
Giulia Cantoro
Si corregge in privato. Ci si congratula in pubblico. Questo mio caro amico, si chiama educazione!


Giulia Cantoro
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti. (Luigi Pirandello)


Giulia Cantoro
BARCELLONA È CASA. 📸 18/08/2017 Ad un giorno dall’attentato sulla Rambla. 17 Agosto 2017- Partenza ore 10:20 da Pescara. Ore 14:00, dopo il viaggio in pullman diretto a Barcellona dall’aeroporto di Girona, siamo sulla Rambla, gremita di turisti di ogni dove. Ci dirigiamo verso il nostro hotel, distante all’incirca 900 mt dal cuore di Barça. Durante il percorso incrociamo una signora che ci chiede di entrare nel suo ristorante. Facciamo cenno: veniamo dopo. Entriamo in hotel e ci stendiamo per riposarci. Alle 16:30 ci svegliamo- Usciamo? Ho fame, andiamo alla boqueria- -No sono ancora stanca, lasciami riposare ancora un po’- Alle 17 ci sveglia una chiamata a cui non abbiamo risposto. Dopo un po’ squilla il mio telefono. -Oi tutto bene? -Sì, ci stavamo riposando, perché?! -Ho chiamato Matteo, non mi ha risposto e mi sono preoccupato, non avete sentito? C’è stato un attentato sulla Rambla- Ed ecco che l’entusiasmo che avevamo fino a due secondi primi si trasforma in brividi e ansia. In quei momenti puoi solo sentirti debole ed impotente di fronte a questa follia estremista, che per non so quale ragione ha come unico obiettivo seminare terrore e dolore. Penso che qualcuno da lassù ci abbia graziati, ma così non è stato per tutti, purtroppo. Come si può andare in vacanza e perdere la vita? Si parte per vivere, non per morire. Non c’è un giorno in cui non pensi a quelle persone. Barcellona grida “No tengo miedo”, “No tinc por”.

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