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Candìde segnala: Un apolide metafisico di E.M. Cioran, Adelphi ed.
Il linguaggio, nella storia della filosofia, non è mai un mero strumento di comunicazione, ma il corpo stesso di un pensiero. Emil Cioran, il filosofo rumeno, che abbandonò la sua terra natale per espatriare in Francia senza prendere la cittadinanza, ritrova nella sua condizione di apolide la postazione ideale per vedere la realtà storica dal più lucido punto di vista: come un'artificiosa messinscena che si cela dietro ogni forma di identità e definizione, dischiudendo il vuoto metafisico che sorregge le utopiche nozioni di assoluto e verità.
Le sue origini e i suoi studi lo avvicinarono per un certo periodo all’esistenzialismo da cui si distacca, rifiutandone l’impegno politico. “Il potere è diabolico, desiderarlo è la grande maledizione dell’umanità“. Egli si rifugia nella filosofia dell’assurdo che si colora di un pessimismo estremo desunto da Nietzsche, Schopenhauer, Heidegger, benché in una delle ultime interviste dichiari che: “la filosofia non poteva aiutarmi. Ad ogni modo io preferisco gli scrittori; per me Dostoevskij è il più grande genio, il più grande romanziere. Ho letto moltissimo i russi, Cechov, naturalmente”. Ha letto e amato Leopardi, i suoi migliori amici sono stati Beckett, Ionesco e Kafka.
Giovanni Bonomo #CandideCC #CandideCoin #CCC
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Incontro con Sossio Giametta. La solitudine di Nietzsche (20.10.2014)
A più di un secolo dalla scomparsa Friedrich Nietzsche ci parla, ci dice cose attuali e vitali, ci costringe a riflettere. Ci dice cose attuali e vitali perché se troviamo il suo coraggio di pensare criticamente e liberamente, eviteremo il nostro suicidio, fermeremo la lenta agonia...
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