Alessia Lenoci

Founder Junior

Una meraviglia dal Cile

02/01/2019, 15:47

Un'altra meraviglia della Natura: la Puya berteroniana, una Bromeliacea originaria del Cile, che produce una splendida spiga floreale alta due metri, coperta da centinaia di fiori verde-blu metallico con vistosi stami arancioni. Personalmente non l'ho mai vista, ma è sicuramente una delle specie più belle e particolari. In questa meraviglia, la perfezione non è più un'idea complessa e lontana!

Alessia Lenoci

Founder Junior

L'albero della Vita

02/01/2019, 11:18

L’albero della vita è un simbolo e un archetipo che fa parte del mondo della mitologia, è legato soprattutto alla tradizione celtica e alla Cabala.L’immagine dell’albero della vita accompagna molte religioni e credenze, con il significato principale di un albero che serve a rappresentare il mondo e l’universo, oppure una particolare genealogia, assumendo il significato di albero genealogico.A volte l’albero della vita assume il significato di albero della conoscenza che connette il mondo in cui viviamo con l’oltretomba o con il paradiso. L’albero della vita viene definito come un albero mistico e magico e costituisce un simbolo proprio di numerose culture fin da tempi molto antichi. In generale questo albero simboleggia la fonte della vita con alcune sfumature differenti nelle varie culture.Nell’albero della vita troviamo alcune parti principali: le radici, il tronco, le foglie e diversi tipi di frutti che maturano sullo stesso albero. Le radici sono profonde e rendono stabile l’albero della vita verso la terra mentre i rami si protendono verso il cielo. Alle foglie dell’albero della vita sono associate proprietà curative mentre i frutti sono un simbolo di nutrimento non solo concreto ma anche spirituale.

Alessia Lenoci

Founder Junior

Capodanno ogni giorno

31/12/2018, 11:14

"Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell’età moderna.E sono diventati così invadenti e così fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Così la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa il film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell’immondezzaio tutte queste date che ormai non hanno più nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dobbiamo accettare senza beneficio d’inventario dai nostri sciocchissimi antenati." Antonio Gramsci

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