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Crypto chicco #7: Le Criptovalute Inquinano?

2021-10-26 11:31:55

Chiariamo anche mettendo il tutto nella giusta prospettiva

(25/10/2021)
Questo è un argomento a cui tengo molto, in quanto è tra quelli meno compresi e più manipolati per fini chiaramente di parte.
Dico subito che la risposta è: dipende!
Eh lo so che vi sarebbe piaciuto un bel NO o SI secco....ma così farei lo stesso lavoro dei media mainstream che tendono continuamente a semplificare e spesso (nel caso delle Criptovalute spessissimo) a manipolare le informazioni.
Prima di addentrarci nella spiegazione, bisogna fare una premessa sul significato di Inquinamento.
Tutti lo percepiamo come qualcosa di sbagliato che fa male alle persone ed all'ecosistema. 
Nella realtà però c'è sempre un livello di inquinamento comunemente accettato in quanto ad esso, evidentemente, si associano dei grandi benefici.
Ormai possiamo dire con una certa tranquillità che la produzione (industriale ma anche nel piccolo) di qualsiasi bene, compreso ad uso alimentare, implica un dispendio di energia non pulita e spesso l'utilizzo di materiali che fanno male alla madre terra.
Chiaramente se dovessimo partire da questo presupposto dovremmo considerare un po' tutto come inquinante...ed in un certo senso dovremmo! E ciò dovrebbe spingerci a fare una grande riflessione sul sistema per come funziona ora...ma ovviamente andremmo fuori tema.

Allora il punto qui non è tanto se, ma quanto inquinano queste benedette Criptovalute!

La critica corretta è che il Bitcoin utilizzando come meccanismo di consenso il Proof of Work (se non sai cosa sono il meccanismo di consenso ed il PoW, corri a gustare il primo Crypto Chicco), impiega un'enorme quantità di energia elettrica per sostenere se stessa. 
In effetti Bitcoin da solo (cioè i miners che sostengono il sistema), se fosse un paese, sarebbe al 31° posto al mondo per consumo di energia stimando circa 100TWh all’anno. (Qui la fonte della lista dei paesi)!! In pratica più delle Filippine o della Finlandia.
Quindi da questo punto di vista, almeno per il Bitcoin, la risposta sarebbe: SI, il bitcoin inquina!
Ora però tornando alla premessa, il punto non è se inquina o meno, ma se inquina troppo o no in relazione a ciò che produce, giusto?
"La prospettiva è tutto!"
Sembrerebbe scontato rispondere alla domanda sopra in maniera affermativa, ma vi propongo altri paragoni, ad esempio quanto recuperato da un sito eccezionale per quest’attività a cura del Cambridge Centre for Alternative Finance (qui), che propone ad esempio questo grafico interattivo rappresentativo del consumo di altre attività (al 10 Ottobre 2021):
Al centro il Bitcoin con 100 TWh, in arancione le attività legate ad usi residenziali ed in giallo-oro le attività industriali di produzione, ad esempio:

  • Il consumo dei frigoriferi negli Stati Uniti è superiore a quello del Bitcoin
  • Il consumo per la produzione ferro e acciaio è superiore di circa 12 volte!
  • Quella dei condizionatori è superiore di circa 22 volte!

Ma andiamo a vedere dei paragoni sicuramente più adatti dato che parliamo di sistemi di pagamento, quali ad esempio l’inquinamento causato dall’estrazione dell’oro o quello del sistema bancario, allora il paragona diventa impietoso per quest’ultimi:

  • L’estrazione dell’oro consumerebbe circa 2,6 volte in più del Bitcoin
  • Il sistema bancario (consumerebbe) addirittura circa 12,8 volte in più del Bitcoin

Capito?
Vogliamo fare un paragone tra l’inquinamento del Bitcoin e quello dell’industria a capo della quale c’è Elon Musk (compreso il controverso progetto starlink!) o Bill Gates? Due nomi a caso, ovviamente.
Se volete approfondire i dati sopra ed in generale il concetto di “paragone coerente”, vi invito a leggere l’ottimo articolo qui di agendadigitale.eu, che mette appunto, tutto il discorso nella giusta prospettiva.
"I miners preferiscono l’energia verde!"
E poi c’è un altro aspetto, già in un articolo del 2019 (qui) veniva sottolineato come il 74% dell’attività di mining attingesse da fonti rinnovabili!
Il che è ovvio per chi è nel settore, in quanto il principale costo per un miner è l’energia elettrica e chi vuole minare, deve partire da questo aspetto per valutare i ritorni.

Quindi una bella Mining Farm agganciata a fonti rinnovabili è sicuramente la scelta meno costosa e non solo ecosostenibile, per un farmer.

Ecco quindi mining farm che lavorano all’interna di una diga (vedi qui una bellissima realtà italiana), o meglio in Islanda dove il costo dell’elettricità è molto basso grazie agli impianti geotermici e si risparmia anche sul raffreddamento degli impianti lavorando già in zone fredde (qui). Oppure ancora mining farm che utilizzano meccanismi ad immersione (qui). 
Quindi tale inquinamento per essere valutato correttamente dovrebbe essere misurato sul consumo di energia elettrica proveniente da produzioni inquinanti tipo quella fossile e cioè il 74% in meno di quanto viene valutata attualmente.
Allora riepilogando:

  • Bitcoin consuma molta energia elettrica per il suo funzionamento (dovuto alla PoW)
  • Il consumo rimane comunque paragonabile o addirittura molto inferiore ad altre attività produttive o di consumo
  • Il consumo è in gran parte ricavato da fonti rinnovabili (74% secondo stima sopra)

In questa prospettiva, è chiaro che le critiche mostrano tutta la loro infondatezza, soprattutto considerato il fatto che stiamo parlando del primo sistema di pagamento decentralizzato e disintermediato (funzionante) della storia (alternativo ad un Sepa, Visa o Bancario!).
"E le altre Criptovalute?"
Detto ciò avrete notato che nel titolo non parlo di Bitcoin, ma di Criptovalute in genere. È pur vero che Bitcoin è l’iniziatore del fenomeno e tuttora (ottobre 2021) copra da solo il 44% della capitalizzazione di mercato dell’intero mercato, pertanto era giusto e dovuto partire da lui, anche considerato il fatto che le critiche riguardano il Bitcoin, e non vedo come potrebbe essere altrimenti.
Infatti le criptovalute sono oltre 7000 (almeno quelle registrate su Coinmarketcap.com) e si differenziano molto in quanto a tecnologie utilizzate, quindi sebbene molte utilizzino lo stesso meccanismo di consenso ad alto consumo energetico, una grande fetta se ne discosta.
Ed è proprio questo il punto, il consumo è legato al meccanismo di consenso PoW (proof of Work), ma quello che non ti dicono, è che il Pow potrebbe anche essere molto meno oneroso rispetto a quello utilizzato dal sistema di pagamento Bitcoin.
In ultimo mi son tenuto il vero elefante nella stanza, quello che cambia tutte le carte in tavola, sto parlando del meccanismo di consenso Proof of Stake (ne ho già parlato sinteticamente nel Crypto Chicco #6).
Tale meccanismo è già ampiamente utilizzato, ad esempio tra le prime 10 Criptovalute per capitalizzazione di mercato se ne contano 4 (Cardano, Binance, Solana e Polkadot), senza contare il principe delle Criptovalute Ethereum, seconda Criptovaluta per Capitalizzazione di mercato, che sta gradualmente migrando dalla PoW al PoS.
Ebbene la Proof of Stake ha consumi paragonabili a normali server, quali possono essere quelli di qualsiasi applicazione nel mondo! 
Allora facciamo un riepilogo, le Criptovalute inquinano?
Lascia a voi la risposta…
…che questa volta ho scritto davvero troppo per un CryptoChicco.
Buon Crypto Caffè a tutti.
Filcam
https://biomine.it/it/ - mining farm sono progettate e realizzate solo all’interno di centrali idroelettriche 
https://sguru.org/largest-bitcoins-farm-worldwide/ 
https://101blockchains.com/blockchain-proof-of-work/
https://www.bitcoinyou.it/mining-farm-immerse-nel-liquido-la-soluzione-ecologica/

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