Top Founder President
Incontro con Sossio Giametta. La solitudine di Nietzsche (20.10.2014)
A più di un secolo dalla scomparsa Friedrich Nietzsche ci parla, ci dice cose attuali e vitali, ci costringe a riflettere. Ci dice cose attuali e vitali perché se troviamo il suo coraggio di pensare criticamente e liberamente, eviteremo il nostro suicidio, fermeremo la lenta agonia...
... della nostra civiltà occidentale, delle nostre conquiste di pensiero e di civiltà.
Candìde, con le sue battaglie civili e di libero pensiero, non può che fare proprio il coraggio di un uomo che sentiva a naso le falsità ("Il mio genio è nelle mie narici"). Insofferente contro ogni tipo di menzogna, ipocrisia, scatena un terremoto contro la religione, la morale, le istituzioni, le tradizioni, le credenze indubitabili, i dogmi, le verità rivelate. Terremoto le cui benefiche onde d'urto possiamo ancora percepire.
Nietzsche è stato un educatore alla grandezza, il più grande campione dell'indipendenza umana, un genio psicologico, un intercessore della vita e un assertore della lealtà e della giustizia verso di essa, un sulfureo e profetico Kulturkritiker con un'etica purissima, scevra di ogni ombra di edonismo e utilitarismo.
Grazie, Sossio Giametta, di ancora ricordarcelo. Grazie, Lorenza Franco, di fare lo stesso in poesia.
Giovanni Bonomo
“La gente invidia i grandi perché li ritiene beniamini della fortuna, come i brutti invidiano i belli, e a loro riguardo non si fa scrupoli. Ma dalle vite dei grandi si levano a volte terribili lamenti. Questi sono di solito soffocati dal pudore, ma talvolta sono urlati per troppo strazio. D’altra parte i grandi, pur soffrendo, non sono disposti a barattare la loro sorte con il benessere della gente comune. Nietzsche implora il dio sconosciuto di preservarlo dalla piccola felicità per un grande destino. Goethe, il felice, il fortunato, l’olimpico, dice che la sua vita è stata un continuo risollevare un macigno che continuava a cadere. Schopenhauer si è dannata l’anima per far passare la sua grande filosofia, riuscendovi solo tardi (“La vita mi ha offerto delle rose bianche”) e Nietzsche in vita non c’è riuscito affatto. I grandi sanguinano. Quando essi, spinti da una forza irresistibile (la vocazione), si mettono sulla strada solitaria della grandezza, ingaggiano immediatamente un selvaggio duello con il loro Io animale, privato, che pretende le sue soddisfazioni e non sa e non vuole sapere della grandezza, ossia del vivere per l’ideale, per gli altri, secondo la tendenza centripeta che conduce verso il centro della specie. Coloro, infatti, che soddisfano i bisogni della specie (di potenziamento e di propagazione) sentiti come bisogni personali, devono sfruttare per questo la loro base animale, devono reprimere e opprimere il loro io egoistico, che però non possono sopprimere, per non sopprimere se stessi. Questo Io personale, privato, egoistico, più è sacrificato e più selvaggiamente, incessantemente tiranneggia l’altro per avere le sue soddisfazioni. Al punto che i grandi possono, nei momenti di abbattimento, invidiare a loro volta la gente comune, che non si deve preoccupare d’altro che di se stessa. Il rimedio più comune, per i grandi, è di rifugiarsi nella solitudine, dove sono liberi dalla morsa della vita, dall’incomprensione, dal misconoscimento e condizionamento della gente comune. Ma la solitudine è privazione, è sofferenza, perché i grandi non sono diversi dagli altri nel loro bisogno di amore, di comunione, di affetto, di comprensione, di riconoscimento, di solidarietà. (…)”
GRANDEZZA E SOLITUDINE
.
Esser grande vuol dire esser solo.
Grandezza e solitudine abbracciate,
idee di verità insanguinate,
il genio soffre del suo ardito volo.
.
Irresistibile è la vocazione,
selvaggio il duello con la specie
dell’animale, se se stesso invece
vuol anteporre alla procreazione.
.
Ma non è, Solitudine, un rifugio,
pur se libera dall’incomprensione.
E’ solo sofferenza, privazione,
accettato baratto e sotterfugio.
.
Beata solitudo è un inganno,
ma pur la Verità è una finzione,
strumento già d’autoconservazione,
filosofia per mascherare il danno.
.
Oblio, spensieratezza, distrazione,
la dignità, la libertà respinte.
Dogmi, credenze, tradizioni vinte
saranno mai dall’illuminazione?
.
Lorenza Franco
Fonte: https://www.facebook.com/events/296990067172317/?ti=cl