L'immenso Stanley - Curiosità sui film di Kubrick - Eyes Wide Shut
E chiudiamo questa rubrica dedicata al genio di Kubrick...chiudiamola in bellezza, parlando dei retroscena, delle curiosità e dei significati nascosti del suo ultimo film, forse il migliore, di certo il più discusso, controverso e criticato. Eyes Wide Shut infatti...
Eyes Wide Shut: viaggio all'interno dell'essere umano
Se con "2001 Odissea nello spazio" Kubrick, infatti, aveva voluto esplorare le interazioni, anche psicologiche ma soprattutto sociali, dell'essere umano con l'ambiente ed il macrocosmo (lo spazio nella specie), con Eyes Wide Shut il viaggio è opposto e complementare, ossia nei meandri della mente umana. Ma non solo. Infatti, al di là dei significati psicologici attribuiti al film - alcuni, peraltro, davvero banali (es. Kubrick ha fatto un film sulle nevrosi del matrimonio) - c'è un significato esoterico sfuggito ai più...
Un universo parallelo...alla fine dell'arcobaleno
l tratto misterico del film traspare già dall’immagine fermata in una cornice a specchio impressa sulla locandina ufficiale del film. Alice (Nicole Kidman) si presta al bacio del marito Bill (Tom Cruise), ma mentre quest’ultimo appare totalmente coinvolto nell’approcciarsi alla sua compagna, del cui viso possiamo captare solamente l’occhio destro, ella punta lo sguardo in un’altra direzione, come se stesse percependo una realtà o una verità altra, aliena a quella della vita coniugale che la coinvolge. L’occhio destro di Alice è quindi, in questo senso, un occhio per così dire illuminato: lei vede o sa qualcosa che il marito non può intercettare, come quando lo chiama interrompendo, di fatto, l’incontro con la prostituta Domino, un po’ come se il suo sesto senso l’avesse avvertita di un pericolo imminente. Tutto questo sembra suggerire che i suoi occhi siano spalancati e quindi coscienti, differentemente da quelli del coniuge.
All’inizio del film, la coppia presenzia a un party prenatalizio tenuto da Victor Ziegler, uno dei pazienti di Bill. A giudicare dagli interni della sfarzosissima abitazione, così come dal clima dell’evento, si intuisce che Victor non è semplicemente un ricco, ma è probabilmente parte di un sistema che sta al di sopra di ogni classe sociale. Da qui è inoltre possibile presupporre un legame tra la festa in questione e il rituale occulto che si verificherà più avanti. Nel riprendere la sala da ballo, Kubrick pone in risalto una particolare decorazione natalizia, una stella a otto punte che risulta molto simile all’antico simbolo della stella di Ishtar. Tenendo conto della sua attenzione smisurata per i dettagli, l’inclusione della stella di Ishtar all’interno della festa non può essere casuale, così come non può esserlo nemmeno il fatto che la Kidman graviti per diversi secondi nel raggio visivo in cui il simbolo in questione risplende. Ishtar è notoriamente la dea della sessualità, della fertilità e dell’amore, il cui culto prevedeva la prostituzione sacrale e gli atti rituali, due elementi fondamentali rispetto alla trama del film.
Nella medesima circostanza, Alice è presa di mira da un distinto ungherese di nome Sandor Szavost. L’uomo beve dal di lei bicchiere con fare audace e spudorato, un gesto che parrebbe evidenziare una certa propensione a voler scambiare fluidi con la donna. Il convinto seduttore, inoltre, le cita L’Arte di Amare di Ovidio. Questa serie di testi, composta ai tempi dell’Antica Roma, era molto in auge tra le élite del tempo. Il primo libro si apre con un’invocazione a Venere, pianeta esotericamente associato alla lussuria. Alcuni analisti del film hanno anche ipotizzato che il nome Sandor potesse essere un rimando al fondatore della Chiesa di Satana, Anton Szandor Lavey. In effetti, l’approccio dell’uomo ha un che di serpentino. Costui vorrebbe indurre Alice a tradire senza remore suo marito, elargendo frasi mirate a sottolineare la futilità della vita coniugale, glorificando invece un più puro piacere sessuale che è intrinseco alla natura animale umana e che si pone all’opposto di una convenzione sociale come quella del matrimonio. Alice, inebriata dall’alcol (la Kidman in questa fase riesce ad essere più credibile che nella scena in cui finge fastidiosamente di subire gli effetti della cannabis), dapprima accoglie maliziosamente le avances, per poi respingerle trincerandosi dietro allo sfoggio dell’anello nuziale. Bill, dal canto suo, si lascia ammaliare da due splendide modelle, le quali vorrebbero scortarlo fino a “dove finisce l’arcobaleno”. Non è dato di sapere a cosa alluda questa frase dai toni sibillini, ma quello dell’arcobaleno, che riemerge mediante la ragione sociale del negozio in cui Bill affitta il costume con la maschera, (Rainbow Fashions) è un altro dei simboli che contrassegnano il carattere prettamente esoterico del film. Possiamo quindi affermare che Eyes Wide Shut sia suggellato da due mondi: quello dell’arcobaleno, ricolmo di luci accecanti e di alberi natalizi, e quello in cui lo stesso arcobaleno si completa e si pone al confine con le pratiche occulte dell’èlite, un mondo che non può e non deve mai essere rivelato all’esterno, così come anonimi devono restare coloro che costituiscono quell’universo parallelo. “Chi pensi che siano quelli là?” dirà Ziegler a Bill. “Non era mica gente qualsiasi, sai? Se ti dicessi i loro nomi, e non te li dico, ma se te li dicessi, non dormiresti più tranquillo”.