
MaryLú
VIAGGIO NEI CAMPI FLEGREI:#4 PORTUS IULIUS
23/05/2018, 13:56
Portus Iulius o Portus Julius (Porto Giulio in onore di Gaio Giulio Cesare Ottaviano), è stato, dal I secolo a.C. (37 a.C.) al IV secolo, un suburbio portuale della città romana di Puteoli (l'attuale Pozzuoli). Realizzato sulla costa napoletana presso il lago di Lucrino, costituiva un imponente complesso portuale esteso fino al lago d'Averno. Risparmiato dalle distruzioni operate in loco dell'eruzione del Monte Nuovo, vulcano che nel 1538 gli si è formato a ridosso verso settentrione, attualmente gli impianti risultano sommersi per effetto del bradisismo flegreo, e sono stati riscoperti solo nel 1956. Il porto fu costruito nel 37 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa per volere di Ottaviano «facendo penetrare il mare nei laghi Lucrino e Averno» e, inizialmente, svolse la funzione di base militare navale nel corso della guerra civile contro Sesto Pompeo che avrebbe posto fine alla Repubblica romana. Secondo le descrizioni di Cassio Dione e Velleio Patercolo, il porto costiero offriva un naturale rifugio protetto per le navi da guerra oltre ad un ampio cantiere navale interno. Ingenti opere ingegneristiche lo collegavano, infatti, sia al lago di Lucrino, che era molto più vasto all'epoca e fungeva già da rada riparata, sia al lago d'Averno che forniva un approdo sicuro e, grazie ai boschi limitrofi, anche il legname per il cantiere navale. Sotto la direzione dell'architetto Lucio Cocceio Aucto, il canale artificiale, già esistente e lungo 300 metri che collegava i due laghi, venne allargato a 50 metri. Fu, inoltre, creato, presso il porto, uno sbocco per il lago di Lucrino scavando il breve tratto sabbioso che lo separava dal mare. Portus Iulius possedeva un molo costiero lungo 372 metri ed edificato su archi che poggiavano su quindici piloni quadrangolari. Era difeso da una lunga diga - sulla quale passava la Via Herculea (o Via Herculanea) - che partiva dalla Punta dell'Epitaffio, presso Baia, per giungere fino a Punta Caruso, e che includeva l'ingresso al canale navigabile che conduceva al Lucrino. Il complesso militare era completato dai camminamenti sotterranei (vedi Grotta di Cocceio) commissionati da Agrippa per mettere in comunicazione sicura il lago d'Averno con il porto di Cumae, come viene descritto da Strabone nella sua Geografia. La funzione militare del porto si esaurì una ventina d'anni dopo la costruzione a causa della bassa profondità del lago Lucrino e del parziale insabbiamento con il conseguente trasferimento della flotta a Miseno nel 12 a.C. Portus Iulius mantenne, tuttavia, per molto tempo (fino al IV secolo) la funzione di porto commerciale. In età augustea l'insediamento portuale prosperò notevolmente estendendosi verso Pozzuoli con la costruzione di due nuovi sobborghi (vici) cittadini: il vicus Lartidianus e il vicus Annianus. Sotto Nerone fu intrapresa la costruzione di un lunghissimo canale navigabile (fossa Neronis, parzialmente rilevato dalle fotografie aeree) che avrebbe dovuto congiungere Portus Iulius a Roma, per consentire un traffico sicuro dalle tempeste per le navi che rifornivano di grano la capitale. La costruzione del canale fu interrotta alla morte di Nerone e non venne mai completata. Portus Iulius venne abbandonato nel IV secolo per il progressivo abbassamento della linea di costa causato dal bradisismo. Alla fine del V secolo, secondo Cassiodoro, la diga costiera era già crollata e parte del materiale lapideo della stessa era stato riutilizzato per riparare le mura di Roma. Nei secoli successivi l'arretramento della costa marina produsse la scomparsa del lago di Lucrino e il porto romano venne completamente sommerso. Nel periodo rinascimentale, per effetto dell'eruzione che formò l'edificio vulcanico di Monte Nuovo, si ebbe un parziale sollevamento dell'area con la ricostituzione del bacino lacustre del Lucrino, per quanto molto meno esteso rispetto a quello antico. Il porto romano venne riscoperto nel 1956 grazie alle foto aeree scattate dal pilota (e sub) militare Raimondo Bucher.


MaryLú
23 maggio 2007 SUPERPIPPO INZAGHI
23/05/2018, 00:06


MaryLú
VIAGGIO NEI CAMPI FLEGREI:#3 OASI NATURALISTICA WWF DEGLI ASTRONI
22/05/2018, 13:47
La Riserva naturale Cratere degli Astroni è una riserva naturale statale della Campania. È un cratere, uno dei più grandi tra i circa trenta che si trovano nella zona dei Campi Flegrei e sicuramente quello meglio conservato nella sua struttura. È attraversato da sentieri naturali ed osservatori per l'avifauna, attrezzati con pannelli esplicativi e bacheche, per un totale di 15 km di percorsi diversificati.Il cratere ha un'estensione di circa 250 ettari ed un perimetro di circa 6,5 km. All'interno del cratere vi sono 3 colli (Imperatrice, Rotondella, Pagliaroni) che ne occupano gran parte della superficie. La zona sud-occidentale è piatta con tre piccoli stagni (il maggiore è denominato "Lago Grande") ricchi di specie animali e vegetali. Durante il regno dei Borbone è stato uno dei siti reali di caccia, dove i sovrani organizzavano battute di caccia soprattutto ai cinghiali e ai cervi. L'attività eruttiva degli Astroni si è manifestata con 7 diverse eruzioni, la prima delle quali avvenuta ca. 4100 anni fa, l'ultima risalente a 3700 anni or sono. Le eruzioni sono state prevalentemente di natura freatomagmatica (esplosive) e in parte anche effusive, con emissioni di lave che hanno generato alcuni rilievi interni, il Colle dell'Imperatrice, i Pagliaroni e la Rotondella, e il duomo lavico della Caprara.La vegetazione è caratterizzata dal fenomeno dell'inversione vegetazionale a causa della morfologia, a forma di catino, per la presenza di specchi d'acqua e di una falda acquifera superficiale e per l'elevata umidità nel fondo del cratere. Per tale motivo sull'orlo del cratere, più arido e assolato, cresce la vegetazione a macchia mediterranea, mentre sul fondo del cratere, prevale il bosco misto. All'interno della riserva è presente un Centro di Educazione Ambientale che svolge attività di educazione, informazione ed aggiornamento sulle problematiche ambientali. Il CEA interagisce in prevalenza con il mondo della scuola, proponendo un articolato programma di attività didattico-educative (lezioni in classe, visite guidate, attività laboratoriali, percorsi monotematici, corsi di aggiornamento per docenti), consultabile sul sito www.formazionewwfcampania.it.

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