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Cassago, il cammino di Sant'Agostino

18/10/2019, 19:28

Foto di Peppe Po e Maria Grazia Mauri - Informazioni tratte dal sito http://www.comune.cassago.lc.it

Il Cammino della Rosa, chiamato anche Cammino di Sant’Agostino: è un percorso di pellegrinaggio concepito per collegare nelle sue tappe i venticinque Santuari mariani presenti sul territorio della Brianza.

Foto Mappa tratta da www.camminodiagostino.it

Particolare interessante: il percorso di questo cammino disegna una figura stilizzata di rosa (vedi mappa sopra), ed è collocato nella Brianza Comasca, Lecchese e Monzese, le foglie sono in direzione est e ovest, cioè lungo le Province di Monza e     Brianza, Milano, Varese e Bergamo, il gambo unisce le città di Monza, Milano, Pavia e Genova in un lungo asse in direzione nord-sud,   le radici collegano le città “agostiniane” di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona, sul suolo africano.

Il fiore è un percorso circolare chiuso di 352 km, da percorrere idealmente in 15 giornate di cammino: inizia e termina a Monza, toccando 30 Santuari mariani. 

La foglia orientale va da Milano a Monza in direzione est: 99 km lungo i canali Villoresi e Martesana. 

La foglia occidentale conduce da Monza a Milano a Monza in direzione ovest, 91 km lungo il canale Villoresi e le Vie d’Acqua dell’area Expo 2015.


Il gambo unisce le città di Monza, Milano, Pavia e Genova lungo il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e successivamente lungo l’appenninica Via del Sale, per un totale complessivo (considerando l’andata e il ritorno su tragitti separati da Pavia a Genova) di 384 km.

Infine le radici uniscono sul suolo africano i percorsi nativi di Agostino, collegando le città di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona. 

Il tutto per una lunghezza complessiva nel nordafrica, da Tunisia ad Algeria e ritorno, di 605 km e 30 giornate di percorso a piedi.

Il Rus Cassiciacum di Sant'Agostino

Una duratura tradizione ha costantemente riconosciuto nell'attuale Cassago Brianza il romano rus Cassiciacum di Verecondo (Conf. 9, 3, 6) dove S. Agostino soggiornò nel 386-387 d. C. con la madre Monica, il figlio Adeodato, altri parenti e amici per prepararsi al battesimo. In questa località della campagna milanese Agostino scrisse i Dialoghi e i Soliloqui.

La devozione verso Agostino si sviluppa a Cassago agli inizi del XVII secolo, quando il santo viene invocato Patrono del paese dopo aver salvato i suoi abitanti dalla peste nel 1630 ... E poiché è usanza cristiana serbare memoria delle grazie ricevute e attribuirle a qualche santo protettore, questa Comunità di Cassago non dimentica di così grande favore ... per sè aggiunge e invoca l'aiuto del Beato Agostino ... tanto più che è stato tramandato che lo stesso Santo soggiornò in questo paese ... [Dal Chronicon, 1631]

Del 1631 è la prima festa in suo onore, che verrà celebrata ininterrottamente ogni anno fino ai nostri giorni. Nel 1700 viene eretto un altare in suo onore mentre la cosiddetta fontana di S. Agostino diventa luogo di devozione popolare. L'Associazione S. Agostino dal 1967 sta valorizzando il patrimonio artistico, storico-archeologico e religioso del paese.



La Fontana di S. Agostino raccoglie le acque provenienti da due sorgenti e costituisce una delle maggiori attrattive del parco. 

L'acqua non manca mai anche in periodi di prolungata siccità. Di questa Fontana parla già nel 1854 mons. Luigi Biraghi che scrive trattarsi di un luogo abituale di devozione popolare. In effetti nell'Ottocento e per tutto il Novecento la gente del paese ha prestato grande attenzione a questo luogo riconoscendolo in qualche modo legato ad Agostino. 

La fontana ha una forma rettangolare con un emiciclo laterale (forse due in origine). Probabilmente fu ricostruita su una precedente struttura. 

Attualmente ne resta un residuo che denota caratteri di costruzione romana. Non è nota la funzione di questa vasca nel passato. 

La sua posizione era comunque prossima al castro medioevale di cui si hanno notizie nel 1200: la località di Cassago era comunque già abitata nel IX secolo come testimonia una pergamena dell'854 che attesta la presenza di nobili longobardi come signori del castro. Sulla struttura della Fontana sono stati eseguiti interventi a più riprese sia per metterne in evidenza le fondazioni, sia per impermeabilizzarne le pareti.

L'Amministrazione Comunale di Cassago Brianza (Lc) nel 1980 ha acquisito l'area attorno alla Fontana di S. Agostino stipulando una Convenzione con i proprietari, che prevede tra l'altro la cessione anche della superficie occupata dal Palazzo Pirovano Visconti demolito nel 1963. 

L'Amministrazione, su sollecitazione della Associazione storico-culturale S. Agostino, è intervenuta sull'area bonificandola, affidando la progettazione e la realizzazione alla stessa Associazione che ha ripristinato la funzionalità della Fontana di S. Agostino e la predispo un percorso archeologico dove sono sistemati i reperti litici rinvenuti a Cassago databili all'età romana e tardo-romana. 

Fra il 1984 e il 1986 è stato realizzato su quest'area quello che ora è chiamato "il Parco Archeologico S. Agostino", luogo aperto al pubblico che ridà alla comunità locale uno spazio verde di grande importanza ambientale e culturale. 

Il luogo viene abitualmente visitato da scolaresche e comitive, anche straniere, motivate dal desiderio di conoscere il rus Cassiciacum di sant'Agostino. 

Nel 1988 fu rinvenuto il canale di immissione delle acque nella vasca già predisposto in antico a un metro di profondità dal precedente piano di calpestio. Contemporaneamente lavori si sbancamento condotti con lo scopo di restaurare la vasca misero in luce la presenza di altre strutture murarie strettamente connesse alla fontana che ne mettevano a nudo l'originaria struttura a mandorla. 


Sul lato sinistro la vasca proseguiva con un frammento murario in coccio pesto di origine romana. Ulteriori scavi condotti nel 1987-88 nella stessa direzione riportarono alla luce nuovi muri e due vasche da cui furono estratti numerosi frammenti di ceramica tardo-rinascimentale unitamente a mattoni, tegole e materiale fittile di varia natura, seicentesco e settecentesco come sembravano indicare il marchio e gli stemmi gentilizi viscontei. 

Lo strato superiore del terreno era costituito da un solido conglomerato di calcina, residuo probabile della lavorazione della calce viva che venne operata riutilizzando le due vasche nella seconda metà del '700 quando si costruì ex-novo l'attuale chiesa parrocchiale.

Il Monumento di Sant'Agostino,  opera realizzata nel 1986 dopo alcuni anni di progettazione e di lavoro dal Maestro Enrico Manfrini. Posta all'interno del parco storico-archeologico S. Agostino a Cassago, la struttura prevede centralmente una Pala in bronzo che raffigura Agostino mentre sta scrivendo a Cassiciaco. In piedi ritta davanti a lui, mentre sta scostando un velo o una tenda sta la mamma Monica che lo seguì nel suo viaggio nella villa di Verecondo mentre si stava preparando al battesimo.
La Pala è incorniciata da due eleganti colonne che alleggeriscono e donano grazia all'elemento centrale.
Il Monumento venne inaugurato dal cardinale di Milano l'arcivescovo Carlo Maria Martini il 28 agosto 1986 in occasione dei grandi festeggiamenti cassaghesi nel ricordo del XVI centenario del soggiorno del Santo a Cassago.
Alla base della Pala furono incise le parole, tratte da testi agostiniani, che furono suggerite a metà Ottocento da mons. Biraghi al parroco di Cassago perché ricordasse ufficialmente la presenza del grande Dottore della Chiesa a Cassago.