Matteo Scano

L'eterno ritorno - F. Nietzsche

2019-09-21 12:30:21

Cosa accadrebbe se dovessi rivivere questa vita infinite volte? Come cambierebbero le tue scelte? Un'analisi della dottrina dell' eterno ritorno dal pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche.

Il mondo di oggi è afflitto dal daspo della routine, dalla freneticità del lavoro, dal virus dell'eterno presente.

Ma come cambierebbero la nostra vita e il nostro agire, se sapessimo di essere destinati a rivivere all' infinito la nostra vita? Ogni scelta, ogni conseguenza, ogni casualità : tutto identico a prima.

L'idea di un tempo circolare ci viene proposta da Nietzsche nel suo "così parlò Zarathistra". Egli ci lascia intendere che tutto ciò che accade è già accaduto e tornerà ad accadere : quando qualcosa avviene, avviene per sempre.

Nel fondare questa apparentemente strana teoria, il filosofo si basa anche su studi scientifici ; in particolare alla constatazione che meccanicisticamente le possibili composizioni della materia, per quanto numerose, si esauriscono e, dopo esserci state tutte, ritorna quella di partenza. 

Il profondo significato dell'eterno ritorno non si ferma però al banale ritorno perpetuo delle cose.

Zarathustra, personaggio protagonista della più grande opera di Nietzshe, racconta in un episodio di aver avuto una visione e di aver visto un pastore che dormiva e a cui entra in bocca un serpente; Zarathustra cerca di aiutarlo, fallendo. invita allora il pastore a  mordere il serpente, che  così riesce a salvarsi. 

Quale è il significato di ciò? Il serpente che si morde la coda simboleggia il tempo concepito come ciclico. In un primo tempo può essere recepito come un qualcosa di soffocante, perchè l'idea che tutto ritorni è insostenibile. D'altronde nessuno vorrebbe ripetere all'infinito la propria vita, proprio perchè la nostra vita non è così perfetta da poter aspirare ad essere desiderata per l'eternità.

Il morso al serpente significa invece che è vero che la dottrina dell' eterno ritorno può essere soffocante , ma lo è solo per chi ha un'esperienza di vita non pienamente realizzata.

 L'invito, allora, è quello di diventare superuomini (non ci soffermiamo ora, sui molteplici significati di questa parola) : l'uomo che saprà vivere in superficie, di concepire la sua esistenza come un'opera d'arte, potrà davvero voler vivere in eterno.

Il super uomo non può che amare l'eterno ritorno , perché è un rinnovarsi continuo della sua volontà, del suo dominio sul mondo. Ecco l' "amor fati" che Nietzsche proclama : "ama il tuo destino! Il superuomo continua a ripetere : <<ti amo, eternità!>>"

Soltanto una vita pienamente vissuta si può desiderare che ritorni in eterno, ma solamente un qualcosa concepito come eternamente ritornante assume un valore assoluto tale da poter vivere pienamente la vita. 

Nella dottrina del tempo lineare, ogni istante distrugge quello precedente e ogni cosa è travolta da quella che viene dopo. Accettando una simile concezione, non posso vivere pienamente, perchè ogni istante sarà sempre distrutto da quello successivo.


Nella dottrina dell'eterno ritorno, invece, la vita ottiene un ulteriorità, e mi è permesso vivere la vita fino in fondo poichè ogni cosa che faccio assume valore assoluto; sfuggo infatti al tempo lineare per cui ogni cosa che si fa viene mangiata (e quindi svuotata di significato) da quella successiva (il mito di "Cronos", ovvero il tempo, che divora i propri figli)

È bene allora, che traendo ispirazione dal filosofo tedesco, si riprenda in mano la nostra volontà, per scagliarci contro la vita in modo da plasmarla fino a renderla degna dell'eterno ritorno.