verifica in questo contesto la burocratizzazione dello spirito umano, in riflessa accettazione costante all'Esistente, in automatica conformazione dell'anima alle funzioni sistemiche, in coerente e sempre rinnovata accettazione da parte dell'anima di ciò che E'. Nel tempo delle anime di Poseidone, si attua l'uguaglianza dove spariscono le differenze, il mondo Dove ognuno può fare ciò che vuole ma tutti finiscono a fare la stessa cosa; quella che, usando le grammatiche di Hegel, potremmo definire come ''La notte in cui tutte le vacche sono nere''; un ''indistinto monocromatico''

Questo è il quadro del conformismo generalizzato, in cui ogni anelito di riconoscimento dell'uguaglianza si perde in mortificazione e omologazione.



''Piuttosto essi sono simili a un gregge, con lo sguardo sempre rivolto verso il basso, verso la mangiatoia, dove divora il suo cibo ingrassandosi e accopiandosi. e questa loro avidità di animali del gregge, si scambiano calci, cornate e colpendosi cadono vittima del loro non essere mai sazie. Ed effettivamente nutrendosi di realtà prive di sostanza, non riempiono ne il loro autentico essere ne il suo involucro''


          Platone; La Repubblica


Nel nono libro della Repubblica di Platone si trova questo passaggio, che stigmatizza perfettamente il godimento materiale proprio della maggior parte degli uomini, che simili al gregge omologato e amorfo prediligono la vita dedita al piacere priva di pensiero e saggezza : anzi che dedicarsi all'attività speculativa, gli uomini si dedicano più facilmente a quelle attività in forza delle quali sono del tutto simili alle bestie (in ciò rinunciando alla propria specifica umanità).

Oltre a questa componente del gregge, un altro aspetto del passaggio platonico che merita di essere evidenziato è quello del richiamo a coloro che stanno con la testa bassa, incapaci di guardare verso l'alto, di trovare cioè una trascendenza, una realtà differente da quel mondo che essi scambiano per il solo mondo esistente.

Il gregge incapace di intendere e risalire, è un'immagine emblematica dell'intera storia occidentale. Perfetto paradigma dell'attuale condizione umana in balia delle passioni tristi e del piacere più ebete.

''tutti vogliono e pensano le stesse cose'', nessuno pensa da se : domina il solo sentimento del gregge'' , scriveva Nietzsche. E in simile contesto, tutto è livellato verso il basso. Le scene di odierna e quotidiana modernità ci danno un affresco inquietante di questa dimensione ''pecoresca'' in cui versa l'umanità oggi : le scene ordinarie degli esseri umani nel cuore delle metropoli che si mettono in coda per acquistare le nuove merci che la nuova società produce sono la realizzazione del gregge che guarda verso il basso, incapace di alzare lo sguardo verso qualcosa di più grande.


Nessun ideale nobilitante, nessuna ulteriorità rispetto al cosmo omologato e conformistico della società del consumo, che tutto livella e che tutto riconduce alla forma della merce.

«Nell’uso dei mezzi di trasporto o di comunicazione pubblici, dei servizi di informazione (i giornali), ognuno è come l’altro […]. In questo stato di irrilevanza e indistinzione il Si esercita la sua autentica dittatura. Ce la passiamo e ci divertiamo come ci si diverte; leggiamo, vediamo e giudichiamo di letteratura e di arte come si vede e si giudica. Ci teniamo lontani dalla “gran massa” come ci si tiene lontani, troviamo “scandaloso” ciò che si trova scandaloso. Il Si, che non è un Esserci determinato ma tutti […], decreta il modo di essere della quotidianità».       


          M. Heidegger ; Essere e tempo