LUISA SCARPINI
LUISA SCARPINI
Di solito accade di sabato mattina intorno alle 12:00, oppure il pomeriggio, ma raramente…mai di domenica e se è di domenica, sempre in orario in cui noi siamo a pranzo, cosa che a noi, non fa particolarmente piacere… …arriva una macchina, si ferma davanti al cancello, ne scendono un padre, una madre e uno o una bambina. Non ci perdo tempo, soprattutto se mi hanno fatto posare la forchetta nel piatto. Non mi interessa il modello della macchina e nemmeno come sono vestiti o tutto quello che può essere indicatore di un certo tenore di vita, come fanno invece alcuni miei colleghi, perché non mi interessa, nemmeno se è gente dall’alto tenore di vita. “…sa, mia figlia ama tanto i cavalli, come ne vede uno, diventa pazza e mi ha fatto una testa così che vuole montare perché…vorrebbe divertirsi…” Eccola là la frase che indica l’architettura della cosa…”vorrebbe divertirsi…” Ma i cavalli…sono per caso giocattoli? Enormi peluches che amano farsi strapazzare dai bambini… Ebbene, quando mi sento dire questa frase, io purtroppo cerco inutilmente di spiegare come già successo in passato che prima di “divertirsi” ci sono mesi e mesi di scuola, che l’Equitazione, quella VERA, non è gioco, ma una cosa terribilmente seria e il “divertimento” è una cosa che avviene dopo anni e anni di pratica, studio, disciplina e conoscenza del cavallo. La gente comune che ignora cosa sia l’Equitazione pensa che sia “divertimento”, che basta mettere il pargolo in sella, due taccate, un paio di stiracciate e il cavallo li porta a zonzo… Siccome sono anni che la scena si ripete e so le risposte che danno alle mie spiegazioni, oltre all’esperienza diretta in campo, sono costretta a dire che non prendo bambini come allievi, a meno che di speciali deroghe, rarissime che manco si contano sulle dita di una sola mano. E’ ora di finirla, e parlo anche ai miei “colleghi” di far montare i bambini e fargli credere dopo tre o quattro volte di essere cavalieri provetti. E’ ora di finirla di impostare tutta l’equitazione a partire dai bambini perché dalla mia esperienza personale su 10 bambini che vorrebbero montare a cavallo solo 1 o 2 ha la strutturazione mentale corretta per l’impostazione di un Corso di Equitazione serio, in quanto i bambini “vogliono solo divertirsi” e io ripeto che il cavallo non è un giocattolo. C’è poi un altro risvolto ancora più penoso: i genitori. Va che ne ho conosciuti e me ne sono bastati mezza dozzina per capire parecchie cose, dal padre esaltato che ti entra in Maneggio pensandosi perché paga di essere padrone della struttura e ti tratta come una mentecatta e minaccia di metterti le mani addosso se la figlia fosse caduta, a quello che pretende l’impossibile da una figlia scocciata e per niente portata per l’equitazione alla mamma che pretendeva di lasciarmi il figlio di sei anni iperattivo tutta la giornata perché esaurita, da quella che ha preteso di fare come gli pare fino a farmi fare lezione sotto l’acqua o trattarmi come una serva e mettere bocca sui protocolli formativi. I genitori molte volte fanno fare equitazione ai figli, non per un fatto di crescita personale o perché tramite l’equitazione si struttura la personalità e ci si rapporta con un animale, ma perché l’equitazione per i più è uno sfoggio di un certo status simbol e quindi molti si sbrodolano con conoscenti, amici e parenti nel dire che “il figlio va a cavallo”.
LUISA SCARPINI