In questo articolo analizzeremo cos’è e perchè Polkadot è così rivoluzionario nella sua mission.
Fondata dall’ ex CTO di Ethereum, Gavin Wood, Polkadot nasce con una promessa, la si può chiaramente capire visitando il sito ufficiale. Nella HomePage infatti appare chiaro quale sia l’intento:
“Polkadot, una piattaforma per il Web3.”
Nel mondo delle criptovalute e della Blockchain, uno dei sogni di molti sviluppatori è quello di riuscire a creare un nuovo ambiente virtuale alla base del quale vi sono blockchain interconnesse tra loro: il Web3 o Web 3.0.
Come detto, Polkadot è uno dei progetti più importanti che sta emergendo nell’ecosistema delle criptovalute perchè legato ad una visione di internet decentralizzato, definito appunto dal suo fondatore: Web3.
Le piattaforme dei maggiori social network usate da milioni di utenti sono altamente centralizzate soprattutto dal punto di vista dei dati che andiamo a fornire alle grandi corporation.
L’idea della blockchain in generale è quella di togliere gli intermediari, da qui la nascita degli smart contract, dove un algoritmo in base a determinate condizioni, va ad effettuare determinate esecuzioni programmate.
“Uno dei limiti più grandi delle blockchain in generale è legato all’efficienza e interoperabilità con altri sistemi. Nonostante la decentralizzazione e la sicurezza, la problematica legata alla scalabilità ritorna sempre.”
In questo contesto Polkadot si presenta appunto come uno dei migliori progetti in grado di far comunicare tutte le Blockchain e permette lo scambio di informazioni e transazioni tra di esse.
Uno dei requisiti di ogni piattaforma di sviluppo web dovrebbe riguardare la presenza di un linguaggio di programmazione adottato e semplice in grado di permettere a tutti gli sviluppatori di programmare con facilità, gli sviluppatori devono essere subito in grado di creare qualcosa da zero, senza troppa istruzione.
“Più si abbatte questa barriera di entrata, più l’ambiente di sviluppo risulta prolifico e degno di nota.”
Il framework, un insieme di strumenti per programmare legato a Polkadot, nasce proprio con l’intento di semplificare la vita agli sviluppatori. Questo Framework chiamato Substrait è stato ideato da Gavin Wood per poter permettere di sviluppare su Polkadot.
L’idea di Polkadot come detto è quella permettere l’interconnessione tra diverse blockchain. Polkadot infatti si sta facendo strada come una rete simile ad Ethereum ma con funzionalità uniche, in grado di abbattere i limiti riscontrati in Ethereum stessa.
Polkadot risulta infatti una catena di trasmissione ed elaborazione dei dati in grado di ricevere informazioni da altre catene, elaborarle e rispedirle alla catena mittente.
“Questa funzionalità è fondamentale per abbattere il limite di scalabiltà riscontrato in molte altre blockchain.”
Come detto Polkadot è una rete decentralizzata che collega le blockchain, per semplificare la sua spiegazione possiamo dividerlo in quattro livelli di composizione:
1) Relay Chain: ovvero il centro nevralgico della chain di Polkadot. Il suo ruolo tra le altre cose è quello di mantenere il consenso sul protocollo, la sicurezza e l’interconnessione tra blockchain.
2) Parachains: sono blockchain che compongo la rete Polkadot e hanno un loro token di riferimento, con proprie regole ma comunque legate al nodo centrale della Relay Chain.
3) Paratreads: sono molto simili alle Parachains ma essendo blockchain a consumo sono a pagamento.
4) Bridges: i ponti servono a connettere la rete Polkadot a blockchain indipendenti.
La Relay Chain è alla base dell’interoperabilità tra catene, graficamente viene spesso rappresentata come una circonferenza. Su questa circonferenza poggiano le parachains e i paratreads, ovvero blockchain più semplici che corrono parallele, ognuna con una sua architettura, funzionalità, token ecc.
La Relay Chain collega le diverse Parachains o Paratreads e facilità gli scambi tra di loro, garantendo sicurezza e consenso di rete. A loro volta le Parachains possono connettersi a Blockchain indipendenti come quella di Bitcoin ed Ethereum attraverso i ponti.
I ponti rappresentano un innovazione importante nella crittografia perchè risolvono il problema di comunicabilità tra Blockchain diverse.
Il Web3, punta a creare infrastrutture informatiche per un web decentralizzato. L’innovazione che sta portando Polkadot nel Web3 è sotto gli occhi di tutti e per questo ha molti estimatori.
La più importante di queste è la scalabilità. Per scalabilità della blockchain s’intende la possibilità di ospitare sempre più progetti e interconnettere maggiormente senza aumento proporzionato dei consumi e costi.
Non solo scalabilità ma anche interconnessione. Polkadot non è l’unico sistema in grado di creare ponti tra le Blockchain. Esistono altri progetti nell’ecosistema crypto.
Tuttavia la sua particolarità risiede nella capacità di creare interfacce in grado di scambiarsi anche dati non tokenizzati, come quei dati utili all’innesco dello smart contract.
Inoltre c’è da fare anche un breve inciso sui Fondatori, tra questi spicca la figura di Gavin Wood, che alcuni di voi ricorderanno come il fondatore di Ethereum e inventore di protocolli come il Proof of Authority e il Whisper.
Polkadot come detto è uno dei progetti più interessanti nell’ecosistema delle criptovalute. La sua importanza è dovuta oltre al fatto che garantisce interconnessione e scalabilità, ha alcune caratteristiche che lo differenziano rispetto ad altri progetti, i quali ad un primo sguardo potrebbero sembrare simili.
Per esempio Polkadot nasce non solo con l’idea d’interconnettere diverse blockchain tra di loro ma anche come ambiente di sviluppo di progetti nativi integrabili con la blockchain centrale. Inoltre Polkadot utilizza un network a pagamento sfruttando la sua criptovaluta DOT.
Attraverso i DOT si pagano i costi coinvolti per sfruttare i nodi del network, utili per la loro capacità di validazione e di distribuzione del consenso.
“Sebbene nel progetto originario DOT non fosse concepito come criptovaluta per pagare beni e servizi, nessuno vieta a due parti privati di mettersi d’accordo e pagarsi in DOT ma non è questa la sua funzionalità principale e lo scopo con cui è stato concepito.”
Addirittura DOT risulta nella classifica dei 10 Token a maggior capitalizzazione e continua a guadagnare valore.
Un’altra caratteristica peculiare di Polkadot è quella di gestire tantissime transazioni al secondo superando il limite di 1.000 transazioni al secondo di molte blockchain di vecchia generazione come quella di Bitcoin.
In ultimo ma non meno importante il concetto di Sovranità di cui gode il progetto. Come detto, le parachain infatti sono blockchain parallele al RelayChain, all’interno delle Parachain abbiamo la libertà di creare le nostre regole, gestire le transazioni e il loro costo tutto questo però controllato dall’apparato centrale della Relaychain in grado di offrire servizi di vigilanza.
Nonostante il progetto di Polkadot sia ancora nel suo stato embrionale è già considerato centrale nell’ecosistema delle criptovalute. Gli sviluppi promessi sono direttamente correlati alla crescita del valore del suo token DOT.
“Le previsioni intorno a DOT sono infatti ottimistiche e rialziste da diverso tempo. Sul medio periodo (24 mesi) si punta ad un rialzo che si assesti sopra i 35 dollari, quota che nel Marzo del 2021 è già stata toccata e superata. “
Sul lungo periodo, considerando un intervallo di tempo di 4 anni, il prezzo potrebbe addirittura sfondare quota 100 dollari e superarlo di gran lunga secondo alcuni analisti.
Essendo in una fase ancora embrionale, nonostante i volumi di utilizzo coinvolti siano già elevati, si pensa che Polkadot in futuro possa gestire un numero decisamente più elevato di transazioni diventando sempre più centrale e fondamentale nel mondo crypto.
“Polkadot è senza dubbio uno dei progetti più interessanti e innovativi che stanno emergendo nell’ecosistema delle criptovalute.”
Ma come rimanere aggiornati e come sapere quali sono le novità che meritano attenzione?
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