Mario Vittorio

Storia di un matrimonio parte seconda

2018-10-18 10:20:41

Di colpo mi resi conto che era entrata in depressione…troppo dolore e troppa sofferenza pensai. Senza accorgermene le toccai i capelli…nostro figlio entro’ all’improvviso nella nostra stanza e disse:” Papa’ e’ arrivato il momento di portare la mamma in braccio (per lui era diventato un momento basilare della sua vita). Mia moglie lo abbraccio’ forte ed io girai la testa…ma dentro sentivo un brivido che cambio’ il mio modo di vedere il divorzio. Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo…la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata…mi venne da piangere! L’ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi:”Non mi ero reso conto di aver perduto l’intimita’ con te….Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina…mia moglie resto’ a casa. Mi diressi verso il posto di lavoro ma a un certo punto passando davanti casa di Giovanna mi fermai..scesi e corsi sulle scale…lei mi apri’ la porta e io le dissi:”Perdonami..ma non voglio piu’ divorziare da mia moglie…lei mi guardo’ e disse: Ma sei impazzito? Io le risposi:” No…e’ solo che amo mia moglie…era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato..ma ora ho capito i veri valori della vita, dal giorno in cui l’ho portata in braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il resto della mia vita!Giovanna pianse mi tiro’ uno schiaffo e entro’ in casa sbattendomi in faccia la porta. Io scesi le scale velocemente, andai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori. le comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: Cosa scriviamo sul biglietto? le dissi:”Ti prendero’ in braccio ogni giorno della mia vita finche’ morte nn ci separi. ”Arrivai di corsa a casa…feci le scale entrai e di corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca……ma mia moglie era a terra …morta! Stava lottando contro il cancro …ed io che invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna senza nemmeno accorgermene. Lei per non farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi chiese un mese di tempo…si un mese…affinche’ a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio….affinche’ nostro figlio non subisse traumi…..affinche’ a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre. Questi sono i dettagli che contano in una relazione…non la casa….non la macchina….non i soldi…queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece dividono. Cerchiamo sempre di mantenere il matrimonio felice…ricordando sempre il primo giorno di questa bella storia d’amore. A volte non diamo il giusto valore a cio’ che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.

Mario Vittorio

Storia di un matrimonio parte prima

2018-10-18 09:06:41

Mentre mia moglie mi serviva la cena, le presi la mano e le dissi:”Devo parlarti”. Lei annui e mangio’ con calma. La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi….quel dolore che all’improvviso mi bloccava la bocca…Mi feci coraggio e le dissi:”Voglio il divorzio”. Lei nn sembro’ disgustata dalla mia domanda e mi chiese soavemente: ”Perche’?”. Quella sera nn parlammo piu’ e lei pianse tutta la notte. Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io non potevo risponderle ….aveva perso il mio cuore a causa di un’altra donna …Giovanna! Io ormai non amavo piu’ mia moglie…mi faceva solo tanta pena…mi sentivo in colpa, ragion per cui sottoscrissi nell’atto di separazione che a lei restasse la casa, l’auto e il 30% del nostro negozio. Lei quando vide l’atto lo strappo a mille pezzi! ”Come?! avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!”. A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me…per tutte le sue energie….pero’ non potevo farci nulla…io amavo Giovanna! All’improvviso mia moglie comincio’ a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione….l’idea del divorzio cominciava ad essere realta’. Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva…non cenai e mi misi a letto…ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna. Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre li’ seduta a scrivere…mi girai e continuai a dormire. La mattina dopo mia moglie mi presento’ le condizioni affinche’ accettasse la separazione. Non voleva la casa, non voleva l’auto .tantomeno il negozio…soltanto un mese di preavviso..quel mese che stava per cominciare l’indomani. Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto!Il suo ragionamento era semplice: ”Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non e’ giusto distrarlo con i nostri problemi”. Io fui d’accordo pero’ lei mi fece un ulteriore richiesta.” Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo , quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta…in questo mese pero’ ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa ”. Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace. Raccontai la cosa a Giovanna che scoppio’ in una fragorosa risata dicendo: ”Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie…dille che oramai tu sei mio…se ne faccia una ragione!”. Io e mia moglie era da tanto che non avevamo piu’ intimita’, cosi’ quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati….nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo:”Grande papa’, ha preso la mamma in braccio!”. Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore….camminai dieci metri con mia moglie in braccio….lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce:”Non dirgli nulla del divorzio..per favore…Acconsentii con un cenno, un po’ irritato, e la lasciai sull’uscio. Lei usci’ e ando’ a prendere il bus per andare al lavoro. Il secondo giorno eravamo tutti e due piu’ rilassati…lei si appoggio’ al mio petto e..potetti sentire il suo profumo sul mio maglione. Mi resi conto ch era da tanto tempo che non la guardavo ….Mi resi conto che non era piu’ cosi’ giovane…qualche ruga..qualche capello bianco….! Si notava il danno che le avevo fatto ma cosa avevo potuto fare da ridurla cosi’? Il quarto giorno, prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l’intimita’ stava ritornando tra noi….questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio….e nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre piu’. Non dissi nulla a Giovanna per rispetto! Ogni giorni era piu’ facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente. Pensai che mi stavo abituando ad alzarla , e per questo ogni giorno che passava la sentivo piu’ leggera. Segue un altro post per motivi di spazio

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Mario Vittorio

Lettera di un figlio al padre

2018-10-18 08:05:24

Fammi essere ancora figlio. Solo una volta. Una volta sola.Poi ti lascio andare.Ma per una volta, ancora, fammi sentire sicuro.Proteggimi dal mondo.Fammi dormire nel sedile dietro il tuo.Guida tu. Che io sono triste e stanco.Ho voglia che sia tu a guidarmi, papà.Metti la musica che ti piace. Che sarà quella che una volta cresciuto piacerà a me.Fammi essere piccolo.Pensa tu per me.Decidi tu per me.Mettimi la tua giacca, che a me sembra enorme, perché ho freddo.Prendimi in braccio e portami a letto perché mi sono addormentato sul divano.Raccontami storie.E se sei stanco non farlo. Ma non te ne andare.Ho voglia di rimanere figlio per sempre.Abbracciami forte come dopo un gol.Dormi ancora, come hai fatto, per una settimana su una sedia accanto al mio letto in ospedale.Rassicurami.Carezzami la testa.Lo so che per tutti arriva il momento in cui devi fare da padre a tuo padre.Ma io non voglio.Non ora.Voglio vederti come un gigante. Non come un uccellino.Non andare, papà.Ti prego.Fammi essere ancora figlio.Fammi essere per sempre tuo figlio.Gabriele Corsi

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