LUISA SCARPINI

Nel pensiero moderno, si è data la preminenza al fare, nella convinzione che si conosce solo ciò che si fa. Anche qui però la scienza unificante è ancora la più astratta, la più contemplativa, la Matematica. La prevalenza dell'agire è della età moderna, fino ad oggi. Marx intendeva con praxis 'il fare' in opposizione al pensare. Anche nel pensiero antico valeva una concezione simile a quella medioevale. Cicerone nel De Republica, riporta che Catone affermasse: Numquam se plus agere quam nihil cum ageret, numquam minus solum esse quamcum solus esset - "mai siamo più attivi di quando non facciamo nulla, mai siamo meno soli di quando siamo soli con noi stessi". La Arendt si chiede 'dove siamo quando pensiamo?' Cosa stiamo facendo quando pensiamo? Tali domane sembrano rientrare nella metafisica. Le parole sono il medium in cui pensiamo. La discrepanza tra le parole e le apparenze, il medium in cui viviamo, ha spinto l'uomo alla filosofia e alla metafisica. Nel mondo antico, si reptava che fosse con pensiero (logos o noesis) che si potesse raggiungere la verità, per cui la metafisica aveva un ruolo preminente nella filosofia. Nel mondo di oggi, in cui per andare verso la verità sembra necessario ricorrere alla percezione e agli strumenti che la possono estendere ed affinare, la metafisica è caduta in crisi. Sia Hegel che Kant la criticano, anche se Kant, al termine della Critica della Ragion Pura, rivendica di aver fondato la metafisica come la scienza 'antica quanto la ragione speculativa dell'uomo;e quale essere umano non specula, in modo scolastico o popolare?' (Kritik der reinen Vernunft, B 878)' Kant quindi profetizza che gli uomini avrebbero in futuro fatto ritorno alla metafisica (vedi i Prolegomeni ad ogni futura metafisica) Per Arendt sia la metafisica e la filosofia che la teologia, che trattano delle verità eterne (Dio, l'Essere, i Principi Primi, le Cause, 'archai') sono giunte al termine. La teologia, nel senso che è finito il modo con cui si è pensato Dio, è morto il pensiero tradizionale di Dio. La filosofia e la metafisica, nel senso che è cambiato il modo di formulare e di risolvere il problemi che essa tratta. E' cambiato il luogo in cui le verità eterne risiedono, che si pensava 'al di là e al di sopra del mondo sensoriale' (da Parmenide). Se si elimina la sfera del sovrasensibile, la sua antitesi, il mondo delle apparenze, è anch'essa annientata. Nietzsche chiama 'mondo vero' la sfera del sovrasensibile, riassunta anche con il simbolo di Dio, Con il mondo vero è stato eliminato anche il mondo delle apparenze, il mondo sensibile (vedi il crepuscolo degli idoli, di Nietzsche).

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LUISA SCARPINI

L’esperienza degli anziani insegnata ai giovani disabili Un’azienda agricola in cui imparare e crescere insieme A Castelnuovo Berardenga, tra le colline senesi dove si produce il Chianti, c’è un’azienda agricola speciale, che non produce solo vino, ma insegna, aiuta e fa crescere, si chiama aziende agricola San Felice, è di proprietà del gruppo Allianz in cui la fondazione Allianz Umana Mente, ha finanziato il progetto “Orto felice” e adesso anche quello “Aia Felice” lavorando insieme alla Cooperativa Sociale Naturalmente Così 6 anni fa è partito tutto, da un’idea molto semplice, quella di fare insegnare dagli anziani del paese, come si lavora nell’orto e con gli animali ad un gruppo di ragazzi con la sindrome di Down, Come racconta il presidente di San Felice Mario Cuccia “Abbiamo girato i bar di Castelnuovo e abbiamo chiesto agli anziani del paese se avessero voglia di diventare maestri della terra, di insegnare ai ragazzi come si zappa, come si innaffia, come si coltivano le erbe aromatiche, l’insalata e le altre verdure” Così il gruppo di anziani che ha accettato di aderire al progetto, ha conosciuto quelli che poi con il tempo sono diventati nipoti acquisiti, un gruppo di giovani con la sindrome di Down e autismo, mettendo in moto un progetto di agricoltura sociale, in cui i nonni, con più esperienza, insegnano pazientemente a chi di esperienza non ne ha, ma ha tanta voglia di imparare e mettersi in gioco, gli anziani insegnano ai giovani disabili e i giovani apprendono contenti, e tra chi impara e chi insegna, si è creato negli anni un rapporto unico, quello tra nonni e nipoti, anche senza essere accomunati da legami di sangue, si trasmettono conoscenze e tradizione centenarie, si parla di memoria, identità e si impara a crescere, L’orto felice è sempre in crescita, adesso occupa 2.500 metri quadrati, c’è una nuova serra, è stata inserita nel progetto “Aia Felice” dove i ragazzi, guidati dagli anziani, si prendono cura ogni giorno anche di un pollaio di 40 galline ovaiole, in più sono arrivate anche le capre, impiegate per la pet therapy anziani insegnano disabili anziani insegnano ai giovani disabili un progetto che ha messo in moto tante associazioni ed istituzioni del territorio, dall’associazione della Terza Età che ha coinvolto gli anziani, al Comune che ha coinvolto scuole e case di cura organizzando giornate didattiche e di festa presso l’orto felice, fino alla Regione Toscana che ha inserito il progetto all’interno di un bando di agricoltura sociale Ma non finisce qui, anche i prodotti dell’orto sono importanti, e la destinazione finale del lavoro dei ragazzi con problemi cognitivi, non è solo il privato cittadino che può comprare frutta e verdura, ma in accordo con due Chef del paese, i prodotti finiscono sulle tavole di due ristoranti della zona l’Osteria del Grigio e il Poggio Rosso, che ha una stella Michelin Oltre all’orto e al pollaio, i nonni e i ragazzi creano anche insieme marmellate e conserve che vengono poi vendute nei mercatini locali, e lavorano insieme tutta settimana ci sono momenti all’aperto di grande gioia per i ragazzi, come la vendemmia e la raccolta delle olive e quando piove e non si può lavorare all’aperto, si intrecciano cestini di vimini e si sta riparati al caldo, quello che rende questo progetto, differente rispetto ad altri progetti di aiuto e sostegno della disabilità è proprio il coinvolgimento degli anziani, che spesso si sento esclusi e soli e pensano di non poter essere più utili, mentre invece sono una fonte inestimabile di conoscenza Sonia Belluardo responsabile dell’Orto e dell’Aia Felice, spiega: “I nonni hanno il ruolo di mentori e di formatori professionali, per tramandare tecniche di coltivazione e di produzione, un patrimonio di esperienza e tradizione autentico e sostenibile”

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