Non definirmi: sto cambiando
Pesi, misure e relatività
Da anni mi interrogo e mi arrovello su una questione inerente pesi, misure e relatività. Oggi ti sottopongo la questione, e alcune ipotesi elucubrate.
Vediamo un po’ di situazioni, prese come esempi dalla realtà.
- Bello quel maglioncino.
- Sì, davvero bello.
- Compralo! Guadagni 1500 euro al mese: te lo puoi permettere!
- No, non posso. Questo mese arrivano le bollette. Perché non lo compri tu?
- Ma sei pazza? Guadagno solo 1500 euro al mese, una miseria.
Della serie: i soldi degli altri valgono di più.
- Le commissiono questo lavoro. Mi deve fare il progetto, presentando almeno tre ipotesi, scrivere un testo di 5-6 pagine, con riferimenti bibliografici, ovviamente dopo aver letto le 50 pagine di documenti aziendali fatti in passato.
- Sì. Si può fare, ma che scadenza ha?
- Al massimo tre giorni: tra una settimana c’è il meeting del comitato di progetto.
- In tre giorni è impossibile. Posso consegnarlo tra sei giorni.
- OK.
Consegnato e chiesto riscontro.
- No, non ho potuto presentarlo al comitato: avevo solo due giorni per leggere la documentazione che mi ha mandato. Non mi è stato possibile.
Della serie: il tempo degli altri dura molto di più.
Ti sono mai successe situazioni simili?
A me capitano in continuazione.
Esiste sicuramente un aspetto di relatività delle opinioni e delle sensazioni, però di primo acchito mi viene da pensare che in giro ci sono molti strxxzi.
Ma anche questa è solo un’opinione data sull’onda dell’emotività.
Sarò ingenua… no: sono decisamente ingenua, ma non tutto e non sempre è pura cattiveria.
Per quanto entri in gioco una buona base di egoismo, credo che il problema sia molto più ampio e profondo.
Io credo che il meccanismo sia simile a quello che induce molti a pensare che i problemi degli altri siano poca cosa, e comunque risolvibili, mentre i propri sono drammatici.
Si continua a guardare il mondo dal proprio, ristretto, punto di vista. E abbiamo una scarsissima immaginazione.
In fondo quello che afferma che si potrebbero evitare o risolvere le guerre con cene ben organizzate è lo specchio del modo di pensare abituale: visione ristretta e semplicistica.
E, purtroppo, usiamo lo stesso sistema di due pesi e due misure in tanti, troppi, aspetti del nostro quotidiano.
Già.
Pensare che i soldi degli altri valgano di più, che il tempo degli altri sia molto più lungo, è in fondo lo stesso meccanismo miope che ci fa pesare più chi parla rispetto a cosa dice, e così la stessa cosa detta da un amico (o da qualcuno del partito politico che votiamo) è per noi diversa da quella detta da un nemico, anche se le parole sono uguali.
Siamo sostanzialmente vittime (o forse carnefici) di una visione da tifoserie contrapposte.