
Psicologia & Relazioni
Ma tu conosci te stesso?
Credo che la cosa più importante che ho imparato da Antony Robbins sia l'importanza di farsi le giuste domande.

Perché è molto importante farsi le giuste domande?
E la risposta più efficacie la trovo in un altro aforisma che ha più o meno 2.000 anni : Non c'è vento favorevole per il marinaio che non sappia dove andare (Seneca).
Se non ti fai le giuste domande è difficile che tu sappia dove andare e se non sai dove andare è quasi sicuro che tu continui a girare, a caso, senza una meta precisa.
Ecco perché la domanda più importante è proprio quella che con un imperativo stava sul frontone del tempio dell'Oracolo di Delfi (che non è quella della foto che è in latino): Conosci te stesso.
Sembra proprio che ognuno di noi sia nato con una configurazione neuro-biologica speciale che, per ognuno di noi, definisce quale sia la sua missione.
Il problema sta nel fatto che, purtroppo, per una lunga seri di motivi, la gran parte di noi non è stata educata bensì ammaestrata. E per evitare malintesi chiarisco subito la questione.
L'educazione (dal latino e-duco = condurre fuori) dovrebbe far si che proprio la nostra più intima configurazione neuro-biologica venga fuori e possa esprimersi per dare il meglio delle sue potenzialità.
L'ammaesramento (da latino ad magister = portare verso il maestro) fa si che tutto il processo sia utile per chi fa l'azione di ammaestrare, più che l'interesse di chi viene ammaestrato.
Ecco così che ben presto, quella che è la nostra più intima, profonda e irripetibile "missione di vita" viene sommersa da uno strato di obblighi, di doveri, di responsabilità che ben poco hanno a che fare con chi siamo e con quello che dovremmo fare per fare non "del nostro meglio", ma per fare "Il nostro meglio.
E' così che per fare "del nostro meglio" che ben poco ha a che fare con quello che siamo, ci costruiamo quei comportamenti che costituiscono la nostra "confort zone".
Nessuno ci ha educato a conoscerci veramente e così ci accontentiamo di vivere o meglio di sopravvivere consolandoci con il fatto che c'è sempre chi sta peggio di noi.
Poi a volte capita che un bel giorno ti chiedi: Ma chi sono io veramente? Che cosa ci faccio qui su questa terra? E cosa veramente potrei fare?
Ecco che inizi a conoscere te stesso e quando conosci te stesso impieghi poco tempo a capire dove devi andare e quando hai capito dove devi andare, impari ben presto a mettere le vele in favore del vento per giungere alla tua meta: la tua vera missione.
Qual'è la tua vera missione?
Non è importante che tu sia un architetto o una parrucchiera, un geometra o una cuoca, una casalinga o un cardiochirurgo; come essere umano, al di la di quella che è la tua professione, che ti piaccia o che non ti piaccia, hai una cosa che ti accomuna a tutti gli esseri umani: la tua vera missione che, nelle mille sfaccettature che può assumere, è la stessa per tutti gli esseri umani.
La tua vera missione, quella che è stata sepolta da anni e anni di ammaestramento, è quella di essere felice. Ma che cosa significa imparare ad essere felice?
Significa i imparare a trasformare qualsiasi cosa ti capiti in qualcosa di fertile, di costruttivo, di utile non solo per te, ma anche per gli altri.

Ci hanno ammaestrato facendoci credere che potremo essere felici dopo che avremo risolto tutti i nostri problemi.
La realtà è che la vita è e non può essere altro che un susseguirsi di problemi che, solo se siamo felici, riusciremo a risolvere in modo costruttivo. In caso contrario continueranno a ripresentarsi in modo sempre più confuso e stressante.
Ora dipende tutto da te, solo tu puoi decidere di imparare ad essere felice