Buddismo e vita quotidiana

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Buddismo significa anche saper giocare con la propria creatività (racconto-esperienza) tra fantasia e realtà interpretativa

09/04/2019, 07:02

Ogni evento, ed ogni situazione ci insegnano qualcosa, ci aiutano a riflettere sulla nostra vita, aiutandoci a colmare le nostre lacune emozionali, interpretandole e dandogli un significato più profondo, diventando noi così un po' più consapevoli...

Prologo

Ogni evento, ed ogni situazione  ci insegnano qualcosa, ci aiutano a riflettere sulla nostra vita, aiutandoci a colmare le nostre lacune emozionali, interpretandole e dandogli un significato più profondo, diventando noi così un po' più consapevoli di come lo eravamo prima. A volte però certe situazioni ci aiutano  addirittura a spiegare le vele della nostra vita e, quindi ,a cambiare totalmente la rotta della nostra esistenza. Potrebbe darsi anche che oggettivamente gli eventi  non sono né negativi ne positivi, siamo  semplicemente noi che li osserviamo da un punto di vista troppo personale e mentale tanto da renderlo o negativo o positivo, a seconda del nostra tendenza all'ottimismo o al pessimismo.

Ma questa storia che sto per raccontarvi ha del mitico e del leggendario. Mi appare, in verità, di essere stato un protagonista di un cartone animato... buona lettura a tutti...

Racconto

È stato un periodo questo, marzo e aprile duemiladiciannove, in cui le condizioni meteorologiche  sono state un po' incerte e vacillanti.

Ci sono state giornate di intenso caldo e giornate più fredde, con pioggia e vento. 

E come tutti sappiamo, proprio in questo periodo, i malori influenzali sono all'ordine del giorno; ed io, come quasi tutti, mi sono ammalato, contraendo un virus alla gola che mi ha provocato forti colpi di tosse.

Ciò mi successe un inizio settimana, cioè di lunedì, e siccome il martedì mi peggiorò, decisi di andare subito dal mio medico curante che tempestivamente sembrava mi avesse dato la cura giusta. 

Fatto sta che i giorni passavano, e la mia tosse per qualche giorno si attenuò ma, il venerdì sera riprese più forte e intensa di prima,  addirittura delle volte non riuscivo neanche a deglutire. Quindi decisi che il giorno dopo mi sarei precipitato alla guardia medica del mio paese, perché  lo studio del mio medico curante  il sabato è chiuso, e così feci.

Appena arrivato dinanzi all'uscio del dottore di turno serale, suonai il campanello e la porta dopo pochi secondi si mosse, mi ritrovai davanti ai miei occhi un personaggio alquanto  bizzarro,  possedeva uno strano sorriso , ma il fatto più sconvolgente fu  quando sì  aprì la porta , e dalla stanza del dottore uno strano odore di coniglio iniziò a perseguitare le mie narici, sentivo odore di coniglio in poche parole.

Dopo le presentazioni formali, esposi il problema della mia gola, ed il presunto dottore subito iniziò a parlare insultando il mio medico curante sulla cura superficiale che mi dette qualche giorno addietro, asserendo che il problema era più grave e avrei avuto bisogno di una visita specialistica, io continuavo ad osservarlo sempre più sbigottito, questo presunto medico aveva un'aria sempre più buffa per me, e prendevo sempre meno sul serio ciò che diceva. Era quasi simpatico, ma mi dava un senso di incompetenza. Fatto sta che quel dottore assomigliava sempre di più, ai miei occhi, ad un coniglietto ( forse prima di questa vita era un animaletto della terra, ed ora si ritrova ad impersonare la parte di un medico). Alla fine,  dovetti far finta di ascoltarlo e dopo pochi minuti feci per andarmene, ma lui mi fermò chiedendomi come mi chiamassi (per registrarmi nel registro dei pazienti ovviamente). 

Al che gli dissi : "mi chiamo Dario Mingione dottore".

Dopo un po' di titubanza da parte del medico, e dopo avergli ripetutamente recitato il mio cognome, sono stato costretto a dargli la mia carta d'identità, perché cercava di ripeterlo e trascriverlo,ma non riusciva proprio (sinceramente non ho mai visto un uomo di una certa cultura non comprendere il mio cognome). 

Appena vide il mio nominativo trascritto sul documento, incominciò a ridacchiare  sotto i baffi( non ho mai visto un coniglio ridere in realtà, quella per me è stata la prima volta),  incominciò a dirmi, sempre ridacchiando: "lei davvero si chiama cosi? Minchione?" Il medico sempre ridacchiando osserva dicendomi:" lo sa che qui in Sicilia questo cognome significa un'altra cosa? Glielo hanno mai detto"? 

Sopportando la demenza e la mancanza di professionalità del medico annuivo, sperando facesse presto nel trascrivere le mie generalità per poi andarmene. E così feci.

Tornato a casa, tra me e me iniziai a ripetere le tre lettere, quelle che di solito indicano perplessità, le ripetevo a bassa voce e in solitudine ripensando alla vicenda: "mah, mah...mah...".

Alla fine, arrivato a casa, con aria felice e sorridente, ma perplesso per quella strana vicenda, mi misi a recitare il daimoku (mantra Nam myoho renge kyo) essendo io buddista, non per voler capire, ma semplicemente per portare a compimento la mia pratica serale. Sta di fatto che tra quei "mah" un po' ironici che mi suonavano nella testa,  e tra le immagini  del dottore , alla fine mi è rimasto semplicemente un incontro pittoresco tra me ed una persona che assomigliava ad un coniglio. Forse potrebbe esserlo stato davvero, forse prima di diventare uomo e medico, nella sua vita precedente sia stato un coniglio, ma chi può dirlo? Fatto sta che il suo karma da dottore sicuro di sé e professionale non si era ancora formato del tutto. Comunque poi, alla fine, dopo pochi giorni il mal di gola mi passò da solo ed io guarì completamente.

Che cosa strana e buffa è la vita, forse è per questo che non guardo la televisione, perché la vita reale è già un gran teatro per me.

La morale della favola:

Tutti quanti tendiamo ad essere offesi in un modo o nell'altro, o ci arrabbiamo per situazioni assurde e quindi tendiamo a soffrire, ma la pratica buddista serve proprio a sviluppare punti di vista differenti, un nuovo modo di vedere la realtà che ci circonda, cancellando le emozioni negative senza perdere però il vero contatto con la realtà che ci circonda per poterla migliorare.




Dario Mingione