L'amore è tutto nella vita
“Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa”
Se Dio ha creato qualcosa di più bello delle donne deve esserselo tenuto per sé.Non si nasce donne: si diventa.
Se Dio ha creato qualcosa di più bello delle donne deve esserselo tenuto per sé.
Non si nasce donne: si diventa.
Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità.
Una donna che non ha paura degli uomini, fa loro paura.
L’uomo è definito come essere umano e la donna come femmina; ogni volta che si comporta da essere umano si dice che imiti il maschio.
Non c’è grande distanza tra il tradimento dell’assenza e l’infedeltà
La donna non è vittima di una misteriosa fatalità… Non si deve arrivare alla conclusione che le sue ovaie le condannano a vivere eternamente in ginocchio.
Non mi sono mai sentita inferiore… Ciononostante, “essere donna” relega ognuna di noi a un ruolo secondario.
La donna è votata all’immoralità perché per lei la morale consiste nell’incarnare una entità inumana: la donna forte, la madre ammirevole, la donna onesta.
La donna infliggendo all’uomo qualche minuto di attesa, protesta contro quella lunga attesa che è la sua vita. In un certo modo tutta la sua vita è un’attesa… poiché la sua giustificazione è sempre nelle mani di un altro.
LA DONNA? è semplicissimo – dice chi ama le formula semplici: è una matrice, un’ovaia; è una femmina: ciò basta a definirla. In bocca all’uomo, la parola “femmina” suona come un insulto; eppure l’uomo non si vergogna della propria animalità, anzi è orgoglioso se si dice di lui: “E’ un maschio!”
Ora la donna è sempre stata, se non la schiava, la suddita dell’uomo; i due sessi non si sono mai divisi il mondo in parti uguali e ancora oggi, nonostante che la condizione della donna si sia evoluta, la donna è gravemente handicappata.
Economicamente gli uomini e le donne costituiscono quasi due caste (due gabbie salariali si direbbe oggi); a parità di condizioni i primi hanno situazioni più favorevoli, salari più elevati, maggiori probabilità di riuscita. Nulla di nuovo si dice quando si afferma che gli uomini occupano nell’industria, nella politica, nell’economia, un numero assai più grande di posti e detengono le cariche più importanti.
L’uomo può pensarsi senza la donna: lei non può pensarsi senza l’uomo. Lei è soltanto ciò che l’uomo decide che sia; così viene qualificata “il sesso”, intendendo che la donna appare essenzialmente al maschio un essere sessuato: la donna per lui è sesso, dunque lo è in senso assoluto. La donna si determina e si differenzia in relazione all’uomo, non l’uomo in relazione a lei; è l’inessenziale di fronte all’essenziale.
La coppia è una comunità i cui membri hanno perso la loro autonomia senza liberarsi della solitudine.
Non sono gli individui a essere responsabili del fallimento del matrimonio: è la sua stessa istituzione a essere originariamente perversa.
Il principio del matrimonio è osceno perché trasforma in diritti e doveri uno scambio che dovrebbe essere fondato su uno slancio spontaneo; il marito è spesso reso gelido dall’idea che sta compiendo un dovere e la donna ha orrore di essere consegnata a qualcuno che esercita su di lei un diritto.
Se il matrimonio diminuisce l’uomo, quasi sempre annichilisce la donna.
La coppia felice che si riconosce nell’amore sfida l’universo e il tempo; è sufficiente a sé stessa, realizza l’assoluto.
il mistero dell’incarnazione si ripete in ogni donna; ogni figlio che nasce è un dio che si fa uomo.
Il presente avvolge il passato, e nel passato tutta la storia è stata fatta dagli uomini.
C’è una strana malafede nel conciliare il disprezzo per le donne con il rispetto di cui si circondano le madri. È un paradosso criminale negare alla donna ogni attività pubblica, precluderle la carriera maschile, proclamare la sua incapacità in tutti i campi, e affidarle l’impresa più delicata e più grave: la formazione di un essere umano.
La divisione del lavoro vota la donna all’inessenziale, al generale: la casa, il cibo sono utili alla vita ma non le danno un senso: gli scopi immediati della massaia non sono che mezzi, non veri fini e in essi si riflettono solo progetti anonimi.
Pochi compiti sono simili alla tortura di Sisifo più del lavoro domestico, con le sue infinite ripetizioni: il pulito diventa sporco, lo sporco viene pulito, più e più volte, giorno dopo giorno.
Il focolare rappresenta per lei ciò che le spetta sulla terra, l’espressione del suo valore sociale e della sua più intima verità. Poiché non fa niente, la donna cerca se stessa avidamente in ciò che ha.
Ogni oppressione crea uno stato di guerra. Questo caso non fa eccezione. Oggi la lotta assume un altro aspetto: invece di voler rinchiudere l’uomo in un carcere, la donna cerca di evaderne; non cerca più di trascinarlo nelle regioni dell’immanenza ma di emergere alla luce della trascendenza.
È attraverso il lavoro che la donna ha superato in gran parte la distanza che la separa dal maschio.
La donna non è una realtà fissa, ma un divenire; solo nel suo divenire è legittimo paragonarla all’uomo, vale a dire che è legittimo misurare le sue possibilità.
Ciò che dà alle donne chiuse nell’omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile: è l’insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini.
Di per se stessa, l’omosessualità è limitante quanto l’eterosessualità: l’ideale sarebbe essere capaci di amare una donna o un uomo; indifferentemente, un essere umano, senza provare paura, limiti, od obblighi.
Oggi lo scontro assume una fisionomia diversa: invece di voler rinchiudere l’uomo in una prigione, la donna si sforza di sfuggirne; non cerca più di trascinarlo nel regno dell’immanente, ma di emergere, lei, alla luce del trascendente. Adesso l’atteggiamento del maschio, che non vede di buon occhio queste iniziative, crea un nuovo conflitto.
L’erotismo è un movimento verso l’Altro…
Non ci sono madri «snaturate» poiché l’amore materno non ha niente di naturale: ma, appunto per questo, ci sono delle cattive madri. È una delle grandi verità che la psicanalisi ha rivelato, è il pericolo che costituiscono per il bambino i genitori «normali». I complessi, le ossessioni, le nevrosi di cui soffrono gli adulti hanno la loro radice nel passato familiare; i genitori che hanno i loro conflitti, i loro problemi, i loro drammi, sono la compagnia meno desiderabile per il bambino.
Il marito quando viene a casa, dopo una giornata in cui ha provato la difficoltà di rapporti con gli uguali o la subordinazione ai superiori, ama sentirsi un capo assoluto e dispensare verità incontestate.
Certamente, se si mantiene una casta in stato d’inferiorità, essa rimane inferiore: ma la libertà può spezzare il cerchio: si lascino votare i negri, essi diventano degni del voto; si affidino alla donna delle responsabilità, essa sa assumerle.
Non è sempre il rifiuto a farsi oggetto che porta la donna all’omosessualità; la maggior parte delle lesbiche cerca al contrario di impadronirsi dei tesori della propria femminilità.
“La femmina è femmina in virtù di una certa assenza di qualità”, diceva Aristotele. “Dobbiamo considerare il carattere delle donne come naturalmente difettoso e manchevole”; e San Tommaso ugualmente decreta che la donna è “un uomo mancato”, “un essere “occasionale”. Proprio questo vuol simboleggiare la storia della Genesi in cui Eva appare ricavata da un osso “in soprannumero di Adamo”.
L’umanità è maschile e l’uomo definisce la donna non in quanto tale ma in relazione a sé stesso; non è considerata un essere autonomo.
La verginità ha questa attrattiva erotica solo in quanto va unita alla giovinezza; altrimenti torna ad essere un inquietante mistero.
Una donna può dedicarsi alle donne perché l’uomo l’ha delusa, ma talvolta l’uomo la delude perché essa cercava in lui una donna.
Tra le donne l’amore è contemplativo, non v’è lotta né vittoria, né sconfitta, ognuna è soggetto e oggetto, schiava e padrona.
Niente sembra all’uomo così desiderabile come quello che è appartenuto a un altro uomo. Le terre vergini hanno sempre affascinato gli esploratori; ogni anno ci sono alpinisti che si uccidono per tentare di violare il fianco di una montagna mai scalata.
Quando la sessualità non è più in mano all’individuo, ma dipende da Dio o dalla società che pretendono giustificarla, il rapporto dei due compagni è un rapporto bestiale.
L’umanità preferisce alla vita delle ragioni per vivere.
Lui è il Soggetto, l’Assoluto. Lei è l’Altro.
Chi ha interesse a perpetuare il presente, versa sempre qualche lacrima sul magnifico passato che sta per scomparire, senza accordare un sorriso al giovane avvenire.
Si può dire ancora che vi siano delle ‘donne’? Certo la teoria dell’eterno femminino conta numerosi adepti; altri sospirano: ‘La donna si perde, la donna è perduta.’. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. ‘Dove sono le donne?’
Dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell’essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Basta una sottana per farla scendere in terra? Benché certe donne si sforzino con zelo di incarnarla, ci fa difetto un esemplare sicuro, un marchio depositato. Perciò essa viene descritta volentieri in termini vaghi e abbaglianti, che sembrano presi in prestito dal vocabolario delle veggenti.
Le donne non hanno un passato, una storia, una religione, non hanno come i proletari una solidarietà di lavoro e di interessi, tra loro non c’è neanche quella promiscuità nello spazio che fa dei negri d’America, degli ebrei dei ghetti, degli operai di Saint-Denis o delle officine Renault una comunità. Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni uomini – padre o marito – più strettamente che alle altre donne; e ciò per i vincoli creati dalla casa, dal lavoro, dagli interessi economici, dalla condizione sociale.
Una donna che esercitava un’insolita professione diceva: “se fossi un uomo, mi sentirei obbligata ad arrivare al più alto grado: ma sono la sola donna di Francia che occupi un posto simile: è abbastanza per me”. In fondo a questa modestia c’è della prudenza. La donna ha paura, tentando si arrivare più lontano, di spezzarsi le reni. Bisogna dire che è messa a disagio, com’è naturale, dall’idea che non si abbia fiducia in lei.
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Simone de Beauvoir 💞 IsabElla 💞