Alessia Lenoci

Founder Junior

Mentre qualcuno distrugge, qualcuno crea. In foto il risultato del bellissimo progetto voluto dal famoso fotografo Sebastiao Salgado e sua moglie Leila. Si chiama Istututo Terra e ha in soli 18 portato a questo risultato. 600 ettari desertificati a causa dell'erosione del terreno, sono stati interamente riforestati. Sono stati piantati più di 2 milioni di alberi, adesso è una foresta con 293 specie di piante, 172 specie di uccelli, 33 specie di animali molti dei quali a rischio di estinzione. La dimostrazione che è possibile fare la differenza. Grazie Istituto Terra, a nome di tutti noi!

Alessia Lenoci

Founder Junior

Oggi parlavo con un agricoltore. C'è scarsezza d'acqua, in dieci anni si è ridotta del 60% e i pozzi sono diventati insufficienti soprattutto per i ritmi intensivi con i quali si coltiva. I tempi sono cambiati e cambiano continuamente sotto i nostri occhi, ma è come se non volessimo vederlo. Ci si augura solo una nuova consapevolezza, e che non tardi ad arrivare.

Alessia Lenoci

Founder Junior

I diserbanti chimici uccidono la vita. Gino Scarsi è un uomo che da anni sul territorio si batte per l’ambiente, militando nell’associazione Canale ecologia. A suo avviso in Langa e Roero almeno un terzo dei viticoltori utilizzerebbe ancora il diserbante chimico invece di quello meccanico. Spiega Scarsi: «Questi prodotti “bruciano” l’erba, uccidendo non solo insetti, ragni e vermi, ma anche i microrganismi. In un metro quadrato di terreno ne possiamo trovare miliardi, necessari a mantenere la biodiversità dell’ambiente e quindi a favorire l’equilibrio della natura». Inoltre, il diserbante «inquina il terreno e le falde acquifere, finendo inevitabilmente nella frutta e nella verdura che mangiamo, nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo. Queste sostanze provocano malattie sul lungo termine: risulta infatti che tra i malati di alcuni tipi di tumore e anche di Parkinson molti siano contadini o persone esposte a questi agenti in maniera diretta». Non abbiamo modo di verificare queste correlazioni epidemiologiche, ma l’esperienza quotidiana suggerisce che non sembra irrealistica. Ancora Scarsi: «In Italia vengono usate 130mila tonnellate di diserbante l’anno, qualche anno fa erano 150mila. Nonostante il miglioramento, nelle falde superficiali è aumentato l’inquinamento. Questo accade perché una volta entrato in circolo, l’agente nocivo vi rimane per lungo tempo. I danni che può causare sono presumibilmente ingenti». Perché allora gli agricoltori continuano a utilizzare la chimica? Scarsi: «Forse solo per abitudine. Lo sfalcio meccanico implica maggiore dispendio di tempo e risorse. Molti dicono che il biologico sia altrettanto inquinante rispetto al diserbo, ma non è vero. L’agricoltura biologica se rispetta i parametri di legge, non immette sostanze chimiche nell’ambiente e dunque risulta più protettiva e benefica per l’ecosistema». Gino Scarsi propone quindi un’attività di denuncia e sensibilizzazione: chi vede erba di colore rossiccio, può segnalare con un foglio, una scritta o un disegno: è un pacifico grido di protesta. (Estratto da greenme.it)

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