Davide Ravera

Top Founder Senior

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STRETCHING : IN QUALI CASI NON E' CONSIGLIATO, MAGARI LO STAI PROPRIO FACENDO!

04/04/2019, 20:20

Sebbene lo stretching apporti notevoli benefici avvallorati da valide ed affidabili ricerche, permangono una serie di concezioni che tempo fa venivano accettate ma che oggi mostrano la necessità di un approfondimento

Un tempo era accettata la nozione secondo cui lo stretching prima di un esercizio o la competizione riduceva il rischio di trauma e migliorava le prestazioni, oppure che lo stretching contribuiva a ridurre l'indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardata. In base alle ultime ricerche, preparatori atletici e operatori sanitari prudenti dovrebbero riconsiderare tali affermazioni.


LO STRETCHING NON E' INDICATO IN ATTIVITA' PREVENTIVA DEGLI INFORTUNI


Medici, allenatori, preparatori atletici e professionisti del fitness da molti anni prescrivono e supervisionano una varietà di programmi di allenamento basati sullo stretching al fine di migliorare la flessibilità corporea  dei partecipanti e prevenire traumi. Oggi invece vi è una notevole discussione sull'uso dello stretching per ridurre il rischio di trauma. Un articolo più recente ha preso in considerazione 361 studi  sullo stretching ed il rischio di traumi legati allo sport e ha concluso che lo stretching non è significativamente associato a una riduzione dei traumi totali. Se volete leggetevi qualche studio di Amako, Pope, Shrier e Hart, MacAuley. 


LO STRETCHING NON E' INDICATO PRE-GARA PER AUMENTARE LA PRESTAZIONE


Utilizzato per molti anni come preparazione per affrontare la gara, sia da professionisti che da amatori, lo stretching prima di una prestazione è andato incontro ad alcune controversie. Studi recenti hanno messo in dubbio l'utilità di questa pratica prima di una performance, in un articolo Schrier ha riesaminato 23 studi sullo stretching "acuto" ed ha concluso che la maggior parte di essi ha dimostrato una riduzione della performance. Fowles ha dimostrato che l'attivazione muscolare viene rallentata di circa un'ora in seguito ad uno stretching statico. Evetovich e coll. hanno dimostrato una diminuzione del picco di forza misurato nel bicipite brachiale in giovani adulti. Fletcher e coll. hanno dimostrato una diminuzione della prestazione  nello sprint sui 20 metri nel gruppo che ha eseguito uno stretching statico. 


LO STRETCHING NON E' ADATTO PER LA RIDUZIONE DELL'INDOLENZIMENTO MUSCOLARE AD INSORGENZA RITARDATA (DOMS)


Il DOMS di presenta generalmente come risposta ad un periodo relativamente intenso di esercizio al quale l'organismo dell'individuo non è ancora abituato. Il relativo indolenzimento insorge circa dopo 24 ore dopo l'esercizio e può durare anche per due settimane. Herbert e Gabriel sono giunti alla conclusione per cui lo stretching praticato prima o dopo un esercizio non limita significativamente l'indolenzimento post-esercizio né riduce il rischio di trauma. Sebbene lo stretching sia stato per anni prescritto al fine di alleviare i DOMS, la sua mancata giustificazione non rappresenta una novità. Un certo di studi piuttosto datati dimostrava già la sua inefficacia. Rodenburg e coll. hanno studiato gli effetti del riscaldamento e dello stretching svolto prima di un esercizio eccentrico, con massaggi immediatamente successivi alla prestazione e non sono riusciti a dimostrare nessun beneficio nel gruppo in esame. Allungare attraverso lo stretching tessuti recentemente stirati e dolorosi non è mai consigliabile. Potrebbe essere tuttavia terapeutico  muoversi cautamente all'interno dei ROM(range of motion) e ampliare questo range man mano che i sintomi svaniscono ed il movimento si ripristina, piuttosto che tentare di "ottenere" maggiori ROM.