Caldooo... E voj ☀️
Per pranzo una bella insalata di pasta 😋 fresca fresca!
Penne integrali
Mais
Tonno
Simmenthal
Carote
🍽BUON PRANZO🍽
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#NewLifeForever
Capo Miseno è la punta estrema della penisola flegrea, nelle immediate vicinanze del porto di Miseno, nel comune di Bacoli. È un'altura che offre una vista sul golfo di Napoli e sulle isole di Ischia e Procida. Segna il confine tra il golfo di Pozzuoli, quota parte del golfo di Napoli, e il canale di Procida. Più in generale segna il confine tra il golfo di Napoli e il golfo di Gaeta. È sede di un faro molto importante per la navigazione costiera notturna. Il luogo, splendido e suggestivo, è stato interessato negli anni da fenomeni edilizi, alcuni anche abusivi, che hanno alterato - soprattutto nella zona ai piedi del promontorio - la bellezza originaria. Capo Miseno è un'altura di 164 m, ben riconoscibile in tutto il golfo di Pozzuoli, che racchiude verso occidente. Da lontano si riconosce per la sua caratteristica forma troncoconica; in pianta esso ha invece una conformazione piriforme, con l'apice rivolto verso sud. Presenta una insenatura verso ovest, raggiungibile solo dal mare, chiamata Cala Moresca. Capo Miseno è il resto di un antico edificio vulcanico facente parte dei Campi Flegrei, datato fra i 35.000 e i 10.500 anni fa. Esso è situato su di un unico asse insieme ad altri due vulcani situati verso nord e datati alla stessa epoca, costituiti l'uno dal porto di Miseno (i cui bordi residui sono riconoscibili nel lungo isolotto ricurvo di Punta Pennata e di fronte ad esso nelle due punte di Punta Terone e Punta della Sarparella), mentre l'altro vulcano forma tutto il rilievo che caratterizza il centro antico di Bacoli, da Punta del Poggio e Piscina Mirabile fino a Centocamerelle. L'antica caldera del vulcano di Capo Miseno è situata verso sud nella zona del faro, dove termina la strada che risale il monte, dopo averlo attraversato con una galleria. La caldera è particolarmente ben visibile dal mare. Una veduta privilegiata la si ha prendendo il traghetto che da Pozzuoli porta alle isole di Procida e Ischia, che costeggia il Capo Miseno: la caldera è così riconoscibile quale conca semicircolare, simile ad un anfiteatro naturale. Nelle parti più profonde di essa vi sono state costruite delle villette private attorniate da giardini. Dal punto di vista geologico Capo Miseno è formato da roccia tufacea gialla che su tre lati cade a picco sul mare; superiormente essa è ricoperta dalla cenere tipica dei Campi Flegrei, la pozzolana bianca, riconoscibile in giacitura primaria sulla sommità del Capo. Solo verso settentrione, dove Capo Miseno è attaccato alla terraferma, vi è un pendio in parte boscoso, in parte coltivato a vigneti, che digrada dalla cima del monte fino all'omonimo paese di Miseno, situato ai suoi piedi. Il nome di Miseno si connette al mito dell'Eneide di Virgilio. Nel Libro VI il pio Enea, seguendo il consiglio di Eleno (fratello di Ettore e re dell'Epiro), si reca a Cuma per incontrare la Sibilla Cumana, al fine di avere da lei preziosi consigli sul suo futuro ed indicazioni sul destino che lo attende. Giunto sulle coste di Cuma, nel tempio di Apollo Enea incontra effettivamente la Sibilla che, invasata dal dio, gli predice che nel Lazio egli andrà incontro a guerre e a sangue. Enea prega la Sibilla di accompagnarlo ai Campi Elisi, ma lei gli risponde che ciò non è possibile se prima lui non trova il ramoscello d'oro sacro a Proserpina e seppellisce il suo compagno Miseno, morto. Miseno era il trombettiere di Enea, che avendo sfidato Tritone nel suono della tromba, era stato da questi precipitato in mare dove era miseramente annegato. Enea, trovato il suo corpo gettato dalle onde sulla spiaggia, ne appronta il rogo, quindi lo seppellisce sotto un immenso tumulo (il Capo Miseno per l'appunto), quasi una grandiosa tomba a perenne memoria dell'eroico compagno. Sepolto Miseno, Enea rinviene il ramoscello d'oro che egli prontamente porta alla Sibilla; effettuati gli opportuni sacrifici alle divinità infernali, al lago d'Averno Enea accompagnato dalla Sibilla scende negli Inferi dove incontra il suo defunto padre Anchise che gli mostra le anime dei suoi gloriosi discendenti.