Arte & Intrattenimento
Intervista alla pittrice Emilia Cotza
Ho conosciuto Emilia su un gruppo dedicato alla pittura.
Mi è bastato un quadro per interessarmi alla sua produzione.
Volete sapere quale?
Continuate a leggere. (No, non è questo in copertina! ;D )
Benvenuta, Emilia. Parlaci di te.
Sono Emilia e ho 43 anni, ho trascorso la mia infanzia a Villasalto e
attualmente vivo a San Vito. L’amore per l’arte è nato in adolescenza grazie al
professore di educazione artistica della scuola media, ma è cresciuto solamente
più avanti da autodidatta, visto che non mi è stato permesso di frequentare il
liceo artistico. I miei studi mi hanno portata lontano dal mondo dell’arte e
attualmente lavoro come impiegata per Ats Sardegna. Sono sposata ed ho una
bambina di dieci anni. La pittura è la mia più grande passione ed occupa spesso
gran parte del mio tempo libero.
(Alba a Feraxi/Olio su tela 70x50)
Qual è stata la tua formazione?
La formazione dal punto di vista artistico è pressoché nulla, come ho detto la mia prima passione per l’arte è nata alle medie con l’educazione artistica, e in particolare, l’ultimo anno con il professor Durante che, resosi conto del mio forte interesse per la pittura ad olio, mi dedicò qualche lezione, giusto per l’utilizzo dei materiali, e mi assegnò come compito la realizzazione di un dipinto. I miei genitori nel frattempo, nonostante non fossero d’accordo per la frequentazione del liceo artistico, mi incoraggiarono e non persero l’occasione per commissionarmi dei lavori come regali, mi acquistarono tutto l’occorrente per continuare a coltivare il mio hobby senza badare a spese. Ho dipinto dal periodo della scuola media fino ai venti anni circa ininterrottamente, per poi fare una pausa di quasi altri vent’anni e riprendere nel 2015. I primi anni acquistavo libri dove veniva spiegata la tecnica e mi esercitavo a fare gli esercizi proposti; oggi su internet si trovano miliardi di tutorial, l’avessi avuto prima! Il primo periodo i soggetti caratterizzanti i lavori che producevo erano prevalentemente paesaggi e nature morte, mentre i ritratti sono comparsi dal 2015, grazie ad un libro di Betty Edwars “Disegnare con la parte destra del cervello” che mi regalò mia sorella per un compleanno. Oggi grazie ai social, ho conosciuto tanti artisti, professionisti e non, con cui mi confronto su tecniche e materiali e presento i miei lavori a coloro che sono interessati.
Perché hai scelto il tuo genere?
E’ successo tutto per caso, ma considerato che sono pignola per natura, il genere che più fa per me è il realismo. Mi piace curare i dettagli quasi con maniacalità, tanto che per dare la prima mano - che a detta di alcuni potrebbe già andare - ci impiego un giorno, massimo due, mentre per realizzare i dettagli e particolari non meno di due mesi. L’astratto non lo comprendo e non ho stimoli a dipingerlo.
C’è qualche artista (passato o contemporaneo) cui ti rifai?
Del passato mi piace il Caravaggio per la sua cura della luce e delle ombre, con la sua particolare rappresentazione della realtà; mentre del presente impazzisco per le pennellate di Vladimir Volegov e Maximilian Ciccone.
Potresti mostrarci e descriverci una delle tue prime opere?
Questo è il primo dipinto olio su tela, il compito che mi diede da fare il professore delle medie, ci tengo particolarmente perché anche se dal punto di vista tecnico-pittorico è molto povero e non rappresenta uno specifico luogo, tutto è partito da qui.
Mi permetto di parlarvi di un altro lavoro ad olio, che ha dato origine ad una serie di lavori dipinti esclusivamente in bianco e nero, e a cui sono particolarmente legata perché è stato per me la prima commissione, il regalo di mia madre alla sorella per i venticinque anni di matrimonio nel 1997, e rappresenta un fiore di cardo in tutta la sua semplicità.
Come nascono le tue opere? Cosa ti stimola a crearle?
I miei lavori sono rappresentazioni della realtà. Io non invento nulla, mi guardo attorno e se c’è qualcosa che mi dà l’ispirazione e cattura il mio interesse, la dipingo. Per diversi lavori mi sono avvalsa anche della collaborazione di alcuni fotografi dilettanti e professionisti, in particolare ricordo Salvatore Lumia, Matteo Bisoffi e Alessandra Garau.
Quali sono gli strumenti, le tecniche con cui preferisci lavorare?
Gli strumenti con cui preferisco lavorare sono i pennelli sia con l’acrilico che con l’olio, ma c’è stato un periodo in cui ho realizzato vari lavori con l’utilizzo dell’olio con la spatola.
(Su Componidori, Corsa alla stella Sartiglia di Oristano/ Acrilico su tela 50x70)
Qual è attualmente l’opera che maggiormente ti rappresenta?
Le Cascate di “Sos Molinos” di Bonarcado, è il lavoro in olio su tela più complesso dalla rinascita del 2015 e segna la mia ripartenza dal punto di vista artistico.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
I progetti per il futuro partono da questo lavoro ad olio dal titolo “Valeria” , che rappresenta la bellezza di una donna che si vuole mettere in gioco, nonostante non sia più una ragazzina.
Considerato che ha riscosso numerosi consensi, ho deciso che ne realizzerò degli altri su questo genere, spero sia il primo di una lunga serie.
[ N.d.r. Ed è infatti questa l'opera con cui ho conosciuto Emilia, e che ha decisamente attirato il mio interesse.
Propongo la mia interpretazione: c'è un messaggio in questa opera, ed è veicolato dal sorriso autoironico della modella. In quel sorriso c'è l'accettazione positiva del passaggio del tempo, dell'età che non deve essere un cruccio ma soprattutto un invito a valorizzare il sé; da ciò il nudo che - sebbene sia pittoricamente accurato e realistico - non ritrae un corpo perfetto, e non vuole farlo perché non è quella l'intenzione dell'opera. ]
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Ringraziamo la brava e gentilissima Emilia per la disponibilità dimostrata, e vi invitiamo a seguire i suo profilo qui su Cam.tv al seguente link: https://www.cam.tv/emiliacotza
A presto con altre interviste come questa.
Restate sintonizzati!