VIAGGIO NEI CAMPI FLEGREI:#9 OASI NATURALISTICA WWF DEL MONTE NUOVO
2018-05-28 09:49:51
Il monte Nuovo è un vulcano che fa parte dei Campi Flegrei. Si trova nel comune di Pozzuoli presso il Lago Lucrino. Si formò tra il 29 settembre e il 6 ottobre 1538 a seguito di un'eruzione che distrusse il villaggio medievale di Tripergole e mise in fuga la popolazione locale. La formazione del Monte Nuovo rappresenta l'unica eruzione vulcanica avvenuta nell'area dei Campi Flegrei in epoca storica.Essendo una delle decine di bocche eruttive della caldera vulcanica "Campi Flegrei", ne condivide la classificazione geologica di vulcano attivo in fase di quiescenza. Nel X secolo i Campi Flegrei subirono la loro massima sommersione bradisismica. Essa è attestata a Pozzuoli dal cosiddetto Serapeo dove le parti delle colonne sommerse dal mare ma non sepolte da detriti vennero attaccate dai litodomi fino ad un'altezza massima di 6,30 m. È chiaro che in quest'epoca il Lago di Lucrino non esisteva più, sommerso completamente dal mare che penetrava nel Lago d'Averno. Nell'XI secolo il movimento bradisismico si invertì da negativo in positivo: iniziava una progressiva emersione dell'area flegrea interessata dal fenomeno. Nel XIV secolo, nell'anno 1301, sull'isola d'Ischia ebbe luogo l'ultima eruzione lavica (colata dell'Arso), accompagnata per alcuni mesi da forti terremoti che si fecero sentire su tutta la costa. Intanto nei Campi Flegrei proseguiva il movimento ascensionale del bradisisma. Poco dopo, nel 1341 il Boccaccio visitava la zona flegrea e notava che il mare agitato irrompeva nel lago d'Averno. Nel XV secolo Pozzuoli subiva disastrosissimi terremoti che la rasero praticamente al suolo: il primo del 1456 colpì tutto l'Appennino Campano; il secondo del 1488 ebbe invece carattere locale. Nel XVI secolo il Lucrino era ancora sommerso dal mare ed appariva come una insenatura marina che raggiungeva l'imboccatura del Lago d'Averno, sulla quale insenatura si affacciava il villaggio di Tripergole. Intanto il bradisisma ascendente diventava visibile: gli abitanti di Pozzuoli litigavano fra di loro per chi si dovesse appropriare delle nuove terre che emergevano lungo la costa, tanto da causare nel 1501 e 1503 due editti regi di re Ferdinando II di Aragona ed Isabella di Castiglia (conservati presso l'archivio diocesano di Pozzuoli) che infine assegnavano al demanio della città di Pozzuoli le terre che emergevano sulla costa "dove si andava seccando il mare". Dopo il 1511 si ebbe una progressiva intensificazione dell'attività sismica; in modo particolare negli anni 1536-1537 i terremoti si avvertirono in tutta la provincia, Napoli compresa, affliggendo in modo particolare la città di Pozzuoli dove furono danneggiati seriamente numerosi edifici. Nei due giorni precedenti l'eruzione, le scosse telluriche tra grandi e piccole erano continue, sia di giorno che di notte, contandosene secondo alcuni più di venti nella sola data del 27 settembre 1538, secondo altri anche una decina ogni ora. Sabato 28 settembre 1538: Il fenomeno si avviò intorno alle ore 12:00, allorché il mare si ritirò repentinamente di circa 370 m, lasciando sulla riva moltissimi pesci agonizzanti che dai Puteolani, felici, furono raccolti "a carrettate"; è stato calcolato che questo ritiro corrisponda ad un moto bradisismico ascendente di almeno 7,40 m.Domenica 29 settembre: intorno alle ore 8:00 di mattina fu notato che nella piccola vallata posta fra il Monte Barbaro, l'Averno ed il mare, la terra si era abbassata di circa 2 canne (corrispondenti a 4,23 m), dal quale avvallamento fuoriuscì un piccolo torrente sia di acqua fredda e limpida che di acqua tiepida e sulfurea (dunque l'eruzione intaccò sia la falda freatica che vene di acque termali). Verso le ore 12:00 nello stesso avvallamento si andò formando invece un rigonfiamento del terreno, descritto dai cronisti dell'epoca che lo videro formarsi "come quando la pasta cresce"; continuando questo bozzo a crescere, vi si aprirono infine dei crepacci. Verso le ore 20:00 si aprì la prima voragine, il "cumulo di terra" collassò ed ebbe inizio l'ultima eruzione.