
Alessandro Neri_Bio Innovational Channel
Biologo
Qualche giorno fa uscendo in mare ho incontrato questa splendida Cotylorhiza tuberculata (chiamata comunemente Cassiopea mediterranea). Questa specie è comune nel mar Mediterraneo, vive nella colonna d'acqua dove viene trasportata dalle correnti ed è innocua per l'uomo. Soggetti particolarmente sensibili a volte possono incorrere in piccoli pizzichi a contatto con le braccia. È una specie endemica del mar Mediterraneo, molto comune in particolare nell'Adriatico. Gli esemplari adulti raggiungono i 30 centimetri di diametro. Presenta un caratteristico ombrello a forma di disco, a margine tipicamente frastagliato, di colore giallo o talvolta verdastro per la presenta di zooxantelle (alghe che vivono in simbiosi). Tra i tentacoli si ritrovano spesso numerosi giovanili di pesci, in particolare di Sugarello (Trachurus trachurus), che grazie al muco protettivo presente sulla superfice del loro corpo, trovano protezione dai predatori.


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Una sera di fine estate alla scoperta del mondo marino che popola le nostre coste la notte.


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Oggi vi parlo delle "Noci di mare", il loro nome scientifico è Mnemiopsis Leidyi, e sono comparsi nelle acque del Mar Mediterraneo da qualche anno. Sono degli ctenofori, organismi simili alle meduse ma a differenza di quest'ultime, non sono urticanti per l'uomo. Si tratta di una specie aliena ma, no, niente panico, non viene da un'altro pianeta! Per aliena si intende la sua zona di provenienza. Tale organismo è infatti originario dell’Atlantico americano, ma in grado di modificare fortemente interi ecosistemi. Vivono in superfice e si cibano di plancton, ossia tutti quegli organismi che vivono nella colonna d'acqua, comprese uova e larve di molti organismi marini. Il problema stà proprio qui data la loro grande voracità e velocità di riproduzione. Fu introdotto durante gli anni 80 nel Mar Nero tramite le acque di zavorra delle navi petroliere. Lì trovò un ambiente favorevole e iniziò ad espandersi a macchia d'olio. Alimentandosi soprattutto di uova e larve di pesce, nel giro di pochi anni decimarono gli stock ittici del Mar Nero. La grande tolleranza di questa specie ai diversi fattori ambientali lo rende capace di adattarsi alle condizioni presenti in tutto il Mediterraneo e la sua capacità di compromettere gli stock ittici, soprattutto a causa della sua dieta, fa sì che Mnemiopsis leidyi sia in grado di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente la fauna ittica delle aree che riesce a colonizzare. E come fermare dunque l'invasione? Non si può, ma da quest'anno tutti possono aiutare la ricerca grazie all'applicazione "avvistAPP". L’iniziativa promossa dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia permette di segnale l'avvistamento delle noci di mare, meduse, delfini e tartarughe nel nord Adriatico. Ecco quindi un bell'esempio di "citizen science", letteralmente "scienza dei cittadini", un nuovo approccio alla ricerca in cui ogni cittadino può dare oggi il suo contributo. Come sempre dunque, ora più che mai anche nella ricerca, rimane valido il detto l'unione fa la forza!
