Imparare: un corso dopo l’altro

Li sentivo chiacchierare: 

• ho appena finito il corso con… e sto iniziando quello… 
• il lunedì ho il corso … e sabato e domenica invece…

Io non ci riesco, e non ci sono mai riuscita. Non è questione di costi o di tempo: non ci riesco proprio.

Mi vengono in mente queste riflessioni in questo periodo dedicato ad un difficile trasloco: qualcosa si butta, qualcosa mettendolo in secondo piano, qualcosa va in deposito perché forse servirà in futuro.

Per me frequentare un corso, di quelli belli, intensi, è un po’ così. Ogni volta ho bisogno di integrare ciò che imparo con ciò che sapevo. Inevitabilmente alcune informazioni o tecniche nuove tolgono di mezzo ciò che sapevo, altre vanno integrate.

È un lavoro lungo, un cambiamento di punti di vista, convinzioni, talvolta un totale cambio di paradigma. Alcune cose non vengono integrate, o digerite, e rimangono lì, in deposito: verranno integrate o eliminate col tempo.

In ogni corso ci sono pezzi che risuonano immediatamente, o esercizi che sembrano attrezzi a lungo cercati. E ci sono informazioni che contrastano, infastidiscono, che si è tentati di rifiutare. Io ho bisogno di tempo per capire, scegliere, elaborare.

Recentemente un amico, appena terminato un corso particolarmente intenso, scriveva che nei giorni immediatamente successivi si era sentito estremamente scombussolato: succede anche a me.

Comprendere i miei meccanismi di apprendimento è stato, di per sé, un impegno che ho svolto con gioia (e un po’ di fatica) quando, parecchi anni fa, ho iniziato io stessa a tenere corsi. Ho avuto bisogno di capire come funziono io in qualità di studente per trovare analogie e differenze rispetto a metodi e processi diversi dai miei. Ma questa è un’altra storia.

Ora, in questo periodo, il mio apprendimento è dedicato alla costruzione dei miei canali qui, su CAM TV. Ce la posso fare!