l'orco che non spaventava i bambini
andiamo avanti
L’uomo aveva imparato a tradurre i presentimenti e sapeva ciò che non andava in quella donna, conosceva la sua tristezza perciò non le fece l’inchino e si allontanò verso l’uscita, voltandosi un attimo prima di varcarla. Vide la donna che con le mani si copriva il volto, i capelli erano scomposti, i gomiti sul banco. Tornò indietro e, senza che la donna potesse accorgersene, estrasse una lumaca dal cesto e la appoggiò sul banco accanto alle sue braccia. Ne restavano solo novantotto, ma la sua ombra si allontanò come sempre dalla bottega con un inchino reale che la donna non vide, ma sentì. La donna fu distratta dalla sua pena solo dall’arrivo di un nuovo cliente che però non fu degnato di uno sguardo, tutti gli occhi della signora infatti erano per la lumaca che lei trovò accanto a sé al risveglio, il suo cuore le sembrò ancora più gonfio e sentì che quell’uomo che nessuno capiva, aveva capito lei, il suo star male. Prese la lumaca tra le mani e le sembrò il regalo più bello mai ricevuto prima.
Tra la scuola e il negozio di ortofrutta c’era il parco, l’uomo lo riattraversò e cercò ancora la sagoma del suo amico giardiniere, non tanto per liberare le sue lumache, che mai gli avevano chiesto più di quanto potessero avere, ma perché gli parve strano non averlo visto al mattino presto, quando peraltro era solito fare i suoi mestieri, prima che il sole si levasse alto. Ebbe strani presentimenti, ma proseguì la ricerca. L’inverno ormai era quasi finito del tutto, le cose e le persone sembravano aver ritrovato l’equilibrio della stagione, vide passare abiti leggeri, il carretto dei gelati, una decappottabile decappottata e non provò nessuna sensazione strana, ma non trovare il suo amico lo portava comunque a strani presentimenti.
Ad un tratto scorse la figura che cercava dalla mattina presto, la vide accanto ad un’altra figura simile, un suo collega, un altro giardiniere. Tirò dritto, non voleva interrompere, non se la sentì neanche di salutare, ma fu chiamato proprio dal suo amico mentre trascinava la sua ombra. Si voltò e si avvicinò, non seppe resistere a quell’invito, questa volta lo fece anche per le sue lumache, lui sapeva che avevano bisogno di libertà. Il giardiniere disse con insolita rassegnazione: “Libera le tue lumache, liberale finché si può, qui tra un mese il parco non ci sarà più, qui sorgerà un centro commerciale”. “Liberale, disse con l’aria di chi non vuole andare in pensione, forse neanche noi ci vedremo più”. Il vecchio osservò attentamente le mani del suo amico giardiniere, riconobbe i segni della pelle, erano uguali ai segni degli anni sugli alberi quando tagli un tronco a metà, solo così puoi vederli, uccidendo la pianta. Il vecchio capì dai segni delle sue mani che quell’uomo senza il suo parco sarebbe morto.
Restarono in silenzio il vecchio, il suo amico e l’altro giardiniere che non si oppose quando furono liberate le lumache: novantasei e novantasette, una lumaca il vecchio la donò all’amico giardiniere.
La campana della scuola sembrò la canzone del viale, quel giorno un fiume di ragazzi scesero in strada in senso orizzontale al traffico, fuori c’erano tutti i genitori ad aspettarli, c’era anche il padre del ragazzo che vedendolo arrivare lo abbracciò come se fosse la prima volta che lo vedeva, il ragazzo fece la stessa cosa. Entrambi sentirono che il cuore di ciascuno aveva bisogno di parlare, si presero per mano e si avviarono verso casa lungo il viale, in un mutismo eloquente, intervallato solo da qualche sguardo. Incrociarono il vecchio che però astutamente non sollevò lo sguardo da terra, il ragazzo scosse la mano del padre e il padre osservò attentamente quella figura, la sua lunga ombra per via di quel cesto di lumache che portava sulla testa. Il ragazzo rallentò sino a fermarsi, il padre acconsentì naturalmente. Un gruppetto di passanti si portarono la mano alla bocca e sorrisero schernendo la figura che transitava, il vecchio non ci fece caso e proseguì per abitudine. Il bambino estrasse dalla tasca la lumaca ed il padre lo guardò un po’ stupito. Si sedettero uno accanto all’altro, il ragazzo parlò mentre l’animale aveva estratto quasi tutto il suo corpo ed aveva iniziato a muoversi passando dalla mano destra a quella sinistra del ragazzo, il padre avvicinò la sua mano e la lumaca attraversò le sue lunghe dita. “Meraviglioso, dove l’hai presa?”, disse il padre, lo disse con tono mite, con curiosità e non con rimprovero. “Me l’ha regalata quel vecchio. Papà, dice che rallenta la malattia del mondo degli esseri umani, dice che allontana la morte, tienila papà, portala con te”.