L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

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TERRE DERTHONA, UN PERCORSO TRA GRANDI TIMORASSO

2024-06-15 16:38:13

CINQUE GRANDI TIMORASSO DEI COLLI TORTONESI ABBINATI AI PIATTI DELLA CUCINA DEL PRESTIGIOSO CIRCOLO DEI LETTORI, RACCONTATI DA ANTONIO DACOMO

Devo dire che le meravigliose sale del Circolo dei Lettori sono una cornice straordinaria per una serata di enogastronomia. Poi se i campioni che assaggi e che discuti sono di spessore e di grande qualità, come lo sono stati, la manifestazione ha un successo di grande rilievo.

È stata molto gradita la presenza di Massimo Pastura, produttore di grandi rossi Astigiani con Cascina La Ghersa, ma che possiede vigneti di proprietà coltivati in zone specifiche anche per la produzione di Derthona e di Alta Langa.

Massimo è stato un grande esperto della zona, testimone in loco per la produzione; ci ha raccontato le sue grandi esperienze a contatto di Walter Massa e di Claudio Mariotto, quest'ultimo ha le vigne ha contatto con le sue. 

Sono quasi un centinaio gli attuali produttori di Derthona Timorasso per oltre 300 ettari vitati. Nella zona dei Colli Tortonesi si incontrano tre diversi climi: mediterraneo (siamo a circa 25 km in linea d’aria da Genova) che apporta venti tiepidi dal mare, ricchi di iodio e salmastro; continentale, dovuto alla vicinanza dell’appennino ligure, che fa arrivare venti freddi e, per finire, una grande influenza della Pianura Padana, verso nord. Più si scende a sud – contraddizione – e più il clima si irrigidisce avvicinandosi all’appennino. Qui si trovano Timorasso meno concentrati dal punto di vista strutturale ma di grande acidità (infatti si stanno facendo delle sperimentazioni per la versione spumante). Salendo invece verso nord, troviamo un clima più accogliente e caldo ma bilanciato dalle forti escursioni termiche che aumentano via via che ci si posta più su e che consentono di mantenere un’ottima acidità nei vini.

E questo è proprio il filo logico della serata con cinque vini di cinque zone diverse, dettate dai 5 fiumi e torrenti che intersecano la zona del Tortonese e delle Terre di Libarna. Dalle cime dell’alto Tortonese scendono i principali torrenti che danno origine alle valli Curone, Grue, Ossona, Scrivia e Borbera.

Una bellissima introduzione sui terreni dei Colli Tortonesi, con la loro spiccata sapidità, dovuta ai terreni argillo-marnosi, che trasferiscono alle uve e di conseguenza al vino sali tra questi il litio, dandone caratteristiche uniche. La presenza di notevoli zone in cui sono presenti quelle straordinarie marne di sant’Agata. La litologia del territorio è costituita prevalentemente da terreni sedimentari appartenenti alla successione stratigrafica del Bacino Terziario del Piemonte, ovvero il complesso di sedimenti che costituiscono i rilievi collinari del settore sud-orientale di tale regione. Da notare che una parte importante del substrato geologico è ascrivibile al Tortoniano, ovvero a quelle marne azzurre che da Barolo giungono fino alla Toscana.

Un approfondimento su Walter Massa che si può definire a tutti gli effetti come il padre e il pioniere del Timorasso dei Colli Tortonesi. Un vignaiolo indipendente e coraggioso che, dagli anni ’70 alla guida della cantina familiare, è riuscito a cambiare, ricostruire e rilanciare con successo il volto enologico di un intero territorio, quello dei Colli Tortonesi, ovvero di quel piccolo lembo di terra piemontese incastonato tra il Monferrato e l’Oltrepò. Il più grande merito di Walter Massa, diventato una figura quasi leggendaria, è stato proprio quello di rivitalizzare un vitigno autoctono a bacca bianca sempre sottovalutato, che in passato rischiava anche l’estinzione, il Timorasso, investendo fortemente sui di lui e intuendone le grandi potenzialità di dare alla luce vini emozionanti e di straordinaria longevità. 

Si inizia col "Rugiada del Mattino" 2022 di Paolo Ghislandi de’ i Carpini, straordinario produttore che in un’altra degustazione aveva meravigliato tutti col suo strepitoso Brezza d’estate 2011; campioni che rappresentano l’alta valle del Curone spostata verso il confine della Lombardia, ai margini della Staffora, il torrente che ne segna il confine.

Il Rugiada è un bianco fresco e minerale, di buona complessità aromatica, ottenuto da uve raccolte nei pressi della cantina, a 380 metri di altitudine. Profumi avvolgenti di frutta gialla, fiori (giacinto e gladioli) invitano a un sorso morbido ed equilibrato, di ricca freschezza e sapidità, peccato berlo, troppo giovane! E stato abbinato con un ricco piatto di salumi e formaggi.

Sarebbe stato bello poter portare un Montecitorio o un Costa del Vento “maturi” ma non ci è stato possibile. Ci "accontentiamo" del Dethona 2022 di Walter Massa, che oltretutto è “tanta roba”, con il suo ormai inconfondibile tappo Stelvin, da vigneti situati a Monleale in piena Val Curone.

Anche qui un bel paglierino con riflessi dorati, al naso esprime una forte connotazione floreale e lievemente agrumata. In bocca la sapidità, la mineralità e la freschezza sono tratti inconfondibili a contorno di una struttura importante e polposa che riempie il palato, donando una lunga persistenza. Un bambino! È abbinato con il salmone marinato.

Qui entra in gioco Massimo Pastura è il suo complesso Sivoy, un timorasso di Sarezzano (Valle del Grue), da vigneti con marne calcareo/argillose posti a circa 250/280 mt slm. 12 mesi di affinamento in acciaio sulle fecce fini, con ripetuti batonnage per mantenerle in sospensione e proteggerlo dall’ossidazione. 

Dal bel color giallo dorato, con sfumature e brillantezza straordinarie. La 2019 racconta di freschezza, profumo di ginestra, scorza di lime e grafite e, poco dopo, un lievissimo accenno di smalto. Il sorso è quasi salato, caldo e di grande equilibrio. Lo aspetterei altri 5 anni. È stato servito con tonno marinato, avocado e mango.

Ci spostiamo alle Terre di Libarna, sul Fiume Borbera, un territorio dal diverso clima, nella zona sud della provincia d’Alessandria, che già si spinge verso il confine ligure. Le vigne sono coltivare ad altitudini superiori ai 400 metri sul livello de mare, con elevate escursioni termiche. I terreni sono di prevalente matrice calcareo-argillosa, molto adatti alle uve a bacca bianca, che arrivano a maturazione con bouquet intensi ed eleganti.

Qui assaggiamo l’opulento “Archetipo” di Ezio Poggio 2019. Dal colore giallo quasi dorato, al naso è intenso, con una nota minerale distinta e preponderante, sentori agrumati che virano a note più complesse di idrocarburi e pietra focaia, un accenno di spezie. Al palato è fresco, sapido, di buona struttura e persistenza, e qui cominciamo a ragionare!!! Tagliata di pollo.

Non lo conoscevo ed è stato una bella sorpresa il vino di Mattia Bellinzona, un’azienda che affonda le sue radici nella seconda metà del 1800, quando il bisnonno, Pietro Penacca, iniziò a coltivare vigneti a Sarizzola producendo vino che veniva consumato in famiglia o regalato ad amici e conoscenti”. A metà degli Anni '70, si gettano le basi per realizzare l’azienda Terre di Sarizzola, in un territorio, nell’alta valle Ossona, incredibilmente pieno di “calanchi” di arenaria, particolari colline caratterizzate da accentuati fenomeni di erosione prodotti principalmente per l'effetto dello scorrimento delle acque su rocce argillose. 

Terre di Sarizzola è l'azienda che, oltre ai vini, produce il salame Nobile del Giarolo e il Cucito, due prodotti speciali tutti da scoprire

Assaggiamo il buonissimo Biancornetto 2018, di colore dorato intenso, ha profumi che ricordano le erbe botaniche, la canfora e sentori di idrocarburi. Corposo e avvolgente, al palato presenta ricordi di albicocca secca, caramella al limone e mandorla amara prima di chiudere su un accenno mielato ed estremamente minerale. Con la sua complessità, sobrietà e struttura, questo è un grande bianco da piatti importanti, peccato che è stato servito con delle lasagnette di pesce. 

Una batteria “stratosferica” che ha entusiasmato i partecipanti della degustazione, con l’impegno di ripetere, al più presto la serata con altri Derthona, più maturi ancora, e perché no, con la partecipazione del “guru” Walter Massa.

La sorpresa finale, con alcune bottiglie di Alta Langa di Massimo Pastura, buonissimo, che hanno allietato il finale della bella nostra iniziativa, a presto!

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antonio.dacomo 15/6/24