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L'Echidna, la Furia alata e i Leoni 📸
Dopo il Piazzale delle Pigne, del Giardino di Bomarzo, si trovano tre figure minacciose che sembrano voler impedire il passaggio ai visitatori: sono l'Echidna, due Leoni affiancati e la Furia Alata.
Echidna, a sinistra, è ritratta come una colossale donna con due code di serpente al posto delle gambe (simile all'iconografia medievale della sirena); la Furia, a destra, è invece una donna con coda e ali di drago. Tra di loro sono accucciati due Leoni, figli di Echidna e presenti nello stemma di Viterbo.
Figlia di Ceto e Forco, l'Echidna è un mostruoso essere primordiale della mitologia greca, con l'aspetto di donna ma con la parte inferiore del corpo serpentiforme.
Viveva fuori dal mondo, nella grotta Arima. Era moglie di Tifeo con il quale aveva generato una serie di esseri terribili: i cani Ortro e Cerbero, la Chimera, le Arpie, l'Idra di Lerna, la Sfinge, Ladon e il mitico e invulnerabile Leone di Nemea.
Nella mitologia l'Echidna, Tifeo e la loro progenie rappresentavano degli ostacoli all'instaurazione dell'ordine cosmico, la cui realizzazione comportava inevitabilmente la loro distruzione. Così, se dapprima è Zeus stesso a eliminare Tifeo a colpi di saette, successivamente saranno i vari eroi del mito greco a proseguire la sua opera: Ercole, nello svolgimento delle sue dodici fatiche cattura Cerbero e uccide Ortro, l'Idra e il Leone nemeo; Edipo, sciogliendo il famoso enigma, costringe la Sfinge a uccidersi; Bellerofonte, con l'aiuto del cavallo alato Pegaso, colpisce a morte la Chimera. Echidna, invece, cadrà per mano di Argo panoptes (tutt'occhi).